Amt, il bilancio di Puccio La Rosa |Ecco l'azienda che lascio a chi verrà - Live Sicilia

Amt, il bilancio di Puccio La Rosa |Ecco l’azienda che lascio a chi verrà

L'ormai ex numero uno di Amt - ieri il sindaco ha azzerato i cda delle partecipate - racconta il lavoro svolto.

il consuntivo
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CATANIA – Otto mesi. Forse qualche giorno in più, ma comunque meno di un anno di presidenza. Eppure, nonostante il poco tempo a disposizione, i risultati pare siano evidenti. Almeno stando alle parole di Puccio La Rosa, da ieri ex presidente dell’Amt, Azienda metropolitana trasporti di Catania, che traccia un bilancio quanto fatto in questo tempo, alla luce soprattutto delle gravi difficoltà in cui sembrava trovarsi l’azienda appena un anno fa, quando si paventava il fallimento.

Scelto in quota Luca Sammartino dalla passata amministrazione guidata da Enzo Bianco, l’avvocato con una lunga esperienza in consiglio comunale,  lascerà il posto a qualche “collega” legato al neo sindaco Pogliese. Ma lui, l’ex esponente di An, ci tiene a spiegare come il lavoro svolto sia stato da tecnico. “La scelta sul mio nome – afferma – è stata fatta dalla politica ma era di carattere tecnico, nei confronti di chi, come me, conosce bene questa azienda, alla quale mi sono interessato da consigliere comunale e da componente della commissione. La mia nomina – continua –  è stata fatta sula base di un ragionamento: cercare di tenere in piedi l’azienda e di proiettarla verso il futuro. Insieme alle colleghe Mandarano e Di Serio, due grandi e valide professioniste che ringrazio per l’attività che hanno svolto, credo che abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissi.

Che situazione lascia in azienda che fino a poco fa sembrava sull’orlo del fallimento?

Credo di aver vinto l’impegno e la scommessa che avevo fatto con Catania e i suoi cittadini, ne momento in cui ho accettato l’incarico. Non posso dimenticare gli amici che mi dicevano che volevano bruciarmi perché l’azienda era fallita. Quando sono arrivato, c’era un debito storico di oltre 60 milioni di euro. Abbiamo lavorato da una parte per risanare il debito e, dall’altra, per cercare di risanare l’azienda e migliorare il servizio del trasporto pubblico.

Quali sono gli obiettivi che avete raggiunto?

Abbiamo evitato il fallimento, che sembrava dietro l’angolo. Siamo riusciti, durante la mia prima esperienza, dura cinque mesi, a svolgere attività di pressing nei confronti della Regione e abbiamo chiuso un accordo transattivo che ha permesso di recuperare i tagli ai contributi regionali del periodo 2012 – 2016.  Siamo riesciti anche ad avere risorse aggiuntive per 2,3 milioni di euro che hanno consentito di riequilibrare il sistema economico della società; abbiamo definito un’importante operazione di cessione pro soluto dei crediti sia comunali che regionali con un istituto bancario che, sulla base del piano di risanamento che abbiamo fatto, ha permesso all’azienda di recuperare sul piano finanziario e sul piano della cassa, di rimettersi in equilibrio e di potersi rilanciare. Abbiamo abbattuto il debito di quasi il 36 per cento rispetto all’inizio. Siamo partiti al 31 agosto 2017 con un debito di 56 milioni. Oggi sono riuscito a portarlo a 35 milioni di euro. Con questa riduzione del debito siano riusciti a recuperare credibilità e a creare economie positive. Abbiamo risparmiato così 2,1 milioni.

Che altro?

Grazie per esempio all’operazione che abbiamo messo in piedi di definizione agevolata dei debiti previdenziali e fiscali, le somme che risparmieremo e che si libereranno nel bilancio del 2018 che sono circa 850 mila euro, andranno a coprire il 20% del cofinanziamento per l’acquisto di 28 autobus nuovi che abbiamo già avuto finanziati per circa 5 milioni di euro attraverso i fondi della Legge Delrio. Il secondo obiettivo che ci siamo dati è stato investire nella programmazione per cercare di riprendere la nostra missione, cioè fare funzionare il trasporto pubblico locale.

E oggi il servizio funziona?

Quando sono arrivato in azienda giravano in città appena 60 autobus al giorno. La prima cosa che ho fatto è stato riorganizzare il settore dell’officina, che presentava carenze, mancavano i pezzi di ricambio. Ho modificato il sistema organizzativo e quello di approvvigionamento dei pezzi di ricambio, approfittando dello scadere della gara di appalto. Abbiamo bandito una gara dall’importo più basso e abbiamo preteso che le scorte minime di magazzino non le dovesse acquistare Amt ma le dovesse tenere l’azienda che ci fornisce i beni, dandoli all’azienda nell’arco di 24 ore. Questo ha sbloccato il meccanismo diabolico che impediva la riparazione dei mezzi. Grazie anche alla collaborazione del personale e delle organizzazioni sindacali siamo riusciti a metter in campo tutto quello che era possibile, tant’è che oggi viaggiamo con una media di 100 bus al giorno. A settembre arriveranno a Catania i bus acquistati con i fondi del Pon metro. 42 autobus nuovi a cui se ne aggiungono altri 6 che abbiamo acquistato dall’Atm di Milano. 48 nuovo bus che permetteranno di mettere in strada ogni giorno 120 mezzi e di avere mezzi nuovi e di scorta. Tra il 2018 e il 2019 sarà svecchiato il parco auto di Amt che passerà da età media di 15 anni a una di tre anni.

Quali altre attività avete messo in campo? 

Beh, a partire da settembre tutti i mezzi radiolocalizzati. Anche i sistemi informatici erano inadeguati e non erano mai stati ammodernati. Abbiamo proceduto all’acquisto di nuovi programmi per le buste paga, per effettuare la vestizione del servizio, dei programmi di contabilità. Tutte cose che abbiamo fatto non sprecando risorse ma in economie.

Riguardo le assunzioni?

Nel momento in cui ho approvato il bilancio 2017, un bilancio che porta finalmente l’azienda in utile di 1,2 milioni destinato al ripiano delle perdite degli anni precedenti, abbiamo approvato un documento di valutazione rischi e il budget del triennio, inserendo la programmazione per lo sviluppo dell’azienda nei prossimi due anni. Abbiamo insomma determinato una sorta di pre piano industriale, prevedendo tagli, spese ed entrate. Abbiamo previsto i fondi per assumere 40 autisti che serviranno quando arriveranno i nuovi autobus. Potrebbero andare in servizio già dal gennaio 2019.

Quali altre novità che lascia in eredità?

Abbiamo approntato una convenzione con l’università di Catania che permetterà, dal prossimo anno accademico, di dotare ogni studente di un abbonamento che permetterà di usare sia l’autobus che la metropolitana. Questo consentirà ad Amt di avere introiti propri per circa 2,7 milioni di cui una parte sarà ritrasferita all’università per finanziare borse di studio in attività finalizzati al trasporto pubblico. Sono state fatte cose importanti che spero vengano mantenute: la rivalutazione della rimessa di via Plebiscito, oggi piccolo gioiello di arte, uno strumento di valorizzazione immobiliare. Abbiamo creato le condizioni per ytrasferire gli uffici di via Sant’Euplio, che sono in affitto, nella nostra struttura di Patron d’arci, risparmiando 200 mila euro l’anno, e questo sarà possibile già nel secondo semestre del 2019. Abbiamo attivato l’integrazione tariffaria con Fce, abbiamo realizzato le navette, le linee M, veloci e collegate alla metropolitane. Una mia invenzione di cui vado fiero. E poi il parcheggio di via Plebiscito, 250 posti auto, e quello di piazza Borsellino, 120 posti auto al servizio della pescheria e del centro storico. E abbiamo attivato – dall’8 agosto sarà possibile – acquistare i biglietti con un sms.

Si ritiene soddisfatto di quanto fatto in questi mesi?

Credo di aver mantenuto impegno che avevo preso con la città, facendo ritornare a camminare Amt con tutte e 4 le ruote. Oggi l’azienda è in utile. Lasciamo un lavoro positivo a chi verrà dopo dii me.

 

 

 

 


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