Altro che vitalizi, ecco il gran regalo | Crocetta riempie di soldi i suoi cari - Live Sicilia

Altro che vitalizi, ecco il gran regalo | Crocetta riempie di soldi i suoi cari

Rinnovato il contratto di Palma. Promozioni nel gabinetto del presidente. I costi degli esterni.

I fedelissimi
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PALERMO – Da un lato chiede tagli e sacrifici. Dall’altro, spende e promuove. Sembrano due persone diverse, il Crocetta ospite delle trasmissioni televisive e quello che amministra gli uffici della Regione lontano dalle telecamere. Mentre, ad esempio, punta il dito contro i vitalizi degli onorevoli, il muro basso, ormai, del populismo imperante, il governatore, nella penombra rassicurante di Palazzo d’Orleans, conferma a capo dei dipartimenti dirigenti generali esterni, assai più costosi dei dipendenti di ruolo, e “premia” i fedelissimi dei suoi uffici di gabinetto.

Rinnovo per Palma

Di pochi giorni fa, ad esempio, è la conferma per quattro anni, del dirigente generale dell’Ufficio legislativo e legale Romeo Palma. Un dirigente assai speciale, a dire il vero. Perché è uno dei due esterni a capo dei dipartimenti regionali. Ossia dirigenti “non di ruolo”, chiamati direttamente dal governatore. Una posizione assai peculiare, giustificata dalle eccezionali qualità professionali del burocrate, magistrato della Corte dei conti con un curriculum di tutto rispetto.

Ma come detto, quella nomina costa. Perché Palma (e il discorso vale anche per gli altri esterni) è destinatario di un contratto “privato” col presidente della Regione. Uno status, ad esempio, che ha fatto sorgere dubbi sull’applicazione, nel caso di Palma, del tetto da 160 mila euro fissato proprio da Crocetta. Proprio su quel tetto, filtra dagli uffici della Regione, un contenzioso è in atto. Nonostante ciò, Crocetta ha deciso di scegliere lui, tra i tanti dirigenti. E lo ha fatto dopo una strana verifica sui requisiti degli altri burocrati. Una verifica compiuta, si legge tra gli atti che accompagnano la delibera, tra i dirigenti di prima e seconda fascia. Peccato che pure i muri dentro la Regione sappiano che, ad esempio, di dirigenti di prima fascia, dopo il pensionamento di Marco Salerno (che comunque Crocetta aveva pensato bene di relegare al Centro regionale catalogo), non ce n’è nemmeno uno. E allora si è passati alla seconda fascia: e lì, sono solo due i laureati in giurisprudenza (Ignazio Catagnano e Salvatore Giuffrida). Ma questi ultimi non possiedono, secondo la Regione, titoli all’altezza di quelli di Palma. La ricerca si è fermata lì. Ed è un fatto curioso. Ma a suo modo spiegabile.

Una recente sentenza del Tar che respingeva il ricorso di due dirigenti contro l’incarico conferito a Patrizia Monterosso, infatti, sostanzialmente affermava la necessità che, per la nomina di un dirigente generale, si attingesse solo dalla prima o dalla seconda fascia. Peccato però che, esclusi proprio i casi Palma e Monterosso, a capo di tutti i dipartimenti regionali, compresi i più delicati, oggi si trovino solo dirigenti di terza fascia. Nessuno di questi, però, è stato nemmeno preso in considerazione come possibile (e più economico) sostituto di Palma.

Prima di Palma, la Monterosso

Tant’è. Palma si aggiunge all’altro esterno d’oro di Crocetta. Che pochi mesi fa ha rinnovato il contratto al Segretario generale Patrizia Monterosso, sulla quale grava oggi una condanna della Corte dei conti per la vicenda degli extrabudget e un processo in cui è imputata con l’accusa di peculato. Anche la Monterosso, quindi, che alcuni anni fa – ai tempi di Lombardo – fu considerata inidonea a ricoprire l’incarico di dirigente generale, è un “lusso” che il presidente della Regione si concede, visto che anche lei (che nel frattempo ha acquisito l’esperienza necessaria per svolgere quel ruolo), come Palma e gli altri esterni costa qualche decina di migliaia di euro l’anno in più, rispetto a un dirigente di ruolo al quale verrebbe riconosciuta in più solo la parte variabile e non un intero stipendio, come accade per gli esterni.

Le promozioni nei Gabinetti

E i tagli? E i risparmi invocati in televisione? E i privilegi da eliminare? Se entri negli uffici di gabinetto, sembra dissolversi l’eco di quelle denunce. Perché negli uffici di staff del presidente si fa carriera. E gli stipendi crescono, di mese in mese. È il caso, ad esempio, di due uomini assai vicini al governatore, e non a caso tra i componenti e gli animatori del suo nuovo movimento “Riparte Sicilia”. È il caso Enrico Vella, nato a Gela, che dal 16 dicembre del 2016, dopo aver svolto – si legge in un decreto di Crocetta – mansioni da funzionario, è stato “promosso” a dirigente, con l’incarico di capo di gabinetto Vicario, al fianco di Giulio Guagliano. Per lui, verosimilmente – la retribuzione non è ancora pubblicata sul sito della Regione – un incarico che oscilla tra i 65 mila e gli 80 mila euro lordi l’anno.

Promozione anche per Giancarlo Costa: da funzionario a dirigente anche lui, stavolta della segreteria tecnica. In questo caso, il sito della Regione offre qualche dettaglio in più sulla retribuzione: fino a 74 mila euro lordi tra retribuzione fissa, variabile e di risultato. Costa, che è anche il figlio di Elisa Nuara, ex vicesindaco di Crocetta e nominata dallo stesso governatore come componente del Consiglio di giustizia amministrativa, nel frattempo ha ricevuto altri incarichi: oggi vanta quello nel cda dell’Ast (28 mila euro lordi) che aggiunge agli altri compensi. In quella società alla quale Crocetta avrebbe dovuto “mettere le ali” e che ha invece affidato a un altro fedelissimo e militante di “Riparte Sicilia”, cioè Massimo Finocchiaro.

Tutto normale, si dirà: sono nomine fiduciarie. Ma non è proprio così. E a sollevare dubbi su queste promozioni è… un altro esterno. Proprio quel Romeo Palma di cui abbiamo parlato prima. È lui, infatti, a spiegare con un suo parere dell’aprile del 2013 – tra l’altro richiesto proprio da Crocetta – che, per ricoprire incarichi dirigenziali negli uffici di gabinetto non è sufficiente la laurea. Ma a questa vanno aggiunti “una comprovata qualificazione professionale”, lo svolgimento di “funzioni dirigenziali per almeno un quinquennio in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private” o ancora una “specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e post-universitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate per almeno un quinquennio o che provengano dai settori della ricerca, della docenza universitaria, delle magistrature e dei ruoli di avvocati e procuratori dello Stato”.

Dove non serve la laurea, invece, è alla Segreteria particolare. Da lì, è andata via Nelli Scilabra, che ha “traslocato” all’ufficio di gabinetto. Ma nemmeno alla Segreteria, Crocetta ha voluto privarsi di una “promozione”: è il caso di Alessandro Balsamo, giunto a capo di quell’ufficio. Per lui, ecco uno stipendio che può giungere fino a 83 mila euro lordi.

Ma non solo dirigenti. Sono altri i militanti politici e i fedelissimi di Crocetta il cui stipendio viene garantito dai siciliani. È il caso di Giuseppe Caudo, già leader del Megafono a Catania e tra i più attivi animatori di “Riparte Sicilia”, istruttore nell’ufficio di gabinetto; la già citata Nelli Scilabra, con incarico di funzionario e Giuseppe Comandatore, promosso da collaboratore a funzionario (col doppio salto dalla categoria “B” alla categoria “D”), ma della segreteria particolare. I loro stipendi non sono noti. E gli uffici di gabinetto di Crocetta, ovviamente, non sono molto diversi da quelli dei suoi assessori in giunta.

Nessuno di questi si priva infatti dei costosi “esterni”. Fedelissimi e militanti politici pagati con soldi pubblici. Quanti soldi? È la Regione stessa a rispondere, tramite un periodico report dei costi. Costi che sono aumentati, in tre mesi, del 30 per cento. Dal milione e mezzo di settembre, ai due milioni tondi registrati nel solo quarto trimestre. Per farla breve, in un anno gli esterni negli uffici di gabinetto sono costati oltre sei milioni di euro. Un terzo dei vitalizi degli ex deputati. Chiudere le porte degli uffici di staff agli esterni (come aveva proposto l’allora capogruppo Pd Antonello Cracolici, prima di diventare assessore e riempire i suoi uffici di gabinetto di fedelissimi), consentirebbe di ottenere risparmi di gran lunga superiore a quelli previsto dai tagli alle onorevoli pensioni. Ma questo, in televisione non si dice. Questo, in televisione, è meglio non dirlo.


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