Almaviva, l'esodo non seduce | Solo in 60 via volontariamente - Live Sicilia

Almaviva, l’esodo non seduce | Solo in 60 via volontariamente

Foto d'archivio

Solo il 2 per cento dei lavoratori tra Palermo, Roma e Napoli disponibili alle dimissioni volontarie

Call center
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PALERMO – Al piano di esodo incentivato di Almaviva Contact ha aderito poco più del 2 per cento della popolazione del colosso dei call center. Quella che, appena una decina di giorni fa, si è vista dare la possibilità di uscire spontaneamente di scena e lasciare l’azienda. La stessa che, al tempo stesso, 20 giorni addietro rischiava il posto di lavoro a seguito di una vertenza senza precedenti che avrebbe messo a rischio quasi 3.000 dipendenti. Solo 60 persone circa, però, sulle tre sedi di Palermo, Roma e Napoli, sarebbero disposte ad accettare i 1.000 euro di incentivo all’esodo volontario. Dopo l’accordo siglato a Roma dello scorso 31 maggio, l’azienda ha messo in campo una serie di strumenti non traumatici per il destino dei lavoratori e, tra questi, anche la procedura di licenziamento volontario.

Nonostante il patto tra il Governo e la multinazionale dei call center che prevede il ricorso alla solidarietà difensiva, la grave crisi del settore persiste, ed è la stessa che ha portato l’azienda di Marco Tripi ad avviare le procedure di mobilità nei mesi passati. Così adesso, dopo l’uscita da una vertenza sindacale durissima che ha messo a rischio 2.988 posti di lavoro, l’Almaviva Contact pensa al rilancio. E riparte dai numeri. Quasi un milione e mezzo di euro di perdite, ormai attestate, per 1.000 euro lordi di buonuscita, l’unica che al momento l’azienda può garantire.

Un’opportunità per l’azienda raccolta soltanto da 60 telefonisti che, adesso, aspettano il 30 giugno per la conclusione della procedura. Per quel giorno, infatti, verranno formalizzate quelle che adesso sono soltanto adesioni e avviati i licenziamenti volontari. Se le adesioni fossero confermate, l’Almaviva dovrebbe sborsare circa 60mila euro di incentivi. Così, dopo il periodo di preavviso di circa 2 mesi, i lavoratori che avranno aderito tra Palermo, Roma e Napoli, potranno accedere al trattamento Naspi, l’indennità di disoccupazione che, per l’esodo Almaviva, non supera il totale di un mese di stipendio. Indennità che, tuttavia, è stata riservata solo alle sedi a rischio esuberi e non anche a Milano, Rende e Catania.

Intanto sul fronte Governo non sono stati convocati incontri ufficiali. Il tavolo di settore convocato per lo scorso 17 giugno è stato rinviato a data da destinarsi, mentre il primo tavolo mensile di monitoraggio previsto dall’accordo quadro siglato al Mise nella notte di Almaviva dovrebbe essere convocato a strettissimo giro. Nel frattempo sono partiti i nuovi contratti di solidarietà per altri 6 mesi, i primi dei 18 previsti dal nuovo piano di ammortizzatori sociali siglato a Roma, condicio aziendale sine qua non per il ritiro dei 3.000 licenziamenti insieme alle riforme strutturali dell’intero settore dei call center.


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