Riceviamo e pubblichiamo
“Durissima reazione di Giuseppe Arnone nei confronti del Procuratore capo e del Procuratore aggiunto di Agrigento. Già inoltrato questo pomeriggio l’esposto all’indirizzo del Procuratore Generale di Palermo.
L’avvocato cassazionista Arnone sostiene che alla Procura di Agrigento commettono errori in diritto tali da far ritenere di non disporre più dei Codici. Arnone chiede al Procuratore generale di aprire procedura disciplinare in relazione alla illecita trascrizione dei suoi colloqui politici con Lumia e gli altri e soprattutto l’inserimento di tali colloqui nel fascicolo che riguarda l’ipotesi, risibile, di tentata corruzione per aver prestato venti e cinquanta euro ad un amica, che si impegnava, nelle telefonate intercettate, a restituirli.
Arnone chiede a Scarpinato di verificare a che titolo tali conversazioni politiche siano state trascritte ed inserite in quel fascicolo, e quindi a che titolo siano state diffuse alla stampa.
Arnone ricorda che l’udienza per distruggere tali intercettazioni è fissata per il prossimo venti maggio, mentre dagli uffici della Procura le intercettazioni sono state distribuite ai giornalisti in queste ore. Secondo Arnone la “amenità” dell’odierna accusa di tentata estorsione è un maldestro modo mediante il quale la Procura tenta di coprire la illegalità della trascrizione delle telefonate con Lumia e co. e del loro inserimento abnorme nel fascicolo della tentata di corruzione.
Pesantissime sono quindi le ironie sia in relazione alla mancata conoscenza da parte della Procura dell’articolo 269 C.P.P. relativo alla tutela della riservatezza delle intercettazioni, nonché sul rispetto e sulla conoscenza della norma di legge in materia di estorsioni, ovvero l’art. 629 del codice penale. Arnone fa osservare a Scarpinato che non è configurabile in alcun modo alcuna accusa di estorsione nei suoi confronti per la semplice ragione che l’estorsione richiede i requisiti sia della minaccia, che dell’altrui danno, nonché dell’ingiusto profitto economico. Requisiti totalmente assenti nella vicenda che qui ci occupa.
Infine Arnone denunzia formalmente – e son dolori !!! – coloro che hanno effettuato fortissime pressioni su Crocetta per impedire la sua candidatura già decisa, con tanto di accettazione con firma autenticata già nelle mani di Crocetta”.
Avv. Giuseppe Arnone

