Altro che cinquanta centesimi |Perché chiude Villa Piccolo - Live Sicilia

Altro che cinquanta centesimi |Perché chiude Villa Piccolo

La legge ignorata, i ritardi nei pagamenti, i conteggi da rifare. La storia di un paradosso.

PALERMO – “Hanno ignorato per anni una legge che destinava i fondi alla Villa, poi hanno ‘dimenticato’ di versare alla Fondazione le quote dei biglietti che dovevano fungere da ‘ristoro’ a quella ingiustizia, alla fine ci hanno detto che i conti erano da rifare perché c’era una differenza di 50 centesimi tra i nostri e i loro conteggi”. La rabbia di Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, sembra rarefatta, più vicina allo stupore, semmai. Al senso di impotenza nei “confronti di una burocrazia regionale folle, che lascia morire tutto”.

Così, i cinquanta centesimi di differenza, appaiono solo come la più classica delle gocce che fa tracimare il fiume del paradosso. Ovviamente, sulla chiusura della Villa Piccolo, residenza a Capo d’Orlando di una famiglia di poeti sognatori e di artisti visionari cugini di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, c’è molto di più.

Un “caso” che affonda a sei, sette, otto anni fa. Anni in cui, racconta Benedetto, alla Fondazione non è stato trasferito ciò che le spettava. Una legge regionale, infatti, prevedeva la distribuzione di un contributo a quattro fondazioni (oltre alla “Piccolo”, anche al Museo del Papiro di Siracusa, alla Fondazione Mandralisca di Cefalù e a quello delle marionette di Palermo). E invece, che succede? “Succede che tra il 2007 e il 2009 – racconta Benedetto – quel contribuo, invece di essere diviso per quattro, è stato diviso per tre, dimenticandosi di assegnare alla Piccolo la quota che le spettava”.

Così, inizia un dialogo tra il cda della Fondazione e la Regione. E i muri di gomma. “In assessorato – ricorda Benedetto – hanno allargato le braccia: non c’era più nulla da fare”. Così, ecco l’idea: “Abbiamo deciso di portare noi i soldi alla Regione, a patto di poter essere in parte ‘risarciti’”. E il risarcimento era tutto in una quota dei biglietti di ingresso per una mostra degli acquerelli di Casimiro Piccolo (“Fantasia visionarie”) che nel 2015 si è tenuta al teatro greco di Taormina: “A noi spettava meno di un euro per ogni biglietto”, precisa il presidente dimissionario della Fondazione.

Ma la mostra è un successo, così la Fondazione attende il trasferimento della quota dei biglietti che le spettava sulla base degli accordi: circa 186 mila euro. E invece, nulla. La Regione fa sapere che la Fondazione riceverà la sua parte solo alla fine della mostra, prevista per novembre: “Se lo avessimo saputo fin dall’inzio – protesta Benedetto – non saremmo nemmeno partiti, visto che abbiamo dovuto sostenere spese non indifferenti per mettere su una esposizione di così alta qualità”. Ma una volta finita la mostra, cioè negli ultimi giorni di novembre, Benedetto torna in assessorato per ricevere finalmente notizie sul pagamento. “A quel punto – ricorda – i funzionari hanno iniziato a tirare fuori mille problemi tecnici. E così hanno continuato per mesi. Fino all’ultima follia: ci hanno detto che esisteva una differenza di 50 centesimi tra i nostri e i loro conteggi e che bisognava ricominciare da capo. A quel punto…”. A quel punto il cda ha deciso di dimettersi in blocco. Puntanto fortemente il dito contro la politica e soprattutto la burocrazia regionale: “Oggi è una pagina triste per la Sicilia e non solo. E anche per la cultura. La demenziale inettitudine della più famigerata burocrazia regionale, – si legge nella lettera di dimissioni del cda – unita all’incapacità e al disinteresse di una classe politica a porre argine a tanta nefasta invadenza hanno compiuto il misfatto. I ritardi e le ottusità della Regione hanno portato l’istituzione culturale sull’orlo del collasso”.

Dalla Regione, però, si difendono. Il problema sarebbe puramente “tecnico” e lagato ai passaggi necessari prima per fare i conteggi, poi per creare un capitolo di bilancio in uscita, per trasferire i soldi alla Fondazione. “Dopo che si è conclusa la mostra a novembre scorso – ha spiegato l’assessore ai Beni culturali Carlo Vermiglio – il dipartimento ha proceduto all’accertamento di quanto incassato, un dato indispensabile per quantificare la somma da corrispondere alla Fondazione. Subito dopo, lo stesso dipartimento ha richiesto all’assessorato all’Economia di istituire il capitolo in uscita per procedere al pagamento. Si è in attesa di questo passaggio che, da informazioni assunte all’assessorato all’Economia, si concretizzerà nei prossimi giorni”. Quando verranno, probabilmente, erogati i 180 milioni. E anche, magari, i restanti 50 centesimi.


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