Amministrative: Faraone, mettersi in riga? Evitate di sprecare fiato

Amministrative: Faraone, mettersi in riga? Evitate di sprecare fiato

Commenti

    Ma con quale coraggio o sfacciataggine scrivi che “mai nessuno potrà tacciarti di incoerenza”
    Dimentichi che un giorno gridavi: mai con i 5 stelle e il giorno dopo tu e il tuo partito siete stati i primi ad allearvi, alla faccia dell’incoerenza.
    Continua pure a prenderti in giro, sei giovane e farai carriera(?)

    Fin adesso l’unico politico coerente è Giorgia Meloni.

    Lieto di aver pronosticato il 4 aprile scorso la saggia scelta di oggi di Davide Faraone di convergere sulla candidatura civica di Roberto Lagalla nell’ottica di un centro moderato e riformista e da me già da tempo incitato e sostenuto. Mi auguro che presto altri raggruppamenti centristi si orientino in tal senso.
    Resta la mia stima personale nei confronti di Franco Miceli che ha accettato con spirito di servizio di farsi carico delle pesanti contraddizioni della Sinistra, a cui un turno di riposo nel governo della Città non potrebbe che giovare.

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L'ho conosciuto tanti anni fa. Sono stato un assiduo cliente della libreria fino alla chiusura. Grande figura di siciliano, di grande serietà e gentilezza. La sua signorilità contrasta con i tempi attuali. E purtroppo i cafoni parvenu avanzano....

Condivido pienamente. E’ mia opinione, comunque, che “appartenere” ad un quartiere definito “nobile”, piuttosto che ad uno di periferia e “difficile”, rappresenta soltanto un caso. Nella nostra città anche in quartieri discutibili sono emeri uomini che hanno fatto la storia. Poi, sappiamo bene che il cittadino palermitano è assai particolare, sotto diversi aspetti e sappiamo che è proprio la condotta quotidiana dei palermitani che, sovente, lascia molto a desiderare, a prescindere dal quartiere di provenienza. Certo, non vi è dubbio che alcuni quartieri di periferia sono, con le dovute eccezioni, nell’assoluta illegalità. In questo caso, la responsabilità del cittadino palermitano che vive in quel quartiere difficile non è soltanto riconducibile alla “nota condotta” del palermitano, volendo generalizzare: c’è, in questo caso, un assoluto e cronico abbandono del territorio da parte delle Istituzioni. Partecipavo a comizi elettorali quando avevo vent’anni e da allora sono trascorsi 43 anni: sento sempre gli stessi discorsi, ma quei quartieri, nel tempo, vivono un allontanamento dello Stato sempre più marcato. Non è un caso che in quei quartieri, da una parte c’è chi prevarica nella consapevolezza della impunibilità, o quasi; dall’altra c’è chi prova a vivere una vita normale, ma si tratta del cittadino costretto a vivere l’altrui sopraffazione. E’ crescente, e non potrebbe essere diversamente, l’assoluta e comprensibile diffidenza e distacco quali “sentimenti” avvertiti da tutti i cittadini che vivono nei quartieri difficili nei confronti delle Istituzioni: chi subisce, è rassegnato all’abbandono, chi prevarica, sfrutta l’abbandono. Più che vivere in un quartiere come lo Zen per qualche giorno, dove indubbiamente c’è un grande spaccato di società sana, c’è da rivendicare in maniera netta un inizio di presenza dello Stato (assente da sempre!), cominciando ad offrire i servizi essenziali mai dati e che oggi, più che mai, non possono essere ancora rimandati e, peggio, sottaciuti in un consorzio civile che abbia la pretesa di essere definito tale.

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