Alfano-Forza Italia, fumata nera |Difficile l'accordo su Musumeci - Live Sicilia

Alfano-Forza Italia, fumata nera |Difficile l’accordo su Musumeci

L'allargamento del centrodestra si complica. Angelino parla con Delrio e si riavvicina al Pd.

PALERMO – Continua la partita a scacchi nel centrodestra siciliano. E la trattativa per un accordo tra Alternativa popolare di Angelino Alfano e Forza Italia in Sicilia si complica parecchio. Se non è rottura definitiva poco ci manca. Gianfranco Miccichè lascia ancora uno spiraglio aperto: “Sì, ci sono delle oggettive difficoltà, faremo il possibile per superarle”, si limita a telegrafare a tarda sera il commissario di Forza Italia in Sicilia. Che nelle ultime 48 ha avuto una fitta serie di incontri romani. Poteva essere il round finale per arrivare a un’intesa su una coalizione larga e sul candidato. Ma non è andata così. Anzi, nel frattempo, sempre a Roma, sono impennate le quotazioni di un patto degli alfaniani con i dem.

Miccichè ha incontrato Alfano, con cui l’interlocuzione prosegue da tempo. Ma tra i berlusconiani e l’ex compagno di partito si frappongono un paio di problemi non da poco. In primo luogo i paletti piantati dallo stesso Musumeci, che starebbero troppo stretti agli alfaniani. E poi, come è già noto, la mancanza di aperture da parte del Cavaliere per un’intesa che oltre alla Sicilia contempli anche le prossime Politiche.

Miccichè e Nello Musumeci si erano incontrati 24 ore prima, sempre a Roma. L’incontro ha scatenato il gossip a Palermo. Qualcuno ha pensato che si fosse arrivati al momento dell’investitura di Silvio Berlusconi. E il telefono di Miccichè è diventato subito bollente, ricevendo chiamate infuocate da quei pezzi di coalizione che frenavano sul politico catanese ex missino. 

Malgrado il braccio di ferro interno alla coalizione, Miccichè sarebbe stato pronto a spingere su Musumeci. Che ha il sostegno di Fratelli d’Italia (nelle scorse ore è stato in giro per la Sicilia con Giorgia Meloni), e avrebbe ottenuto nelle ultime ore anche il via libera dell’Udc di Lorenzo Cesa oltre al sostanziale gradimento di Forza Italia. D’altronde, il sondaggio di mercoledì che dà un centrodestra unito a livello nazionale in un’unica lista al 35 per cento suggerisce a Berlusconi di rinsaldare l’asse con gli alleati alla sua destra. Musumeci potrebbe convincere anche i salviniani, allergici a un’alleanza con Alfano con cui però governano in Liguria e Lombardia. Non solo. Mercoledì il Messaggero in un articolo sul Movimento 5 Stelle parlava di un sondaggio che sarebbe nelle mani dei grillini e che vedrebbe Nello Musumeci candidato del centrodestra cinque punti avanti a Giancarlo Cancelleri.

Insomma, gli argomenti che suggerirebbero la candidatura del leader di #DiventeràBellissima non mancano. E con un po’ di pazienza forse si sarebbero potuti portare gli alfaniani su di lui, malgrado le frenate dei cuffariani. Che hanno sudato sette camicie per far decollare l’ipotesi Roberto Lagalla, che da qualcuno nella coalizione viene vista come un bis dell’operazione Ferrandelli (un nome proveniente dal Pd, a cui Lagalla è avvertito come vicino) non fortunata a Palermo. Anche un Raffaele Lombardo tornato molto attivo non fa i salti di gioia per Musumeci candidato.

“La tua autocandidatura, Nello, non ha fatto bene né a te né alla coalizione”, avrebbe detto Miccichè al politico catanese pur assicurandogli il sostegno di Forza Italia. Che certo non vuole avere addosso il peso della responsabilità di una spaccatura con gli alleati. Musumeci, sempre convinto a candidarsi in ogni caso, a sua volta avrebbe posto alcune condizioni all’allargamento dell’alleanza ai centristi. E la trattativa si sarebbe incagliata a quel punto.

Intanto, a livello nazionale il balletto siciliano tra centrodestra e Alfano continua a far discutere. Se Daniela Santanchè di Forza Italia si dice contraria ai patti con i “traditori”, Fabrizio Cicchitto di Alternativa popolare dice sull’Huffington post che “il ‘tormentone siciliano’ tutto imperniato sull’ipotesi di un’intesa elettorale di Ap con il centro-destra per le prossime elezioni regionali” a suo parere “non ha affatto giovato ad Ap”. Cicchitto con toni abbastanza critici verso la gestione del dossier siculo da parte del leader chiede un cambio di paradigma: “Ap siciliana avanzi la candidatura di un suo esponente alla presidenza della Regione (in Ap siciliana abbiamo personalità di alto profilo). E poi aspettiamo le reazioni dei due poli di centro-destra e di centro-sinistra, pronti a realizzare la convergenza con chi appoggiasse il nostro candidato, pronti però anche a presentarci da soli forti di una consistenza non trascurabile”.

Se nelle prossime ore non matureranno novità o colpi di scena, il pendolo degli alfaniani potrebbe virare verso sinistra. Magari portando con sé altri centristi fino a oggi nell’orbita regionale del centrodestra.

Alfano in questi giorni ha proseguito la sua interlocuzione serrata con Graziano Delrio e Lorenzo Guerini (Renzi con lui non parla dopo le tensioni sulla legge elettorale, il segretario ha contatti solo con i casiniani). E da Delrio ieri Angelino avrebbe strappato alcune concessioni importanti in vista delle prossime Politiche che potrebbero portare i suoi a tornare in Parlamento e a questo giro restare alleati col Pd, con cui in Sicilia hanno governato sotto Crocetta.

E così don un Pd che ancora si dibatte (l’ipotesi su cui i renziani continuano a lavorare è il rettore di Palermo Fabrizio Micari, prospettiva che non scalda i cuori dentro e fuori il partito), la novità potrebbe scompaginare ancora lo scenario, con un centrosinistra che si allarga al centro (con alfiere uno tra Micari e Lagalla, o meno probabilmente Lupo, La Via o D’Alia) e un centrodestra più ristretto (Forza Italia, Musumeci, Salvini e Meloni più il movimento di Stefano Parisi). Il tutto mentre Giancarlo Cancelleri da un mese è già in campagna elettorale per i 5 Stelle.

 


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