PALERMO – Nicolò Marino rompe gli indugi e si rivolge al sindaco Leoluca Orlando per “salvare” il servizio idrico finora garantito da Acque potabili siciliane. Questo il succo di un incontro tenutosi ieri tra l’assessore regionale e il primo cittadino di Palermo, che si riaggiorneranno a breve per valutare la fattibilità tecnica dell’operazione.
Com’è noto, infatti, Aps è in bancarotta e la Regione ha l’esigenza di individuare un soggetto che la sostituisca temporaneamente almeno fino all’approvazione della riforma da parte dell’Ars: un ddl è stato già esitato dalla commissione Ambiente, ma non è ancora sbarcato in Aula. E nel frattempo 52 comuni del Palermitano restano in ansia in attesa di capire cosa succederà ai propri 430mila abitanti e ai 206 dipendenti di Aps. I sindaci hanno già invitato la Regione, mediante un ordine del giorno, a trovare una soluzione tampone e, se in un primo momento sembrava in pole position l’Eas, in un secondo si era valutato anche il ricorso ai privati, fino alla proposta ufficiale di ieri. “Lo scopo della proposta – si legge in una nota di Marino – è quello di assicurare la prosecuzione di un servizio essenziale per i comuni del Palermitano sia della fascia costiera che dell’entroterra madonita, anticipando le previsioni del disegno di legge governativo sul riordino del servizio idrico integrato”.
La risposta del Comune non è stata affatto negativa, specie in vista della nascita dell’area metropolitana, ma prima bisogna dirimere alcune questioni. Non solo il corrispettivo economico che la Regione intende metter sul piatto, ma anche il fitto del ramo d’azienda che consentirebbe di aggirare l’ostacolo delle assunzioni posto dal Patto di stabilità e la partita di debiti e crediti. L’affidamento temporaneo sarebbe così agevole, meno quello stabile in assenza di una legge ad hoc. Amap e la curatela dovranno inoltre effettuare alcune verifiche congiunte.
“E’ positivo che la Regione si orienti per la gestione pubblica del servizio idrico integrato e che si prenda atto del fallimento della gestione privata, che non ha fatto un euro di investimento ma solo tartassato i cittadini con bollette salate – dice il presidente di Sala delle Lapidi Totò Orlando – non bisogna riservare però trattamenti di favore al personale Aps considerando che abbiamo 1700 persone in cassa integrazione e un grande punto interrogativo sui precari a cui rinnovare il contratto. La Regione si faccia carico dei lavoratori Aps, comunque l’eventuale accordo dovrà, come è ovvio, passare al vaglio del consiglio comunale”.