Assegni, truffe e autoriciclaggio |Le accuse all'avvocato Cavallaro - Live Sicilia

Assegni, truffe e autoriciclaggio |Le accuse all’avvocato Cavallaro

Nomi, cognomi, verbali e assegni che hanno portato ai domiciliari l'avvocato Fabio Cavallaro.

LE CARTE DEI MAGISTRATI
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CATANIA – C’è un elenco lunghissimo – agli atti della magistratura – di clienti che sarebbero stati truffati dall’avvocato Fabio Gaetano Cavallaro, classe 1969, arrestato con un’ordinanza firmata dalla Gip Giuliana Sammartino. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno lavorato a lungo per ricostruire il sistema messo in piedi dal noto legale catanese, più volte alla ribalta delle cronache per le battaglie al fianco di lavoratori licenziati, non solo dalla Multiservizi, colosso pubblico catanese, ma anche da call center e imprese pubbliche e private. I nodi per i lavoratori venivano al pettine, secondo i magistrati, nel momento in cui si concludevano i processi e venivano erogate le somme.

Un fiume di soldi, secondo quanto hanno accertato i finanzieri che hanno sequestrato una polizza vita da 750mila euro.

TRUFFA – L’avvocato Cavallaro è accusato di truffa “perché con più azioni esecutive – si legge nell’ordinanza della Gip Sammartino – di un medesimo disegno criminoso poneva in essere artifizi e raggiri, consistiti, approfittando della domiciliazione dei suoi patrocinanti presso il suo studio, nel gestire direttamente tutte le fasi conclusive delle vertenze instaurate contro la società Catania Multiservizi Spa e, in special modo, la corresponsione delle somme assegnate a titolo di indennizzo ai suoi assistiti mediante le sentenze emesse dal tribunale del lavoro di Catania”.

Cavallaro, dopo essere venuto in possesso delle sentenze, avrebbe richiesto alla parte soccombente il pagamento di quanto dovuto, anche attraverso pignoramenti. Subito dopo notificava le sentenze agli istituti di credito, richiedendo la liquidazione dei soldi tramite l’emissione di titoli. Di tutto questo, spesso, i suoi clienti erano all’oscuro.

AUTORICICLAGGIO – Il legale catanese è accusato anche di autoriciclaggio, avrebbe impiegato i fondi sottratti ai clienti “in investimenti finanziari, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della sua provenienza”.

I soldi sono finiti in diversi conti correnti, bancari e spostali, ma anche in polizze vita intestate alla madre.

LA MAXI CAUSA – Centoottanta lavoratori della Multiservizi vengono licenziati ingiustamente, molti di loro si fanno assistere dall’avvocato Cavallaro. Il 10 agosto del 2011 sono i sindacalisti Biagio Fragrapane dell’Asal e Franco Tomasello di Unicobas (entrambi estranei alle indagini), a comunicare la vittoria in tribunale, contro la Multiservizi. I lavoratori ottengono il reintegro, il pagamento di 5 mensilità e il rimborso delle spese processuali. I finanzieri accertano che Cavallaro incassa 476.497,90 euro nel giro di tre anni e li riversa in un conto corrente intestato ai propri genitori.

Il primo a denunciare Cavallaro è il dipendente Andrea Savasto, dichiarando di aver ricevuto dal Credito siciliano la comunicazione dell’erogazione di 9mila euro in suo favore. Ma questi soldi, in realtà, Savasto non li aveva mai visti. Secondo il denunciante, Cavallaro avrebbe mentito, negando di aver ricevuto gli assegni emessi dalla banca. Pochi giorni dopo Savasto riceve dall’avvocato una diffida di pagamento per l’importo di 12mila euro e una fattura per 9mila euro con scritto “liquidata per mandato all’incasso”. La Finanza esegue accertamenti e raccoglie le dichiarazioni di Roberto Russo, cassiere della banca, secondo il quale Cavallaro “aveva effettuato identiche operazioni, a volte anche presentandosi con il beneficiario indicato sul titolo”.

L’INTERROGATORIO – Cavallaro viene sentito dai finanzieri, che l’accusano di essersi appropriato di tre assegni circolari, risponde alle domande sostenendo di aver concordato un onorario di3.500 euro, che sommati agli onorari delle altre fasi del processo, superavano i dieci mila euro. L’avvocato fa anche un decreto ingiuntivo per ottenere 5mila euro dal denunciante, diventa esecutivo il 15 marzo del 2015, ma già nel luglio del 2014 aveva incassato gli assegni destinati al cliente.

PERSONE OFFESE – I finanzieri hanno continuato a indagare su Cavallaro, accusato di essersi appropriato di somme “all’insaputa” di molti clienti, alcuni dei quali sarebbero stati avvicinati dall’avvocato e in alcuni casi minacciati “per fare pagare ulteriori spese nel caso in cui non avesse eseguito le sue indicazioni”.

Ad una signora Cavallaro pignora la pensione, dopo aver incassato quasi 7mila euro, un altro lavoratore riceve 4.800 euro al posto di 13mila euro liquidate, una lavoratrice riceve 6.200 euro al posto dei 15mila liquidati. L’elenco è lunghissimo e comprende anche una causa di lavoro contro la curatela del fallimento di una farmacia, per quale Cavallaro avrebbe incassato un assegno circolare di 55mila euro. Il totale degli assegni incassati dal legale è 756.070,26.

ESIGENZE CAUTELARI – “Esiste il pericolo concreto – scrive la Gip Sammartino – e attuale che, ove non sottoposto a una misura cautelare, lo stesso possa reiterare reati della stessa specie. Sussiste altresì il concreto e attuale pericolo di inquinamento probatorio, avendo l’indagato più volte contattato i clienti per giustificare ex post con parcelle e quietanze retrodatate l’indebito incasso delle somme sottratte”.

 

 

 


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