Anfe Catania| Sos di un dipendente - Live Sicilia

Anfe Catania| Sos di un dipendente

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un uomo che racconta la disperazione di un padre e descrive l'"impotenza" di un lavoratore.

LETTERA IN REDAZIONE
di
5 min di lettura

Carissimi destinatari di questa missiva, chi vi scrive sono un padre e una madre sull’orlo della disperazione, non riusciamo più materialmente a provvedere alle necessità dei nostri tre figli. Da circa 2 anni andiamo avanti con il solo sostegno dei parenti “sopratutto della madre di mia moglie”. Io (ANFE CATANIA) e mia moglie (ESFO CTRS) purtroppo siamo operatori nella formazione professionale siciliana. Lavoriamo da più di 10 anni (2002 a tutt’oggi) in questo settore in enti diversi, con problematiche diverse ma con lo stesso risultato, “cioè abbiamo un arretrato di circa 20 mensilità cadeuno, non ricordiamo più neanche l’ultima volta che ci hanno accreditato lo stipendio”. Troppe sono le rinuncie che ogni giorno i nostri figli devono fare, e non parlo di cose banali, non sto quà a descriverli per non impietosire e sopratutto per rispettare la loro privacy. Non vogliamo denunciare nulla e nessuno, a quello ci pensano gli organi competenti, spero in tutti i settori, privati e pubblici perchè il marcio è ovunque e in ogni dove, (anche perché il sentito dire – l’immagino che … ecc. ecc. non costituiscono nessuna prova). Ci siamo ritrovati in un settore ” la formazione sicilana” con delle regole preesistenti alla nostra assunzione (forse è ora che tutta la politica si faccia un esame di coscienza).

Noi “LAVORATORI” abbiamo lavorato, lavorato onestamente CON DILIGENZA E METTENDOCI IL CUORE E L’ANIMA, dico spesso ai miei colleghi che noi siamo trattati peggio degli schiavi, loro almeno avevano vitto e allogio, noi solo “frustate/Mobbing”. Questa è la drammatica situazione che stiamo vivendo da tanto tempo. Molti di noi sono arrivati al capolinea, qualcuno anche oltre, che DIO l’abbia in gloria. Personalmente anch’io da circa 10 mesi sono sotto cura, per evitare … l’inevitabile. C’è molta disperazione fra gli OPERATORI DELLA FORMAZIONE SICILIANA, certamente non in tutti, ma buona parte i veri “LAVORTORI” siamo stanchi di soffrire per colpe che non ci appartengono. Dove sono finiti i diritti dei lavoratori, dove sono i sindacati, e la nostra Costituzione è ancora in vigore?

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA – PRINCIPI FONDAMENTALI

Art. 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Da questi articoli non capisco dove si evince che un qualsivoglia politico abbia il diritto di negare l’ erogazione dello stipendio a persone che hanno già svolto il lavoro. Da mesi la regione continua a ripeterci che la loro priorità è quella di tutelare i dipendenti , ma al momento da questa riforma fatta per garantire anche i nostri diritti siamo stati gli unici danneggiati. Spero il nostro grido, trovi qualcuno disposto a sentirlo, finora solo belle parole che il vento porta via.

Cara opinione pubblica, molto spesso leggendo i vostri commenti su vari articoli di tante testate giornalistiche, ci viene imputata una responsabilità che come lavoratori/dipendenti non abbiamo! (raccomandati, ladri di soldi pubblici ecc. ecc.). Siamo stanchi, stanchi di tutto e ci viene difficile calarci in una maschera di serenità, i nostri figli ci leggono in faccia la nostra disperazione, le nostre bugie a fin di bene sono diventate come la favola di babbo natale. Ho una figlia maggiorenne che non riesce a capire perchè noi lavoriamo e nessuno ci paga. Sinceramente non lo capisco neanch’io … di fandonie ne abbiamo sentite tante (gli enti dicono che è colpa dellà Regione e viceversa) alla faccia della trasparenza! Vorrei solo fare un accenno al lavoro che tutti ci contestano, perchè ci accusano di non riuscire a raggiungere gli obiettivi (OIF: IeFP): è verissimo noi non sforniamo quei numeri che la comunità europea ci impone, noi strappiamo all’illeglità 5, 7, 10, 15, ragazzi, non è questo il problema non qualifichiamo soltanto “parucchieri, estetiste ecc. ecc.” noi FORMIAMO cittadini onesti, perchè la nostra utenza è fatta sopratutto da ragazzi difficili che diversamente resterebbero per strada a far male a se stessi e agli altri. Qui non siamo in Europa, la nostra bellissima Sicilia è il nord Africa purtroppo . Mia moglie invece si occupa di corsi dedicati ai disabili, che certamente non mirano a formarli per trovare lavoro, ma offrono loro la grande opportunità di avere una vita sociale, interagire col mondo, e scoprire quali sono le loro capacità, di cui altrimenti non avrebbero coscienza. Ma nessuno parla mai di quello che facciamo di importante per tante famiglie, si parla solo di chi ruba, mai di chi lavora e ci mette il cuore.

Per quanto riguarda l’ente ANFE di Catania, di cui sono dipendente, non scordatevi mai che noi siamo solo “dipendenti” lo dice la parola stessa e quindi estranei a tutti i fatti contestati. Vogliamo solo che ci venga riconosciuto il nostro “status di onesti cittadini e lavoratori integerrimi”, e ci sia data la possibilità di vivere del nostro lavoro.

Mi è rimasta impressa una frase di sua Santità FRANCESCO I “VERGOGNA”: Io mi vergogno in qualità di padre di consegnare ai miei figli un futuro privo di luce.

Una voce nel deserto
Giampiccolo Giorgio – La Mela Aurora

 

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