Presidenza Anm |Monaco Crea e Pacifico in corsa - Live Sicilia

Presidenza Anm |Monaco Crea e Pacifico in corsa

Con uno scarto di soli tre voti sul Pm Pasquale Pacifico, il giudice Daniela Monaco Crea è stato il magistrato più votato alle elezioni per il rinnovo dei vertici etnei dell'Anm. La prossima settimana la nuova Giunta si riunirà per designare i ruoli: per la presidenza la sfida è tra due simboli della magistratura antimafia catanese: Monaco Crea e Pacifico. GLI ELETTI DELLA NUOVA GIUNTA ANM

Associazione Nazionale Magistrati
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CATANIA – Daniela Monaco Crea e Pasquale Pacifico, due combattenti della giustizia etnea contro la mafia. Sarà uno dei due il nuovo presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati di Catania. E’ questo lo scenario che si profila dopo la chiusura degli scrutini delle elezioni per il rinnovo della Giunta Anm che si sono svolte da domenica fino a martedì sera. I due più votati sono stati il Gip Daniela Monaco Crea che ha conquistato 76 voti, mentre il sostituto procuratore della Dda Pasquale Pacifico si è piazzato al secondo posto con uno scarto di appena tre preferenze.

I due magistrati sono stati eletti all’interno della lista Unità della Costituzione che con 176 voti totali conquista ben quattro seggi in Giunta. Insieme a Crea e Pacifico, sono stati eletti Antonio Nicastro, sostituto procuratore di Siracusa e Flavia Panzano, giudice della quinta sezione penale del Tribunale di Catania. Due seggi li ha conquistati la lista Prospettiva Autonoma con un totale di 64 voti, eletti Alessandro Dannino, consigliere in Corte d’Appello e il pm Romina Cantone. L’ultimo seggio è stato assegnato alla lista Area che registra 41 preferenze, come componente della giunta è il giudice della sezione penale Simona Ragazzi.

La giunta ora avrà il compito di nominare il Presidente, il segretario ed il tesoriere. Una scelta che si farà proprio nei lavori della prima seduta, che si riunirà la prossima settimana.

Il profilo del Giudice Daniela Monaco Crea. Potrebbe tingersi di rosa la presidenza dell’Anm di Catania, una possibilità quanto mai attendibile visto che Daniela Monaco Crea, catanese, è stato il magistrato più votato dai suoi colleghi. Un curriculum lungo e articolato quello “della giudice”: negli ultimi anni ha posto la firma su molte ordinanze di custodia cautelare nei confronti di personalità di spicco della mafia catanese e non solo. A Luglio del 2011 dispose l’arresto dei presunti responsabili dell’omicidio Campisi di Niscemi, in manette componenti del clan Madonia – Emanuello. Dicembre 2011, c’è la sua firma nell’ordinanza dell’operazione Revenge III, tra i destinatari del provvedimento il detenuto al 41 bis Sebastiano Lo Giudice, ritenuto il capo e il braccio armato dei Carateddi. Nella veste di Gup, a Maggio del 2012, convalida il fermo per 20 esponenti del Clan dei Cursoti, tra questi il boss Giuseppe Garozzo, noto come “Pippu u maritatu”.

Pasquale Pacifico

Il profilo del Pm Pasquale Pacifico.

 

 

 

 

Il sostituto procuratore della Dda, segretario uscente dell’Anm Catania, è il magistrato che ha fatto tremare gli equilibri di cosa nostra catanese negli ultimi anni. Coordina le inchieste sui clan Laudani e Carateddi. Per le indagini del filone Revenge Pacifico è stato anche bersaglio della mafia. Orazio Privitera aveva comandato la sua uccisione, scoperta e sventata proprio dallo stesso Pm che ha avuto in mano il pizzino dove veniva dato l’ordine. I retroscena il Pm li ha raccontati a LiveSiciliaCatania in un’intervista fiume. La sua storia professionale all’interno della direzione distrettuale antimafia è composta da molte operazioni. Era l’aprile del 2009, smantellate due cosche e messo fine ad una faida mafiosa che poteva scatenare una lunga scia di sangue: i due clan contrapposti sono gli Scalisi, collegati ai Laudani, e i Santangelo Taccuini, legati ai Santapaola. Il 22 Ottobre del 2009 è stata bloccata sul nascere una nuova guerra di mafia, in manette 50 persone. Alle sue indagini si devono gli arresti di elementi di spicco di cosa nostra: Sebastiano Lo Giudice, vertice dei Carateddi, finisce in manette durante un summit di mafia nel 2010 e poi la cattura del super latitante ritenuto dal Viminale uno dei ricercati  più pericolosi, Giovanni Arena.

 

 

 


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