L’agguato e il killer scelto dall’assessore VIDEO - Live Sicilia

L’agguato e il killer scelto dall’assessore VIDEO

I retroscena dell'inchiesta dei carabinieri

Una vendetta. E una prova di forza mafiosa. Ci sarebbero questi due moventi dietro l’omicidio del bracciante agricolo Francesco Calcagno, ammazzato il 23 agosto 2017 nel suo podere di Palagonia, in contrata Nunziata. Il sicario, Luigi Cassaro, sarebbe stato inviato da Licata alle campagne calatine per rispondere all’uccisione di Marco Leonardo, ‘u vichingo, avvenuta al culmine di una lite – armi in pugno – ingaggiata proprio con Calcagno in un bar nell’estate del 2016.

Il killer sarebbe stato ingaggiato da Antonino Ardizzone, assessore comunale allo Sport e Turismo di Palagonia, arrestato oggi dai Carabinieri. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare della gip Giuseppe Montuori, che ha accolto la richiesta di misura cautelare della Dda di Catania. Il politico avrebbe ricevuto l’incarico di cercare l’uomo giusto. E lo avrebbe trovato.

Dietro questo piano diabolico ci sarebbe un gruppo mafioso legato alla Stidda che opera tra Canicattì, nell’agrigentino, fino a Palagonia. Le indagini sono scattate lo scorso dicembre. I carabinieri hanno avuto un prezioso input investigativo: Ardizzone che aveva paura di essere ammazzato ha deciso di vuotare il sacco e raccontare tutto agli inquirenti. Poi però il giorno dopo ha ritrattato tutto. Ma già le indagini erano già scattate.

Il cerchio si è chiuso (nuovamente) sull’indagato, oggi finito in carcere. Per gli inquirenti l’agguato pianificato per uccidere Calcagno avrebbe avuto due motivi scatenanti: sia come ritorsione per l’omicidio del Consigliere comunale palagonese Marco Leonardo (avvenuto il 5 ottobre 2016, all’interno di un bar di Palagonia a seguito di una lite, verosimilmente per motivi economici), sia come “strumento per affermare la presenza anche sul territorio di Palagonia della cellula mafiosa vicina alla Stidda, tradizionalmente operante nell’agrigentino e di “cui – scrivono gli inquirenti – l’indagato farebbe anche parte”.

Gli investigatori hanno riesaminato gli esiti dell’inchiesta avviata immediatamente dopo l’omicidio di Calcagno, che poi portò all’arresto di Cassaro che è stato condannato definitivamente a 30 anni con il ruolo di esecutore materiale del delitto. Dalla nuova valutazione dell’apparato probatorio incastrata con le preziose informazioni    avute i militari hanno ricostruito il mosaico. Ecco cosa scrivono testualmente: “Ardizzone, su richiesta del mandante (da individuarsi nei rapporti familiari di Marco Leonardo), si sarebbe attivamente adoperato, con l’aiuto di esponenti di rilievo del sodalizio mafioso – dallo stesso conosciuti come tali – per la ricerca e il reperimento del killer che avrebbe dovuto eseguire materialmente l’omicidio di Calcagno”.

Per questo scopo – si legge nell’ordinanza – Ardizzone avrebbe contattato il canicattese Antonio Maira, conosciuto per diverse inchieste di usura e ritenuto dagli inquirenti vicino alla Stidda. Sarebbe stato proprio un giro di usura a far conoscere in passato l’assessore e Maira, che non è stato raggiunto da alcuna misura per questa inchiesta.

Le indagini quindi stanno continuando per avere validi riscontri in riferimento agli altri complici, soprattutto i mandanti, del cruento omicidio. 


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