Si dicono “certi che altrettanta attenzione da parte di tutti gli organi di controllo (giudiziari e non) è dedicata anche agli altri Enti di formazione siciliani”. Ma dalla nota dei tre commissari straordinari del Cefop emerge un po’ di amarezza. E un po’ di sorpresa, per la “quotidiana e capillare attività di ispezioni e controlli che viene compiuta nei confronti dell’Ente da loro amministrato”. Con un comunicato garbato ma allo stesso tempo molto chiaro, infatti, i tre amministratori del mega-ente della Formazione, “salvato” nonostante i gravi problemi finanziari che l’avevano coinvolto al punto da tenerlo fuori dai fondi del Prof 2011, si chiedono il perché delle costanti “visite” delle autorità giudiziarie nella sede, e se la stessa attenzione è posta nei confronti dei “concorrenti” enti di formazione.
E anche i sindacati, definiscono questi controlli “doverosi ma certamente curiosi nel numero – spiega ad esempio Giuseppe Raimondi della Uil – e dispiace che le ispezioni siano attivate, immaginiamo, da esposti che piovono proprio in un momento in cui sia i commissari, sia i sindacati stanno facendo di tutti perché la vicenda abbia risvolti positivi”.
Per intenderci, la tensione è salita in queste settimane, in concomitanza con l’ipotesi di riduzioni del personale di un ente in passato in grandissima difficoltà. “Ovviamente questi controlli, sebbene sacrosanti – aggiunge Raimondi – finiscono per avere un costo. Sia d’immagine, visto che la gente che passa davanti la sede vede quasi quotidianamente esponenti delle forze dell’ordine, sia dal punto di vista delle risorse umane che vengono impegnate nelle attività di controllo, invece di dedicarsi ai progetti e ai corsi”.
“Per carità – dice uno dei tre commissari del Cefop, Giuseppe Benedetto – i controlli sono sempre graditi, sebbene quotidiani. Se ne servono di più, ben vengano, purché…”. Ed è lì il nodo: “Purché venga rispettata una specie di ‘par condicio’ tra tutti gli enti di Formazione siciliani”. Perché, come spiega il commissario, le quotidiane ispezioni finiscono in alcuni casi per distrarre i lavoratori dalle loro mansioni. E l’esigenza di par condicio, così, al di là del semplice principio generale, diventa una regola dai risvolti molto pratici, “al fine – si legge sempre nella nota dei tre commissari – di scongiurare eventuali distorsioni nel mercato di riferimento, visto il regime di concorrenza insito nella ratio dell’avviso 20/12: il Piano formativo 2012, comporta, tra l’altro, – prosegue la nota – il necessario avvio sin d’ora delle attività propedeutiche all’immissione in aula, da realizzare attraverso il necessario richiamo di personale, con tutti i doveri e gli oneri economici conseguenti. Si ha fiducia che anche per questi profili, riguardanti tutti gli Enti di formazione – concludono – sarà usato lo stesso scrupolo e lo stesso rigore adottato nei confronti del Cefop seppur in Amministrazione straordinaria”.
E a dire il vero, secondo i commissari, è proprio lo “status” di ente sottoposto ad amministrazione straordinaria a rendere meno comrensibile la raffica di controlli sul Cefop: “Gli altri Enti di formazione siciliani, – scrivono i commissari – diversamente dal Cefop non sono sottoposti ai già capillari controlli amministrativi e giudiziari previsti per l’amministrazione straordinaria, compreso anche quello svolto dagli stessi Commissari nella loro veste di pubblici ufficiali”. E del resto, questi quotidiani controlli si sono “sempre conclusi – precisano i commissari – con l’accertamento della assoluta regolarità delle attività svolte dal Cefop”. Per questo, i commissari stentano a darsi una spiegazione di questi controlli frequenti. Giuseppe Benedetto, però, si concede solo una battuta: “Forse sarà dovuto al fatto – dice – che il Cefop è di tutti, mentrre gli altri enti sono sempre di qualcuno”.