La diffusione del contagio si conferma diversa da regione a regione. Ecco perché, secondo il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, “si può ragionare su una regionalizzazione delle aperture: nelle zone con un numero inferiore di persone positive è più facile valutare la catena dei contatti”.
Una ipotesi che ha scatenato una forte polemica politica. Non è d’accordo Attilio Fontana, governatore della Lombardia, la Regione più colpita che all’Ansa dice: “Le decisioni saranno prese tutti insieme sulla base delle valutazioni dei tecnici a tutela della salute ma non credo che si possa arrivare a quello perché l’Italia potrebbe rimanere zoppa”.
L’idea della regionalizzazione della fase 2 non piace neppure a Luca Zaia, governatore del Veneto: “Se alcuni presidenti chiudono i confini regionali allora fanno loro l’autonomia, non è Nord contro Sud, è Sud contro Nord. Mettetevi nei panni di un cittadino che sale in treno. Se si chiudono i confini regionali verranno tutti soppressi, il Frecciarossa sarà fermo, nessun tipo di trasporto verrà autorizzato, che proposta è? Se poi c’è qualcuno che vuole preservare un’area delicata, ad altissima popolosità o con persone a rischio, è comprensibile, ma se dicono che chiudono i confini regionali mi dicano come fare. E io non ho mai firmato ordinanze per chiudere”.
All’attacco anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: “Decidere quando riaprire le imprese spetta al governo che dice che non è ora. Benissimo. Ma c’è una grande contraddizione con il fatto che con una semplice comunicazione alle prefetture stanno riaprendo centinaia di migliaia di aziende senza protocolli per la sicurezza, che solo in pochi casi sono stati elaborati. Non è corretto dire in un modo e poi lasciare che avvenga in un altro”.
Nicola Zingaretti del Lazio: “È importante che ora Governo e Regioni, con la comunità scientifica, lavorino insieme con un obiettivo comune: riaprire nei tempi giusti, in piena sicurezza. È possibile farlo, senza polemiche. Come deciso ieri nella cabina di regia, ora occorrono presto le linee guida nazionali su come riaprire per permettere alle Regioni di dare a famiglie e imprese certezze su comportamenti e provvedimenti da adottare. Un altro passo avanti da fare insieme come sistema Paese per organizzare la rinascita”.
Per una maggiore autonomia è Giovanni Toti, governatore della Liguria: “Abbiamo chiesto linee guida nazionali perché l’Italia è una, ma anche un margine di autonomia: è evidente che le esigenze sono diverse e non si può pensare di gestire in ugual modo dalle funivie della Valle d’Aosta ai vigneti di Pantelleria”.