Andrea vuole tornare a camminare | "Vi stupirò, sarò come Iron Man" - Live Sicilia

Andrea vuole tornare a camminare | “Vi stupirò, sarò come Iron Man”

L'incidente, l'attesa e la speranza. Andrea vuole provare a farcela. Ecco come.

PALERMO – Dalla moto alla sedia a rotelle e, perché no, di nuovo in piedi: la speranza è che il destino di Andrea Tambè, coraggioso 34enne di Barrafranca, nell’Ennese, sia ancora da riscrivere. Grazie a una raccolta fondi, un esoscheletro prodotto in Italia potrebbe riportarlo a camminare. Quella di Andrea è una storia di passioni, fatalità e speranze, partita da lontano.

È il 2005 e la Brigata Paracadutisti Folgore di Livorno è in missione a Nassiriya, in Iraq, negli anni dei tragici eventi che fecero circa 50 vittime tra le forze armate italiane. Alla missione partecipa anche Tambè, diciottenne, ancora fresco d’arruolamento e reduce da un anno di leva. Il giovane sa già cosa vuole fare da grande: “Ho scelto il corpo dei paracadutisti perché era quello che mi dava più emozioni – dice Andrea oggi –. Ho sempre avuto questa propensione. Avevo addirittura preso casa a Livorno… Mi piaceva molto, c’era il mare, uscivi dalla caserma ed eri subito in costume. La Toscana è molto simile alla Sicilia, anche lì mi sentivo a casa”. Per Tambè però i momenti in Iraq però non sarebbero stati decisivi quanto quelli vissuti al ritorno.

Nel settembre 2005 Andrea ha 22 anni e sente di doversi un regalo. Così si regala una moto e concretizza la passione per i motori. È il primo aprile del 2006 e ad Andrea mancano circa due mesi all’entrata in servizio permanente nell’esercito. Un’uscita in moto coi colleghi si trasforma in un incubo: Andrea viene travolto in curva da un pirata della strada e finisce in una buca profonda tre metri, i trecento chili dell’amata due ruote sulla schiena e sulle gambe. Proprio dalle gambe Andrea si sente subito abbandonato.

L’epilogo dell’incidente è dolore fisico e psicologico. Prima il viaggio in elisoccorso tra mali lancinanti, poi la scoperta: “Un medico mi informa che dovrò munirmi di una sedia a rotelle. Per il resto dei miei giorni. Ho sempre amato i motori e le quattro ruote. Avrei solo dovuto abituarmi al fatto che quelle quattro ruote, ormai, sarebbero state le mie gambe”. Presto arriva il congedo. Eppure Andrea è rimasto un uomo sorridente, che fa musica e corre sui kart. Nonostante tutto, la sua passione per i motori non si è mai spenta, tanto da portarlo alla possibilità di correre nel campionato regionale circuiti cittadini Aci a maggio: “Il kart mi aiuta tanto, è una passione che ho avuto da sempre – spiega Tambè – e grazie prima a un mio compaesano, che me ne ha fatto provare uno coi comandi al volante, e poi agli sponsor del mio paese, ho già avuto tante soddisfazioni”.

Andrea Tambè vuole guardare il mondo dal suo metro e ottanta, e potrebbe farcela grazie a un “aiutante” meccanico: si chiama Ekso Gt ed è un esoscheletro italiano impiegato nella riabilitazione muscolare, che permetterebbe al 34enne dell’Ennese di tornare in piedi e camminare. Un agglomerato di sensori, motori e batterie per tornare eretto, che però è prevedibilmente costoso: l’Ekso e la riabilitazione ammontano a circa 250 mila euro. Andrea tutti quei soldi non ce li ha, quindi ha deciso di lanciare una raccolta fondi on line che ha già iniziato a invadere i social. “Seguo l’esoscheletro da otto anni, si è evoluto un po’ come i cellulari e ogni anno migliora – spiega Tambè, ormai esperto -. Adesso è arrivato a un punto ottimale perché funziona a comandi cerebrali, ed è anche per questo che costa quel che costa”.

“A volte ci penso: se mi riesce tutto, sarò come Iron Man”, commenta Andrea quasi incredulo. Il suo entusiasmo l’ha portato a non separarsi nemmeno dai lanci col paracadute, tra le poche occasioni in cui non porta con sé il suo bulldog francese Carlos, ma questa forza si scontra con gli aspetti economici della vita di una persona disabile: “Spero che la mia storia arrivi alla politica, perché in Italia, altro che esoscheletro… Un disabile vive in condizioni difficilmente accettabili. Parliamo di altissima tecnologia, ma ci mancano le sovvenzioni adatte a comprare una sedia a rotelle nuova nei giusti tempi utili. Anche non riuscendo ad arrivare alla cifra – conclude – non sarà una delusione se avrò portato l’argomento all’attenzione di chi ci governa; e poi avrò comunque conosciuto le persone meravigliose che mi stanno accompagnando in questa sfida, e avrò comunque avuto un nuovo strappo emotivo di quelli che piacciono a me”.


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