Anticorruzione, D'Alia: la Sicilia | applichi la legge nazionale

Anticorruzione, D’Alia: la Sicilia | applichi la legge nazionale

Il ministro della Pubblica amministrazione Giampiero D'Alia

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Non serve a nulla fondare movimenti che si sovrappongono ai partiti e magari per condizionarli quando gli attori sono sempre gli stessi da piu' di 30 anni. Costoro invece di fondare un altro movimento farebbero bene a ritirarsi per il bene loro e di tutti. La mentalita' non cambia e' un problema decisamente culturale. Purtroppo ci saranno in molti in questa kermesse trascinati dalla solita ipocrisia e dalla loro timore di dire no a questo triumvirato di consoli per questa volta non Romani per gestire potere a piacimento e alimentando clientelismo. Siamo ancora una volta davanti a un neofeudalismo nocivo e devastante senza un programma per gli interessi della collettivita' duro a morire. Che cosa propongono questi consoli per una sanita' allo sfascio, per la penuria d'acqua, per il lavoro dei giovani costretti ad emigrare spopolando non solo i paesi ma soprattutto le citta'? Non sono capaci di nulla perche' incapaci e perche' queste problematiche sono molto lontane dal loro orizzonte politico. Per quanto tempo saremo talmente servili da stare dietro a costoro che non conoscono nemmeno quanto costa un kg di pasta grazie alle loro dorate indennita' per essere stati distruttivi e feudali.

Che senza organico non si conclude niente, è un fatto ovvio, ma talvolta colpevolmente "dimenticato" da certi politici e dai vertici burocratici loro servi. Il resto è inevitabile conseguenza. Una squadra di calcio composta da quattro invece che da undici giocatori, perde in partenza contro chiunque.

Vista dall'esterno e in base alle notizie dei media, occorre aspettare le controdeduzioni e capire se gli ispettori sono indipendenti o politicizzati e trascurano altre responsabilità, visto che la storia e l'attualità insegnano che a Palermo tutto si ferma e rimane immobile rispetto alla periferia, diventando il capoluogo e la sua burocrazia, monolitica, protetta e inattaccabile, una specie di palla al piede della Sicilia.

Tante assunzioni anche molti giovani con esperienza, ma molti di loro sono stati messi all'angolo. Esempio alla funzione pubblica, i dipendenti neo assunti non sono presi in considerazione, al punto che molti non hanno carichi di lavoro precisi e consoni alle loro figure. Vi è una situazione di inceppamento della macchina, dovuta anche all'influenza che l'ex DG ha inflitto nel Dipartimento. Adesso, molti loro vivono una situazione per cui non possono essere trasferiti per via della norma che vieterebbe loro il trasferimento per i primi 5 anni rispetto alla sede prima assegnazione. Limite relativo e superabile come ribadito dalla Funzione Pubblica nazionale, ma la dirigenza non si vuole assumere nessuna responsabilità perché sa che molti di loro farebbero richiesta di trasferimento. Ebbene si, alla Funzione Pubblica regnano posizioni di comando ultra quinquennali, in cui molti funzionari ma anche collaboratori fanno i padroni con i dirigenti inermi. Presidente occorre affrontare questa problematica. Consentire la deroga ai trasferimenti e cambiare, far ruotare soprattutto i funzionari che da anni, rispetto a quanto dice anac, non ruotano ma sono titolari di un ruolo determinante al punto che riescono anche ad fare qualche regalino a qualche amico che ha assunto la qualifica dapprima di istruttore CPI ed ora funzionario amm, rimanendo sempre al bilancio. Ciò non si chiama casualità.

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