PALERMO – Francesca Donato ha trovato qualcosa, probabilmente fra i documenti del marito. Qualcosa che merita l’attenzione dei magistrati che indagano sulla morte di Angelo Onorato. E la Procura di Palermo nei prossimi giorni convocherà l’europarlamentare. Ogni dettaglio può essere utile.
Gli investigatori propendono sempre più per il suicidio, ma bisogna escludere definitivamente l’ipotesi dell’omicidio. L’autopsia non ha rivelato la presenza di segni di violenza ulteriori rispetto a quelli provocati dalla fascetta in plastica che lo ha soffocato.
Significherebbe che non c’è stato un tentativo da parte della vittima di divincolarsi dalla morsa di qualcuno presente in macchina.
A proposito della fascetta, era stretta lateralmente. Circostanza che sarebbe compatibile con il suicidio. A opposta conclusione – e cioè l’omicidio – si sarebbe arrivati qualora fosse avvenuto nella parte posteriore del collo.
Sono diversi gli elementi che fanno propendere per il suicidio, a cui continuano a non credere parenti e amici. In ogni caso manca il movente. Lo scorso febbraio Onorato aveva confidato alla moglie le sue preoccupazioni per questioni di lavoro.
Era entrato in contatto con persone poco raccomandabili. Un parente sostiene addirittura che avesse chiesto come potesse procurarsi una pistola.
Alla moglie non aveva fatto nomi, né riferimenti specifici. Avrebbe provveduto a mettere a posto le cose da solo. Così disse, tanto che la donna non avrebbe insistito. Poi però Onorato ha scritto la lettera al suo amico e avvocato da dare alla moglie se fosse successo qualcosa di brutto.
Ora Donato potrebbe avere trovato uno spunto su cui indagare per chiarire il movente del suicidio, come emergerebbe dagli elementi finora raccolti, o dell’omicidio come ipotizzano i parenti. Cosa preoccupava l’imprenditore e architetto? Qualcuno lo avrebbe spinto a togliersi la vita istigando il suicidio?
“L’espletamento dell’esame autoptico non rappresenta una conclusione delle indagini che certamente dovrà tenere conto di diversi elementi non ancora chiariti. I primi dati emersi non consentono di orientare in maniera decisa l’indagine”, spiega l’avvocato Vincenzo Lo Re, il legale incaricato dall’onorevole Francesca Donato di seguire le indagini relative alla morte del marito.
Vero è, infatti, che si stanno facendo le analisi sulla fascetta. Se ci sono impronte o tracce di Onorato allora è stato lui ad usarla. Se saltassero fuori altri elementi lo scenario potrebbe cambiare.
“In questo quadro – continua Lo Re – appare comprensibile la volontà della mia assistita, che pure ha già manifestato le sue convinzioni, di non voler commentare la vicenda e rilasciare dichiarazioni alla stampa per non alimentare un clamore mediatico che non favorisce la discrezione necessaria ad una vicenda dolorosa e attualmente oggetto di indagine”.