PALERMO – La curatela fallimentare di Amia e Amia Essemme ha reso pubblico il disciplinare di gara per la vendita del ramo d’azienda che comprende i 2390 lavoratori e i beni mobili. Al momento attuale mezzi e dipendenti sono affittati dal Comune alla cifra di 99 mila euro al mese. Alla fine, dunque, i curatori hanno deciso che il diritto di prelazione vantato dal Comune per l’acquisto a titolo definitivo potrà scattare soltanto al termine della procedura di gara, quando si potranno valutare le eventuali offerte pervenute: il quel caso piazza Pretoria, per poter esercitare la propria opzione, sarà costretta perlomeno a pareggiare l’offerta migliore.
La decisione della curatela è in netta contrapposizione con l’ipotesi avanzata dal Comune, che aveva richiesto a gran voce, anche per bocca dello stesso sindaco Leoluca Orlando, di far scattare il diritto di prelazione a prescindere da una procedura competitiva. Il motivo della richiesta è semplice: così facendo i tempi per la cessione si sarebbero ridotti a soli cinque giorni. Tanti ne bastano, infatti, perché l’affittuario, in questo caso l’amministrazione comunale, decida se accollarsi o meno il prezzo stabilito dalla curatela. Con un bando di gara, invece, i tempi si allungano perché la scadenza dei termini è fissata per le ore 10 del 20 settembre e altri giorni passeranno, in caso di mancate offerte, per l’acquisto da parte di piazza Pretoria, con la conseguenza che nel frattempo potrebbero ulteriormente allargarsi i debiti della Rap, l’azienda che ha sostituito l’Amia nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
Senza l’acquisto del ramo d’azienda, infatti, Palazzo delle Aquile non può procedere alla ratifica del nuovo contratto di servizio e pertanto non può far confluire nel bilancio della Rap i soldi incassati dalla Tares. Inoltre, si restringono i tempi per arrivare all’approvazione del bilancio previsionale entro il 30 novembre, termine fissato per legge. Ecco perché il sindaco aveva ribadito a più riprese la necessità di fare in fretta. Mario Serio, uno dei tre curatori fallimentari, sottolinea però che “l’esigenza di accorciare i tempi, che è molto seria, è stata tenuta nel massimo conto, come testimonia la scadenza del 20 settembre, un termine assolutamente compatibile con quello del 30 settembre per l’approvazione del bilancio. Ma le leggi nazionali in materia di fallimento e perfino gli ordinamenti comunitari ci hanno obbligato a procedere con la massima trasparenza”.
“Secondo la nostra interpretazione dell’articolo 104 bis della legge fallimentare – continua Serio – la comunicazione della formazione del prezzo al titolare del diritto di prelazione può avvenire solo in esito alla procedura del bando. Questa interpretazione è stata stabilita con la massima attenzione alla presenza di tutti gli organi fallimentari, inclusi il comitato dei creditori e il giudice delegato e si è ritenuto unanimemente che non si potesse procedere altrimenti eliminando il ricorso alla procedura competitiva. È la legge a imporre che ci siano pluralismo e trasparenza – conclude il curatore – e non è possibile che soggetto affittuario e soggetto cessionario coincidano in via automatica”.
Per acquisire uomini e mezzi di Amia e Amia Essemme, l’offerta minima non dovrà essere inferiore a 5,9 milioni di euro, dei quali 4,59 per Amia e 1,31 per Amia Essemme. L’acquirente si dovrà impegnare a mantenere tutti i livelli occupazionali e a versare immediatamente una cauzione di 300 mila euro a garanzia dell’adempimento dei propri obblighi contrattuali. Il bando di gara verrà pubblicato su alcuni quotidiani nazionali e su alcune agenzie stampa.