AGRIGENTO – Andranno a giudizio, con l’accusa di aborto colposo, i due ginecologi dell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì. Secondo il pm Maria Barbara Grazia Cifalinò, le circostanze che hanno portato alla morte del feto di otto mesi, avvenuta lo scorso agosto, devono essere chiarite in un processo.
Il magistrato ha disposto la citazione a giudizio dei ginecologi Giovanni Lupo, in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì e Vincenzo Scattareggia, specialista curante della donna.
Lupo, sostiene l’accusa, in occasione dell’accesso al Ps della donna, che accusava dolori e una perdita ematica, avvenuto lo scorso 17 agosto, avrebbe dovuto disporre il ricovero della donna e farle eseguire un parto urgente dopo avere rilevato una grave restrizione della crescita fetale. Scattareggia, invece, che è stato informato due giorni dopo della circostanza, avrebbe dovuto consigliarle di andare subito al pronto soccorso.
La donna ha presentato querela chiedendo di accertare eventuali negligenze legate alla morte del feto che aveva in grembo.
Alla 42enne in ospedale fu detto che il bambino era vivo ma si era alimentato poco. Per questo il consiglio fu di anticipare la visita col ginecologo che l’aveva in cura, peraltro in servizio nello stesso reparto ma non presente in quel momento, e indurre il parto per alimentarlo in maniera diversa. Nei giorni successivi, in occasione di una seconda visita da Scattareggia, le sarebbe stato comunicato il decesso del bimbo.