La Sicilia politica, già granaio berlusconiano, volta le spalle – almeno in parte – al suo signore e padrone di un tempo. Mentre un siciliano, Angelino Alfano, tenta di tenere in piedi la scena proiettata sullo sfondo di un disastro, altri conterranei si defilano. Di Carlo Vizzini si sapeva. Si sapeva che nel Pdl ormai stava da malpancista. Si sapeva che era pronto a traslocare con armi e bagagli altrove. Oggi, la conferma ufficiale dell’interessato in una chiacchierata con “Repubblica”. Dice Vizzini, che lascia il Pdl e approda all’Udc: “Alfano mi ha aiutato. Ha detto che il Pdl si propone di diventare il raggruppamento dei cattolici democratici. Una Balena bianca più piccola di prima, insomma. Non morirò democristiano. A me non piacciono i complotti. Ma è evidente che quando si balla sull’orlo del precipizio, prima di tutto viene il Paese. E allora oggi occorre un comune senso di responsabilità per un governo sorretto da una maggioranza più vasta”.
Nel frattempo, il deputato “saverioromaniano” Pippo Gianni annuncia che probabilmente non voterà la fiducia al maxiemendamento. All’annuncio segue la retromarcia: “Solo una battuta”. E a Palermo il tesseramento “azzurro” non decolla. Non è un buon auspicio per la sfida delle comunali. E questa non è una battuta.
Il comunicato di Vizzini
“Per evitare equivoci voglio precisare che ho aderito al P.S.I guidato Riccardo Nencini, per dare voce in Parlamento alla sezione italiana del Partito del Socialismo europeo del quale nel 1992 sono stato uno dei fondatori”. Così il senatore Carlo Vizzini.