Almaviva, 2mila posti a rischio| Nessuna sede per i call center - Live Sicilia

Almaviva, 2mila posti a rischio| Nessuna sede per i call center

Fistel Cisl: “L’unica soluzione percorribile è quella di trovare un’unica sede capace di recepire gli oltre 4 mila lavoratori palermitani. La proroga dell’affitto è solo un provvedimento tampone”.

l'azienda di telecomunicazioni
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PALERMO – Più di 2 mila posti di lavoro a rischio e circa mille i dipendenti con contratti di solidarietà. Rimane drammatica situazione degli operatori dei call center Almaviva di Palermo, una delle aziende di telecomunicazioni e tecnologie più grandi d’Italia.

Dopo mesi di trattative e l’incombere dello sfratto per la sede di via Cordova dove ad oggi lavorano circa 1500 operatori, la società ha concesso nel mese di luglio scorso la proroga dell’affitto dell’immobile di proprietà della Fondazione Banco di Sicilia, fino al 31 dicembre. Adesso la palla passa a Comune e Regione che insieme dovrebbero trovare un altro stabile che possa permettere ai 1500 operatori telefonici di continuare a lavorare e ad allontanare il rischio che Almaviva decida di chiudere per sempre la sede di via Cordova. Varie le solunzioni proposte, come l’accorpamento in via Marcellini, altra sede del call center.

Lo spostamento dei dipendenti però, dove lavorano 3 mila persone, provocherebbe un esubero di circa 2 mila unità. Gli spazi dello stabile, infatti sono già tutti occupati e non ci sarebbe spazio per tutti i 1500 operatori di via Cordova. Il problema, secondo quanto riferito dai sindacati, sarebbe il costo dell’affitto della sede di via Cordova che si aggira intorno ai 100 mila euro mensili, un prezzo troppo alto per l’azienda che ha deciso di non rinnovare il contratto stipulato con il proprietario dell’immobile. Il governo regionale da mesi ha approntato un tavolo tecnico con la dirigenza dell’azienda ma ancora nessuna soluzione per i lavoratori.

L’accordo siglato a livello nazionale tra Almaviva e i sindacati che introduceva il contratto di solidarietà per due anni in tutte le sedi e su tutte le commesse scongiurando così i licenziamenti è un’arma a doppio taglio. Ad oggi, infatti, i dipendenti subiscono a turnazione, una riduzione lavorativa pari al 25% su 4 mila operatori con l’utilizzo dei contratti di solidarietà : “L’unica soluzione percorribile è quella di trovare, in via definitiva, un’unica sede capace di recepire gli oltre 4 mila lavoratori palermitani di Almaviva – dichiara Francesco Assisi segretario generale Fistel Cisl Palermo Trapani -. La proroga è solo un provvedimento tampone a tempo determinato, fermo restando che risulta improponibile il trasferimento di tutti i dipendenti nella sede di via Marcellini poichè non ha, di certo, le capacità ricettive”.

Se Comune e Regione non riusciranno a trovare una soluzione entro il 31 dicembre l’azienda potrebbe decidere di spostare il traffico telefonico su altre regioni. Si tratta della cosiddetta ‘delocalizzazione nazionale’. In pratica senza una sede per gli operatori di via Cordova, Almaviva continuerebbe a lavorare su altre regioni italiane ma di fatti gli operatori verrebbero licenziati non essendo possibile accorparli a nessun altra sede.

“La società – conclude Assisi – si è resa diponibile anche a trasferire la sede legale di Almaviva, oggi a Roma, nel capoluogo siciliano, dove tra l’altro lavora la parte più cospicua di operatori a livello nazionale, circa 7 mila unità. In questo modo la Regione potrebbe risparmiare in termini di tasse. E’ stata paventata anche l’apertura di una sede di ricerca tecnologica che potrebbe impiegare circa 200 persone. I propositi ci sono tutti. Adesso basta con i proclami è necessaro trovare una soluzione nel più breve tempo possibile”.


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