CATANIA – Motori pronti a partire nei cinque comuni della provincia etnea chiamati al voto. Liste e candidati saranno depositati ufficialmente mercoledì 30 aprile. Intanto, però, la griglia di partenza è in buona parte delineata. Così, almeno, ad Acireale, il centro più importante chiamato a rinnovare sindaco e consiglio comunale. Su 58mila abitanti, saranno in 35mila gli aventi diritto, il 25 maggio, a decidere chi sarà il successore di Nino Garozzo alla carica più alta di Loggia Giuratoria. Punta su Michele Di Re il centrodestra a trazione Forza Italia. Centrosinistra, invece, in ordine sparso. Il Partito democratico schiera Sebi Leonardi, candidato che piace anche alla lista centrista vicina a Santo Primavera. L’Udc Nicola D’agostino sostiene, invece, il candidato civico – scelto con il metodo delle primarie – Roberto Barbagallo. È espressione del progetto Acireale Bene Comune Michele Alì; mentre il M5s punta tutto su Salvo Raciti. In campo pure i candidati Mario Di Prima e Marcello Monaco. Quest’ultimo civico, sì, ma vicino – secondo i rumors – al Nuovo Centrodestra di Pino Firrarello.
Piazza incandescente quella di Motta Sant’Anastasia. Tenta la riconferma il sindaco uscente, di area autonomista, Angelo Ercole Giuffrida. A sfidarlo ci sono in primo luogo tre candidati espressione del centrosinistra. Prossimo a Luca Sammartino, deputato regionale di Articolo 4, è Anastasio Carrà, attuale presidente del Consiglio comunale. Doppia candidatura, tra le polemiche, invece, per i democratici. Da un lato c’è infatti il liberal Daniele Capuana, sostenuto da Megafono, Scelta Giovane e renziani; dall’altra Danilo Festa, segretario del circolo cittadino del Pd, che rivendica per se la titolarità del simbolo. Una questione sulla quale la segreteria provinciale del partito non ha sciolto la riserva. Compatto, invece, il Movimento cinque stelle che si stringe attorno a Giancarlo Amato. In campo anche il civico Concetto Roccasalva. Fuori dalle sigle ufficiali pure Salvatore Scuderi, che i più danno prossimo al sottosegretario all’ agricoltura Giuseppe Castiglione.
Aci Castello. È il centrodestra storico a tirare la volata per il secondo mandato di Filippo Drago. Con lui, infatti, Forza Italia, Nuovo Centrodestra, autonomisti e tre civiche. A contendere la poltrona di primo cittadino c’è la pentastellata Leda Adamo. Si registrano anche qui scricchiolii nel centrosinistra. Il Pd si stringe attorno a Maurizio Marino, candidato che piace anche all’ex sindaco in quota Sel, Paolo Castorina. Non ci sta invece il Megafono. Nei mesi scorsi il coordinatore provinciale Giuseppe Caudo annunciava: “Ad Aci Castello stiamo facendo la lista più forte tra le città al voto. Lì abbiamo un circolo molto plurale e con una grossa presenza di donne al suo interno”. Oggi, però, il movimento che fa capo al Presidente della Regione sembrerebbe puntare sulla destrorsa Carmencita Santagati, già assessore sia a Catania che nel comune castellese. Un nome di esperienza, che scompaginerebbe tuttavia le coalizioni tradizionali. A sostenerla ci sarebbero, infatti, non solo gli esponenti del Megafono, ma i delusi dello scudocrociato e dell’ex Pdl.
Sfida in chiave del tutto civica invece a Ragalna. Scende nell’agone Vittorio Carone, uomo storico di Ignazio La Russa, attuale presidente del consiglio comunale e già sindaco fino al 2004. L’area centrista punta invece su Salvo Chisari, che nei mesi scorsi si è fatto interprete di istanze a favore del “rinnovamento della classe dirigente”. Schiera, invece, il docente Roberto Fonte il movimento di Beppe Grillo. Negli scorsi giorni era circolato anche il nome di Nino Gulisano, socialista storico e suocero di Mauro Mangano, sindaco di Paternò. La sua candidatura, però, è stata ritirata nelle ultime ore.
Quadro assai più semplice a Zafferana Etnea. Disputa al maggioritario tra l’uscente Alfio Russo e l’avvocato Giuseppe Licciardello, che vanta un’esperienza amministrativa come assessore all’Urbanistica nella giunta di Filadelfo Patanè, il sindaco che ha governato il paese fino a cinque anni fa. Nei mesi scorsi sono circolati anche i nomi di Giuseppe Sapienza, ex vice di Alfio Russo, dimessosi per divergenze con il sindaco, e dell’autonomista Alfio Barbagallo, ex consigliere provinciale e già candidato alle regionali del 2012. Entrambi, però, si sono resi indisponibili.