“In una terra baciata da Dio, la Sicilia spreca una grande opportunità, quella di far crescere un mercato produttivo alternativo, quello audio visuale”. Così, esordisce Giovanni Minoli, ideatore della serie di Agrodolce.
Incontriamo Minoli, in terra siciliana, al Teatro Stabile di Catania insieme a Francesco Merlo, il protagonista del secondo appuntamento di “ LibrinScena”, la nuova iniziativa promossa dallo Stabile di Catania con il patrocinio della Presidenza della Regione.
Dottore Minoli, la soap Agrodolce continuerà?
“Questa domanda non deve porla a me, ma al sistema politico siciliano. Io ho tutta la volontà di proseguire Agrodolce. Loro, non so. Non bisogna pensarla come un progetto unico, ma inquadrarla in un sistema produttivo più ampio”.
Il dialogo è sempre aperto?
“Da più di un anno si discute di una convenzione verso la quale non è arrivata sino ad ora alcuna risposta concreta, solo proclami ed un nulla di fatto”.
E’ fiducioso sull’esito positivo?
“In questo momento no. Ma mi auguro che anche tra un istante tutto possa cambiare, per il bene della Sicilia e, per il bene di tutti quegli operatori che nel progetto Agrodolce hanno collaborato. Lotterò sino alla fine perché il progetto possa ripartire, sin da subito. Lo dico con amarezza, la Sicilia spreca una grande opportunità, non credendo nello sviluppo di una industria alternativa, moderna e di forte impatto mediatico”.
Ritiene, che le critiche mosse alla soap, abbiano influito?
“L’errore lo si fa nel momento in cui si ha la presunzione di giudicare un prodotto televisivo di lunga serialità, dopo 15 giorni. Praticamente è impossibile. Dal mio punto di vista, ritengo Agrodolce , un trionfo in termini di Share, avendo chiuso al 10%”.
Chiusura. A lei, l’ultima parola.
“Agrodolce deve ripartire per il bene di tutta la Sicilia”.