Aligrup, in 478 verso la mobilità | "Non vogliamo lavorare in nero" - Live Sicilia

Aligrup, in 478 verso la mobilità | “Non vogliamo lavorare in nero”

In mobilità dal 18 settembre, gli ex lavoratori del colosso della grande distribuzione tornano a farsi sentire: “Siamo stati abbandonati da tutti”. Dopo un sit-in Piazza Duomo, l’incontro con l’assessore alle politiche sociali: “Il sindaco ci incontrerà nei prossimi giorni”.

CATANIA. Aligrup: “478 lavoratori abbandonati da tutti”. Poche parole, pesanti come macigni, quelle scritte sul cartellone che gli ex dipendenti del colosso della grande distribuzione mostrano ai cronisti. Un’assolata Piazza Duomo fa da cornice all’ennesimo capitolo di una delle pagine più drammatiche del mondo lavorativo etneo. Dopo due anni di cassa integrazione, il 18 settembre arriverà la mobilità. Al netto della trafila burocratica all’ufficio di collocamento e i tempi tecnici per l’iscrizione alle liste, passeranno diversi giorni; poi inizierà l’attesa del contributo. Se in cassa integrazione i lavoratori hanno incassato circa l’80% del vecchio stipendio, con la mobilità arriveranno progressivamente negli anni nuove decurtazioni.

Meno soldi, meno speranze di trovare una nuova occupazione. Questa è la storia dei 478 dipendenti Aligrup rimasti fuori dalle trattative di cessione dei punti vendita in sede di concordato: amministrativi, jolly e dipendenti di negozi esclusi dalle operazioni di vendita. Una vicenda che coinvolge, soltanto nella provincia etnea, 263 persone e altrettante famiglie. “Vorrei ricordare che non stiamo parlando di giovani in grado di reinventarsi, ma di persone tra i quaranta e i cinquantacinque anni con famiglie alle spalle”, dice uno di loro. Un altro lavoratore racconta di come ogni giorno continui imperterrito a inviare curricula a svariati supermercati sentendosi rispondere, puntualmente, di essere troppo anziano. Ha appena 42 anni. “Vogliamo un lavoro onesto, siamo persone umili disposte a svolgere qualunque mansione: raccogliere la spazzatura o recuperare cartoni”, dicono. Uomini e donne che si rifiutano di lavorare in nero e che, nonostante gli stenti e una situazione che va avanti dal dicembre di due anni fa, ancora si fanno forza e tentano di interloquire con le istituzioni. Nonostante il senso di abbandono. Nonostante la totale sfiducia nei confronti delle sigle sindacali. “Dove sono i sindacati?”, si chiedono.

Uno dei volantini preparati per il presidio di oggi

Il malessere non riguarda soltanto i responsabili locali, ma anche i vertici nazionali: “Non è intervenuto nessuno”. La parola “abbandono” corre di bocca in bocca in Piazza Duomo e il pensiero va al “mancato intervento del governo regionale”. I lavoratori raccontano che, dopo numerosi “viaggi della speranza” palermitani, avevano avanzato la proposta “di creare un bando per invogliare i colossi della grande distribuzione settentrionali ad investire in terra siciliana attraverso agevolazioni fiscali”: un nulla di fatto. Eppure un acquirente c’era, ma la vecchia struttura manageriale del gruppo “ha affossato la trattativa”. “Dicevano che non si trattava di una realtà imprenditoriale solida”.

Ad ogni modo nessuna soluzione alternativa è andata in porto e oggi gli ex dipendenti si ritrovano senza due mensilità di cig (luglio e agosto) e ad un passo dalla mobilità in attesa di un incontro con il sindaco. Una delegazione fa richiesta in municipio. Serve uno step preliminare: interloquire con l’assessore alle politiche sociali. Così armati di cartelli e pazienza, gli ex dipendenti lasciano la piazza e si dirigono in via Dusmet. “L’assessore ci ha ricevuti e dopo una mia telefonata alla segreteria del sindaco ci hanno risposto che a giorni avremo un appuntamento per discutere il da farsi”, spiega uno dei lavoratori al termine dell’incontro.


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