Alle Olimpiadi| le arancine | Made in Palermo - Live Sicilia

Alle Olimpiadi| le arancine | Made in Palermo

La curiosità
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Un pezzo di Sicilia conquista la Cina, strega i palati dei pechinesi con i suoi sapori mediterranei e si prepara ad avviare una serie di  iniziative per esportare il meglio del made in Sicily presso la grande distribuzione della Repubblica Popolare Cinese.

Grazie alle iniziative di Vincenzo Conticello, titolare della Focacceria San Francesco di Palermo assieme al fratello Fabio, da un mese una decina di ristoratori di Pechino hanno potuto assaggiare e sperimentare la cucina siciliana (attraverso una serie di corsi di formazione) e proporre quindi alla loro clientela prodotti che vanno dall’arancina allo sfincione, dalla pasta con le sarde ai formaggi tipici. E poi ancora il polpo bollito, la caponata, i rigatoni pomodoro, ricotta salata e melanzane… Insomma, alcuni tra i piatti e gli ingredienti più rappresentativi della nostra terra.
Conticello, che vive sotto scorta dopo avere denunciato i suoi estortori, a Pechino è ormai di casa. Attraverso un intenso lavoro avviato diversi anni fa (“un po’ per curiosità, un po’ per scommessa”) con il sostegno dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero, l’imprenditore siciliano ha creato un ponte ideale che sta portando i primi frutti e che presto potrebbe trasformarsi in un’importante scommessa non solo per l’Antica Focacceria San Francesco e per le imprese che hanno creduto nel lavoro dell’azienda palermitana, ma per una buona fetta del comparto agroalimentare siciliano. In occasione dei Giochi Olimpici di Beijing 2008, Conticello ha organizzato per conto dell’Ice alcuni buffet a Casa Italia, la sede degli azzurri durante i Giochi, e una serie di corsi di formazione per dieci punti di ristoro italiani sparsi per tutta la città di Pechino dove tra gli sponsor era presente la cantina siciliana Planeta.
Quest’anno le iniziative dello storico locale palermitano hanno ottenuto anche il riconoscimento del presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, che attraverso il suo ufficio ha patrocinato la “spedizione” organizzata dal 18 al 28 agosto dalla Focacceria, che per l’occasione si è associata con l’azienda vinicola Fatascià e il caseificio Ciaccio.
L’appuntamento che più di ogni altro ha catturato l’interesse degli imprenditori locali (e non solo) si è svolto venerdì sera al Bed Tapas & Bar di Pechino, un locale tipico cinese incastonato tra gli Hu Tong (case tipiche cinesi) di Dongcheng District.
Una cena informale – cornice cinese e menu siciliano – alla quale erano presenti più di trecento persone, soprattutto buyers agroalimentari e giornalisti internazionali, ma anche numerosi atleti della spedizione azzurra (tra cui la nazionale di pallanuoto maschile al gran completo) e rappresentanti della stampa italiana. Durante la serata gli ospiti hanno potuto degustare alcuni “cavalli di battaglia” della Focacceria San Francesco: dall’immancabile arancina alle crocchette di latte, dai rigatoni alle focaccine, il tutto accompagnato dai vini dell’azienda palermitana Fatascià di Stefania Lena e dai formaggi prodotti da Antonino Ciaccio a Roccamena, piccolo centro dell’entroterra palermitano. Quest’anno, grazie a un rapporto di collaborazione avviato alcuni mesi fa, a Pechino sono “sbarcati” anche i prodotti del “Forno Campo de’ Fiori”, il noto panificio romano di Fabrizio Roscioli che con la moglie Annamaria ha preparato diverse varietà di pane e biscotti siciliani.
“La Sicilia – ha detto il direttore dell’ufficio Ice per la Cina, Antonino Laspina – ha un potenziale enorme e un brand in grado di attirare milioni di consumatori dall’estremo oriente. Perché oltre ai monumenti, all’arte e alla natura è in grado di offrire prodotti di qualità eccellente, un’ottima cucina e dei vini insuperabili. Le agenzie locali cercano contatti in Sicilia per promuovere pacchetti turistici sofisticati, per offrire ai clienti una località di gran pregio. Ma purtroppo da qualche tempo l’attività di promozione avviata alcuni anni fa si è inspiegabilmente fermata. E solo grazie all’iniziativa e alla temerarietà di imprenditori come Conticello riusciamo ancora a tenere viva l’attenzione verso un mercato che, se non si risveglia, rischia di perdere questo importante treno”.
“L’obiettivo – dice adesso Vincenzo Conticello, alla vigilia del suo rientro in Sicilia – è esportare olio e vino a prezzi competitivi. Perché se è vero che questi prodotti hanno già raggiunto l’estremo oriente, è anche vero che i ricarichi applicati dagli importatori locali sono veramente eccessivi e rendono impenetrabile il mercato. Una bottiglia d’olio da mezzo litro, ad esempio, in Cina costa 22 euro. Con prezzi simili il cinese medio o la grande distribuzione – il vero obiettivo del mercato – non acquisteranno mai i nostri prodotti e quindi non potranno mai apprezzare le nostre prelibatezze. Io credo invece che, considerati i costi all’origine, gli imprenditori siciliani debbano cambiare mentalità e ampliare le loro vedute. Altrimenti il nostro olio e il nostro vino saranno consumati sempre e solamente dagli occidentali che vivono in oriente. E quindi da gente che già conosce il prodotto”.


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