PALERMO- Esiste un allarme contagio tra i giovani? Sì, esiste ed è sicuramente nazionale, certificato dagli esperti. A partire dalla fine di gennaio – scrive infatti l’Ansa – l’incidenza dei casi di Covid-19 nella fascia sotto i 20 anni ha superato, per la prima volta da inizio pandemia, quella delle fasce di popolazione più adulte, e a febbraio è rimasta leggermente più alta. Sono i dati di un ‘Focus sull’età evolutiva’ prodotto dall’Iss e presentato lo scorso venerdì al Cts. L’incidenza di gennaio e febbraio è stata intorno ai 150 casi per 100mila abitanti. Il valore più alto si è registrato fra i 13-19 anni, poco meno di 200 casi ogni 100mila abitanti, mentre nei più piccoli è minore. La buona notizia è che i sintomi sono generalmente depotenziati. Fra i casi diagnosticati rimangono pochissimi quelli gravi, mentre quelli lievi sono circa il 60 per cento e il resto sono paucisintomatici.
La situazione nelle scuole
Ovviamente, si tratta di numeri e percentuali che spostano l’attenzione, per via dell’età, ancora di più sulla scuola. La leggerezza delle conseguenze per i ragazzi è un’ottima notizia, lo è di meno sapere che eventuali focolai, nati tra i banchi, ma anche nella normale socialità degli adolescenti, potrebbero insinuarsi e divampare, per esempio, nelle famiglie. La campagna vaccinale, lontana dagli standard auspicati, è un meccanismo delicatissimo da proteggere. Le varianti note e ignote creano più di una apprensione. Ecco perché la scuola è l’osservata speciale. Il sindaco di Villabate, Gaetano Di Chiara, ha sbarrato gli ingressi degli istituti, causa contagi. Altri problemi sono stati segnalati a Scicli e a Catania, per citare gli ultimi casi di cronaca, mentre la copertura del personale scolastico è legata, come tutto, agli arrivi delle dosi. E il ritorno in classe al 75 per cento, per gli studenti delle superiori, in Sicilia, è stato posticipato, di fatto, di una settimana.
L’assessore Lagalla: “Il contagio è basso”
L’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, fa il punto: “Ferma restando la massima attenzione all’andamento del contagio su scala nazionale e regionale, abbiamo, in Sicilia, una ridotta presenza di varianti rispetto a quelle segnalate in altre zone del Paese. Il dato aggiornato del monitoraggio dei contagi, in queste ultime settimane, è gradualmente sceso. A fronte di 165 mila tamponi, sono stati riscontrati 984 casi positivi, un rapporto, circa, dello 0,59 per cento. Non cantiamo vittoria e non abbassiamo la guardia, la prudenza resta massima e l’osservazione è continua. C’è la discrezionalità dei dirigenti scolastici, dei provveditori e dei prefetti, soprattutto con riferimento al piano dei trasporti, nella verifica della situazione sul territorio. Oggi, nel primo giorno in cui le superiori avrebbero potuto tornare in presenza fino al settantacinque per cento, questa possibilità è stata adottata solo in alcuni istituti, specialmente dove basso è il livello di pendolarismo degli studenti. E’ previsto, come sappiamo, un adeguamento progressivo dei trasporti che raggiungeremo in breve tempo. Penso che saremo al settantacinque per cento previsto in una decina di giorni”.
I dati del contagio per province
Ed eccoli i dati dello screening sulla popolazione scolastica dal 14 gennaio al 28 febbraio, suddivisi per province. Ad Agrigento 6.875 tamponi effettuati e 41 positivi, a Caltanissetta 10.332 tamponi e 37 positivi, a Catania 30.850 tamponi e 223 positivi, a Enna 10.492 tamponi e 123 positivi, a Messina 14.202 tamponi e 67 positivi, a Palermo 38.306 tamponi e 126 positivi, a Ragusa 9.311 tamponi e 33 positivi, a Siracusa 16.268 tamponi e 83 positivi, a Trapani, 28.713 tamponi e 251 positivi. Sono soprattutto studenti.