PALERMO – Anche in Italia si scenderà in piazza per chiedere il rispetto delle regole democratiche in Russia e la liberazione del leader dell’opposizione russo Aleksej Navalny, l’oppositore di Putin arrestato a Mosca il 17 gennaio subito dopo essere atterrato dalla Germania, dove era stato sottoposto a lunghe cure per un avvelenamento. In occasione della mobilitazione delle opposizioni al regime russo, il Partito Radicale sta convocando per sabato 30 gennaio manifestazioni in diverse città italiane per chiedere al Governo di intervenire con la massima urgenza, insieme all’Unione europea e al Consiglio d’Europa, del quale la Russia è membro. Al momento sono state autorizzate manifestazioni a Roma, Torino, Palermo, Genova, Siena, Milano, Bologna, Rimini, Napoli. Nel capoluogo siciliano l’appuntamento è alle ore 11 davanti alla Prefettura in via Cavour. Probabilmente domenica altre iniziative seguiranno a Tel Aviv e Parigi.
Il caso Navalny
La richiesta di annullare l’arresto di 30 giorni è stata respinta dal Tribunale di Mosca, Navalny resta in carcere. Lo ha stabilito il giudice del tribunale distrettuale di Mosca, il leader dell’opposizione è stato arrestato al suo ritorno in Russia perché il servizio penitenziario lo accusa di non essersi presentato dal giudice di sorveglianza come previsto da una controversa sentenza del 2014 e ha chiesto di revocare all’oppositore la condizionale concessagli allora. Navalny rischia così tre anni e mezzo di reclusione.
L’iniziativa radicale
“Anche a Palermo il Partito Radicale manifesterà per dire Free Navalny e per chiedere al Governo italiano di non restare inerte di fronte alla violazione dei diritti umani, civili e politici in Russia. L’iniziativa è aperta a quanti, cittadini e organizzazioni, abbiano a cuore i principi della democrazia e il rispetto dei diritti umani”, dicono Donatella Corleo e Gianmarco Ciccarelli, membri del Consiglio generale del partito Radicale.
Esistono i diritti
“Laddove i diritti verranno violati, vilipesi, noi ci saremmo”, dicono Pino Apprendi, Annalinda Cordaro, Gaetano D’amico, Eleonora Gazziano, Alberto Mangano, Antonino Martorana e Marco Traina del Comitato Esistono i Diritti. “Ci siamo stati, per i fratelli Bielorussi vessati da Aljaksandr Lukašėnka –aggiungono – per gli Ungheresi di Viktor Orbán, per i pescatori Siciliani detenuti in Libia e per tutti quei fratelli vittime ancora oggi nei campi del caporalato”.