Candela, Damiani e gli appalti| Pupillo convocato in Antimafia - Live Sicilia

Candela, Damiani e gli appalti| Pupillo convocato in Antimafia

Era stato già sentito nel 2017 quando il presidente era Musumeci

PALERMO La commissione regionale antimafia presieduta da Claudio Fava ha convocato per il prossimo 7 luglio l’architetto e dirigente regionale Vincenzo Pupillo. Ed è una convocazione dal retrogusto amaro, che sa quasi di beffa. Pupillo, infatti, viene convocato per raccontare alcuni fatti che coinvolgono l’ex manager dell’azienda sanitaria provinciale di Palermo Antonio Candela e quello dell’Asp di Trapani, Fabio Damiani, che è stato anche responsabile della Centrale unica degli appalti.

Pupillo sarà chiamato ripetere circostanze che la commissione parlamentare antimafia avrebbe potuto già conoscere. La vecchia commissione, quella che nel 2017 era presieduta da Nello Musumeci, oggi presidente della Regione, lo aveva già ascoltato. Solo che il resoconto della sua audizione allora non venne redatto. Il regolamento lo prevede.

Come ha raccontato Livesicilia Pupillo, oggi direttore all’Istituto autonomo case popolari di Palermo, denunciò che qualcosa non funzionava nel settore degli appalti pubblici. E lo diceva a ragion veduta, visto che era responsabile della vigilanza regionale sulle forniture. Pupillo aveva incrociato Damiani e Candela finiti nelle scorse settimane il primo in carcere e il secondo agli arresti domiciliari per corruzione negli appalti della sanità. Nel 2016 l’allora capo del dipartimento tecnico, Vincenzo Palizzolo, informò Pupillo che doveva lasciare l’incarico (sarebbe stato sostituito con Giancarlo Teresi, che lo scorso marzo, quando ormai era passato al Genio Civile di Trapani, è stato arrestato per corruzione).

Nei confronti di Pupillo c’era stata una richiesta di ricusazione firmata, tra gli altri, da Candela e Damiani (allora direttore generale dell’Asp di Palermo e capo del dipartimento tecnico). Pupillo aveva proposto un’ispezione sull’appalto per la manutenzione del presidio ospedaliero di Palazzo Adriano. L’azienda appaltatrice sosteneva che avesse subito un’irregolare rescissione del contratto. Pupillo segnalò le anomalie, anche quella dell’aumento dei costi, e chiamò in causa Candela e Damiani che risposero con una nota in cui definivano l’ispezione “irrituale, tardiva e inconducente”.

Del caso di Palazzo Adriano Pupillo parlò anche ad un convegno con i vertici dell’Anticorruzione regionale, segnalando un’altra anomalia: tra il 2012 e il 2017 la spesa per i servizi pubblici era schizzata a scapito dei lavori. Servizi e forniture rappresentano, ancora oggi, il 95% della spesa pubblica per appalti in Sicilia, mentre la spesa per lavori rappresenta appena il 5 per cento. Pupillo fu spostato dalla vigilanza per diventare responsabile del prezzario dei lavori pubblici. Poco prima di essere inviato allo Iacp nel gennaio 2019 mise per iscritto le criticità che aveva riscontrato. Sottolineava come alla rigida normativa sugli appalti pubblici ne corrispondesse una blanda nel settore dei servizi. Per i servizi non esiste un prezzario, non sono previsti step di verifica degli stati di avanzamento lavori, e in ogni caso la verifica della congruità della spesa non è affidata a personale qualificato, si registrano costanti variazioni contrattuali. Pupillo parlava di “vigilanza totalmente assente” e metteva in guardia dalla “proliferazione di appalti milionari in particolare nel settore sanitario e ospedaliero”.

Alcuni di questi appalti milionari sono finiti sotto accusa della Procura della Repubblica e dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria. Chi era presidente in commissione nel 2017 ricorda che Pupillo mise in guardia sul tema dei prezzi e degli appalti e indicò anche una possibile soluzione. Non è detto che fosse quella corretta e neppure che ciò che Pupillo denunciava fosse tutto corretto. Non ci sono certezze, ma non lo sapremo mai perché di quella audizione non c’è il resoconto. Non resta che attendere il prossimo 7 luglio.


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