Agrigento, sparatoria al Villaggio Mosé: indagini sull'arma del delitto

Agrigento, sparatoria al Villaggio Mosé: indagini sull’arma del delitto

Una notte di interrogatori per ricostruire cosa è accaduto

AGRIGENTO – È stata una lunga notte di interrogatori quella appena trascorsa nella questura di Agrigento. I poliziotti della squadra mobile stanno cercando di ricostruire tutte le fasi che hanno caratterizzato la sparatoria di ieri, venerdì 23 febbraio, nel parcheggio di una concessionaria di auto nel quartiere di Villaggio Mosè, ad Agrigento, culminata con l’omicidio di Roberto Di Falco, 38 anni, di Palma di Montechiaro.

Gli interrogatori

Gli investigatori, coordinati dal procuratore capo Giovanni Di Leo, hanno sentito a stretto giro i “protagonisti” della vicenda: a cominciare dagli accompagnatori della vittima, individuati e portati in Questura nella serata di ieri, così come il titolare della concessionaria e i figli. Molti, ancora, gli aspetti da chiarire. Ad esempio, dov’è finita l’arma delitto. La pistola estratta durante la discussione, da cui è partito il colpo risultato fatale per Di Falco, non è stata ancora trovata. Così come sono in corso ulteriori accertamenti per capire come e, soprattutto, chi abbia premuto il grilletto. I rilievi della Scientifica sono proseguiti per tutta la sera e sono state acquisite anche le immagini delle telecamere presenti nella zona.

Indagini sulla lite

L’attività investigativa si concentra sul mondo della compravendita delle auto. Ci sarebbe proprio una partita da mettere in commercio alla base dell’incontro-scontro tra il titolare della concessionaria e Di Falco, anch’esso commerciante di auto. Quest’ultimo, insieme ad altre tre persone, si è presentato nel pomeriggio di ieri nella concessionaria gestita dall’agrigentino Lillo Zambuto. La discussione sarebbe degenerata in una violenta colluttazione prima dello sparo fatale. Inutile la corsa in ospedale dove Di Falco è spirato poco dopo.

L’autopsia a breve

E proprio nella tarda serata di ieri si è svolta, nella camera mortuaria del San Giovanni di Dio, l’ispezione cadaverica eseguita dal medico legale Alberto Alongi. Lo stesso, su disposizione della procura di Agrigento, effettuerà l’autopsia nei prossimi giorni. L’indagine, intanto, prosegue in attesa delle valutazioni dell’autorità giudiziaria. Non sono da escludere, già nelle prossime ore, ulteriori clamorosi sviluppi.


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