Il Comune di Palermo dà il via libera, fra le polemiche, alle agevolazioni Amat per disabili e anziani. Dopo la lettera della Cgil ai capigruppo di Sala delle Lapidi, per denunciare la mancanza di fondi e una platea troppo ristretta di beneficiari, l’assessore alle Attività sociali Raoul Russo risponde alle critiche lamentando la penuria di risorse dell’amministrazione e rivendicando la presentazione di due emendamenti per l’istituzione di abbonamenti agevolati per disabili, anziani e famiglie numerose.
Assessore Russo, le graduatorie sono state pubblicate. In quanti avranno diritto alle agevolazioni per l’Amat?
“Il Comune rilascerà 1551 carnet di biglietti (del valore di circa 103 euro, ndr) per gli anziani con più di 65 anni e un reddito inferiore ai 9000 euro, e 1061 abbonamenti gratuiti per disabili con reddito inferiore ai 9000 euro e con una disabilità minima del 67%”.
La Cgil, però, lamenta il fatto che rimangono circa diecimila fra anziani e disabili che, pur essendo idonei secondo il bando, non riceveranno nulla…
“La Cgil ha partecipato, insieme agli altri sindacati e alle altre associazioni, ai tavoli convocati su questi temi ed era al corrente della situazione. Io ho sempre detto che le risorse sono quelle che sono. Abbiamo stanziato circa 280.000 euro e fatto una graduatoria. E comunque il Comune non sarebbe obbligato a farlo”.
In che senso?
“Non esiste alcuna legge che obblighi il Comune a fornire queste agevolazioni, è una forma di sostegno che il Comune ha intrapreso per venire incontro ai cittadini maggiormente in difficoltà. Prima, quando c’erano maggiori risorse, si dava un vuoto per piano all’Amat: dieci milioni con cui si copriva una platea più vasta. Ma da quando dobbiamo attingere dai fondi della 328, abbiamo dovuto emanare i bandi partendo da chi ha più bisogno”.
Il Comune quindi non ha soldi?
“Tutti i Comuni hanno denunciato che, con i tagli della Finanziaria, i servizi avrebbero avuto delle difficoltà. Quelli importanti, anche fondamentali, ma non obbligatori ne hanno fatto le spese. Comunque non siamo rimasti con le mani in mano: ho presentato due emendamenti alla delibera sulla rimodulazione degli abbonamenti Amat che giace però in Consiglio da mesi”.
Cosa prevedono questi emendamenti?
“Di istituire un abbonamento da 15 euro al mese, per tutte le linee, per disabili e anziani con i requisiti previsti dall’attuale bando. Abbonamento che diverrebbe di 150 euro se annuale. L’Amat ha recepito questa proposta, adesso tocca al consiglio comunale che spero faccia presto. E grazie al contributo dell’associazione delle famiglie numerose, ho presentato un secondo emendamento: per i primi due figli l’abbonamento all’intera rete costerà 35 euro il mensile, 190 il semestrale e 350 l’annuale; per il terzo figlio 17,50 il mensile, 95 il semestrale e 175 l’annuale; dal quarto in poi sarebbe gratuito. In più agevolerebbe l’Amat, che così aumenterebbe la platea dei propri viaggiatori paganti facendo diminuire i portoghesi”.
Ma perché il sociale ha sempre meno fondi?
“Perché non ci sono le risorse. Avremmo bisogno di tornare, come ha detto anche l’Anci, ai livelli di un paio di anni fa. Quando si tolgono i soldi ai Comuni, a farne le spese sono i servizi non obbligatori per legge, fra cui quelli sociali. Ma la verità è che a Palermo, negli anni Novanta, si decise di intervenire sui precari”.
E’ colpa delle stabilizzazioni, quindi?
“No, però dobbiamo dirci la verità. Quando negli anni Novanta si è deciso di creare le cooperative sociali, che inglobavano persone che avevano difficoltà a trovare un lavoro, e che poi sono transitate nel bacino lsu, si è fatto un intervento tampone per l’emergenza lavoro. Poi la stabilizzazione, effettuata prima da Orlando e poi da Cammarata nelle partecipate o al Comune, ha portato il Comune ad avere una pianta organica immensa e ha costituito un intervento di politica sociale. Una parte importante del bilancio, soprattutto sotto la gestione Orlando che assunse degli obblighi verso queste persone, fu destinato alle spese per il personale. Oggettivamente è rimasto poco per il sociale a causa dei tagli ai trasferimenti regionali e nazionali. La giunta Cammarata, per impedire licenziamento degli lsu, ha ottenuto anche una legge speciale che dà 55 milioni di euro l’anno per pagare gli stipendi. Quella scelta degli anni ’90, adesso, pesa sui conti del Comune e riduce le risorse al minimo”.