ENNA – Gli avvocati del Foro di Enna denunciano mancanza di protezioni e assembramenti nei corridoi del tribunale, davanti alla aule dove si tengono le udienze civili e penali. Con queste motivazioni 148 legali, hanno firmato un documento nel quale chiedono al Consiglio dell’Ordine e alla Camera penale di proclamare l’astensione da tutte le udienze. Un malessere, quello degli avvocati di Enna che è cresciuto con il costante aumento dei casi di Covid 19. “Negli uffici giudiziari c’è un afflusso di persone non limitato alle sole parti e ai loro difensori, ma esteso a testimoni, consulenti, coadiutori ed anche loro accompagnatori – scrivono in un documento i firmatari – con il concreto rischio che l’ufficio giudiziario divenga un grande veicolo di contagio diffuso e incontrollato.
L’edificio del tribunale di Enna, per la sua inadeguatezza strutturale, non consente, in gran parte dello stesso, un corretto rispetto delle misure di distanziamento per tutti gli operatori di giustizia, in particolare per gli avvocati, ma si possono adottare, concordandole con i capi degli uffici giudiziari, ulteriori misure, anche organizzative, che possano permettere di esercitare un maggiore controllo igienico-sanitario”. Gli avvocati denunciano soprattutto gli assembramenti fuori dalle aule, determinati, secondo loro, dalla fissazione delle udienze in orari ravvicinati, in alcuni casi anche 15 minuti. Cosìavvocati, testimoni e tutte le parti coinvolte nei vari procedimenti, si ammassano fuori dalle aule, anche per alcune ore, in attesa che venga chiamata la causa di loro interesse.
“In diverse occasioni – scrivono gli avvocati – registriamo il mancato rispetto delle linee guida presidenziali in relazione alla fissazione dei procedimenti, che dovrebbero essere distribuiti in fasce orarie idonee, preventivamente e tempestivamente comunicate. Il rischio di contagio si sta palesando in modo crescente su tutto il territorio regionale e provinciale e già numerosi avvocati e magistrati hanno contratto il contagio e, purtroppo, si è registrato di recente il decesso di un giovane collega del foro di Catania”. (ANSA).