Amat, Orlando sceglie Cimino| Ora il valzer del rimpasto - Live Sicilia

Amat, Orlando sceglie Cimino| Ora il valzer del rimpasto

Il sindaco completa la squadra dei presidenti delle partecipate. Ecco i nomi.

PALERMO – Il sindaco Orlando rompe gli indugi e dopo i successi del Festino, noncurante dei mal di pancia di Sinistra Comune, nomina Michele Cimino alla presidenza dell’Amat. Una scelta che va incontro alle richieste di Sicilia Futura che si era già vista bocciare il primo candidato, ossia Domenico Macchiarella, che adesso dovrebbe diventare vicepresidente di Amg; il primo cittadino aveva chiesto a Edy Tamajo un’altra opzione e si è così concretizzata la pista che porta a un politico di lungo corso.

Cimino, avvocato e docente universitario, ha infatti alle spalle un cursus honorum di tutto rispetto: esperto di bilanci e pubblica amministrazione, è stato più volte deputato e assessore nel centrodestra ai tempi di Cuffaro e Lombardo (Forza Italia, Pdl, Grande Sud), perfino vice governatore, salvo poi passare alla formazione guidata da Totò Cardinale. Tamajo ha fatto valere l’esperienza di Cimino in materia di bilanci, cosa che potrebbe tornare utile all’Amat, e Orlando ha accettato (anche perché sarebbe stato difficile dire no per la seconda volta consecutiva).

Il nome di Cimino, però, aveva creato malumore in Sinistra Comune: la lunga militanza nel centrodestra rendeva il profilo dell’ex assessore indigeribile per Giusto Catania e compagni. Ma il sindaco, nonostante le rimostranze di Sc e la richiesta di un incontro ufficiale in settimana, ha tirato dritto per la sua strada e deciso di completare il quadro delle presidenze. Cimino è l’unico politico e, come detto, va all’Amat in quota Sicilia Futura; per il resto si tratta di tecnici, ossia Giuseppe Norata alla Rap (area dem) e Mario Butera in Amg (indicato da Sinistra Comune). Confermati gli orlandiani Maria Prestigiacomo all’Amap, Francesco Randazzo alla Sispi e Antonio Perniciaro alla Reset.

“Nella scelta degli amministratori unici – afferma il sindaco – ho voluto attenermi a quei criteri di professionalità, competenza ed esperienza che sono indispensabili nella gestione di aziende pubbliche, proprio perché il carattere pubblico dei servizi essenziali è e rimane l’elemento chiave. Questo elemento di scelta, che è prettamente politico, costituisce uno degli elementi di forza collanti della coalizione di governo della città, fatto proprio da tutte le forze politiche che hanno sostenuto la mia candidatura e il mio programma votato dagli elettori”. Una stoccata neanche troppo velata, rivolta proprio a Sinistra Comune.

“Una squadra – continua Orlando – che conferma prima di tutto la visione politica di questa Amministrazione relativamente alle aziende di servizio e cioè che tali aziende e tali servizi devono restare pubblici a tutela degli interessi dei cittadini. Allo stesso tempo, una squadra che conferma che a questo principio basilare si può e si deve affiancare sempre quello della competenza e dell’esperienza, che sono garanzia della qualità nella gestione delle aziende stesse”.

La partita delle partecipate adesso si può considerare veramente chiusa, anche se bisognerà aspettare qualche giorno per l’ufficializzazione delle nomine nelle varie assemblee dei soci; inoltre per il momento, come previsto per legge, il Professore ha nominato amministratori unici: servirà poi una decisione ad hoc delle assemblee per creare i cda, che avranno due caselle disponibili da riempire. Ma questa è un’altra storia.

Adesso si apre però il risiko del rimpasto, previsto per fine mese. Il sindaco è atteso da due settimane di trattative serrate con i partiti per rivoltare come un calzino la giunta: sarebbero solo tre gli assessori sicuri di restare (Marino, Mattina e Cusumano), mentre gli altri restano in bilico. Pd, Sicilia Futura e Sinistra Comune dovrebbero indicare un nome a testa (forse due per i dem), mentre gli altri saranno appannaggio del Professore.

LE REAZIONI

“Esprimo il mio apprezzamento a nome del gruppo consiliare del Partito Democratico per la scelta dei nuovi presidenti delle società partecipate nominati dal sindaco. ​ ​ L’individuazione di profili di spessore indica con chiarezza la direzione da percorrere. La competenza e l’esperienza dimostrate dai neo presidenti consentiranno di agire garantendo solidità e qualità dando così nuova linfa alle aziende e più certezze ai lavoratori”. Lo afferma il capogruppo del Pd a Sala delle Lapidi, Dario Chinnici.

“La spartizione delle poltrone per le società partecipate alle varie, distinte e contraddittorie forze della maggioranza si è conclusa. Il Pd, Sicilia Futura e Sinistra Comune hanno avuto ciò che avevano richiesto; sembra essere piombati, di colpo, di nuovo, nella Palermo degli anni ’80. E adesso si avvierà la giostra delle spartizioni dei posti in Giunta. Nel frattempo la città continua a sprofondare, fra l’incuria e l’incapacità dell’amministrazione, tra sporcizia, degrado e disservizi. A Cimino, politico di vecchia data che ha attraversato tutto l’arco politico siciliano (da Forza Italia al Pd, passando per importanti ruoli nei governi Cuffaro e Lombardo) e che ben rappresenta la nuova restaurazione trasformista del Sindaco, richiediamo, da subito, di essere capace di difendere gli interessi dell’Amat contro il Comune che con la richiesta di oltre 46 milioni di euro, rischia di determinarne il fallimento”. Lo afferma in una nota il gruppo Consiliare del M5s.

“Attendiamo di conoscere l’esito del rimpasto di giunta per fare una valutazione complessiva. Nel frattempo invitiamo Chinnici a non parlare a nome di tutto il Pd, che rappresenta sempre meno a cominciare dal gruppo consiliare”. Così in una nota il coordinamento Palermo2017, gruppo ispirato dai PartigianiDem.

“Auguro agli amministratori unici delle partecipate del Comune di Palermo, sia quelli confermati che quelli di fresca nomina, di avviare una stagione nuova per le aziende. L’obiettivo deve essere quello di proseguire nel percorso già tracciato, potenziando le aziende in salute e trovando le giuste misure per quelle in difficoltà come Rap o Amat, in modo da assicurare un servizio dignitoso per tutti i cittadini di Palermo”. Lo dice il capogruppo di Palermo 2022 e membro della commissione Bilancio Antonino Sala.

“La nomina di Michele Cimino, se confermata, sarà solo una ulteriore prova dello stato di abbrutimento della politica cittadina. Cimino è certamente qualificato per l’incarico, ma la scelta è in tutta evidenza una scelta politica che riporta in auge a Palermo i relitti di quello che fu l’impero di Forza Italia e di quel funesto 61 a 0 foriero più di sventure che di successi per Palermo e la Sicilia. Chi ha votato per Orlando non si aspettava certo che avrebbe dato nuovamente ruolo, voce, parola e potere a quella Forza Italia di Micciché, responsabile dei tanti disastri cittadini proprio da lui denunciati. Ancora una volta Orlando dimostra che le sue mire politiche vengono prima del bene della città. Si tratta ovviamente di un modo per puntellare una maggioranza sempre più sgretolata e per consolidare i rapporti decisamente amichevoli tra certi vecchi partiti e modi di fare politica e l’amministrazione. A questo punto mi aspetto che il sindaco al prossimo festino, insieme alla maglietta rossa, sventoli anche una bella bandiera di Forza Italia”. Lo dice il consigliere comunale Igor Gelarda.

 


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