Nebrodi, "pizzo" ad allevatore |Due arresti tra le fila dei Mazzei - Live Sicilia

Nebrodi, “pizzo” ad allevatore |Due arresti tra le fila dei Mazzei

L'indagine è partita a giugno.

L'operazione dei carabinieri
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ENNA – Il braccio di Cosa Nostra arriva ancora sui Nebrodi, questa volta a seminare terrore tra gli allevatori due presunti affiliati del clan Mazzei.
I Carabinieri dei Comando provinciale di Enna e Catania hanno arrestato due pregiudicati catanesi: Carmelo Pantalena, 44 anni, e Sebastiano Sudano, 38 anni, di Raddusa. I due sono accusati di taglieggiare con continue richieste estorsive un allevatore della provincia di Enna, titolare di aziende nel Parco dei Nebrodi. L’indagine, dello scorso mese di giugno, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Caltanissetta, è stata condotta dai Carabinieri della compagnia di Nicosia.
Gli indagati erano già stati sottoposti ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura nissena lo scorso 24 luglio perché accusati di estorsione aggravata e continuata in concorso, con l’aggravante di avere agito con metodo “mafioso” ed al fine di agevolare il clan mafioso Mazzei di Catania. L’indagine, nata nel giugno 2017 e condotta dai carabinieri della Compagnia di Nicosia, ha consentito di accertare che un allevatore di Cerami (EN), che operava nel parco dei Nebrodi, aveva ricevuto minacce e pressioni affinché pagasse il pizzo: o soldi o animali. Se non avesse acconsentito a tale richiesta avrebbe ricevuto gravi ritorsioni. La misura cautelare notificata a Pantalena e a Sudano, nel carcere di Bicocca a Catania, è l’epilogo dell’operazione. Sul blitz è intervenuto il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. ”Il mio plauso alle operazioni condotte dalla Dda di Caltanissetta e dai carabinieri della compagnia di Nicosia. Tutto questo è il frutto di un nuovo clima di fiducia nel territorio dei Nebrodi: lo Stato c’è e va avanti. Siamo accanto agli allevatori, agli operatori economici, a tutti i cittadini che denunciano estorsioni nel comune interesse del ripristino della legalità”, ha affermato Antoci.


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