PALERMO – “Il nuovo mutuo da oltre due miliardi di euro che il governo della Regione intende contrarre per coprire somme non versate alle aziende sanitarie, suscita fortissime perplessità”. Lo dice Mario Alloro, deputato regionale del PD e componente della commissione Sanità dell’Ars.
“Soltanto sei mesi fa – dice Alloro – nell’ambito del ‘salvaimprese’, l’Ars ha approvato un altro mutuo da circa un miliardo, con oltre seicento milioni da destinare al pagamento dei debiti nei confronti dei fornitori del servizio sanitario. Allora il governo aveva garantito che si sarebbe coperta tutta l’esposizione debitoria in essere. Adesso scopriamo, invece, che il debito nei confronti del sistema ammontava già allora ad oltre 2.600 milioni di euro”.
“Peraltro – aggiunge il parlamentare democratico – l’importo del nuovo mutuo pari ad oltre 2 miliardi non serve a pagare fatture, ma a restituire alle aziende sanitarie somme che hanno già erogato e che le aziende stesse si erano fatte prestare dalle banche tesoriere in regime di anticipazione di cassa. Anticipazioni di cui, è bene precisare, non si conoscono le finalità. In questo modo i cittadini e le imprese della nostra regione saranno costretti a pagare tre volte: una volta finanziando il sistema sanitario, una seconda volta pagando i debiti accumulati da gestioni improvvide (mutuo di 2,600 milioni con lo stato), una terza volta adesso, con modalità e finalità davvero poco trasparenti, che costringeranno i siciliani, tra l’altro, a pagare sovraliquote Irpef ed Irap, già oggi le più care in Italia, per addirittura trent’anni”.
“Chiederò al governo – conclude Alloro – che prima di procedere all’esame del disegno di legge, venga fornito l’elenco completo dei pagamenti che saranno effettuati con il nuovo mutuo ed il relativo piano di ammortamento. Chiederò, anche, che venga verificata oltre alla costituzionalità, anche la legittimità di una operazione che non si configura certo come una anticipazione di liquidità, bensì come un vero e proprio mutuo per pagare spese correnti. Tutto ciò in quanto è bene evidenziare che questo tipo di operazioni sono, ormai, vietate dalla nostra Carta Costituzionale”.