Assicurazioni truffate, è un giarrese| la mente del gruppo criminale - Live Sicilia

Assicurazioni truffate, è un giarrese| la mente del gruppo criminale

La Guardia di Finanza ha svelato un sistema complesso che vedeva coinvolti medici e avvocati. I particolari dell'udienza preliminare.

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MESSINA. Si aprirà a gennaio al Tribunale di Messina il processo scaturito dall’operazione “First Aid”, condotta dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Taormina e coordinata dalla Procura peloritana, che ha consentito di sgominare un sodalizio dedito alle truffe alle assicurazioni, operante tra i comuni del comprensorio ionico.

Il sostituto  procuratore della Dda di Messina Liliana Todaro, titolare delle indagini, convinta della solidità dell’impianto accusatorio, ha chiesto e ottenuto dal Gip il giudizio immediato per gli 11 presunti componenti dell’associazione a delinquere dedita alle truffe, raggiunti lo scorso luglio da ordinanza di custodia cautelare, due in carcere e nove ai domiciliari.

Tre di loro hanno patteggiato la pena a due anni. Si tratta dei giarresi Concetto Parisi e Luca Fazio, assistiti dal difensore di fiducia Enzo Iofrida, e del mascalese Carlo Nastasi, difeso dal legale Giuseppe Testa. Parisi, l’unico incensurato dei tre, ha ottenuto anche la scarcerazione.

Resta in carcere, invece, dallo scorso luglio il padre di quest’ultimo, Lucio Parisi. Il 55enne giarrese è considerato dall’accusa la mente del gruppo criminale insieme a Sebastiano Messina, 53enne di Giardini Naxos, a cui sono stati concessi i domiciliari.

Lucio Parisi ed altri quattro imputati, Carmelo Compagnino, Massimo Donato, Salvatore Moschella e Rosario Genati hanno optato per il rito abbreviato, che si celebrerà il prossimo 5 febbraio davanti al Gup di Messina Monica Marino.

Una posizione di primo piano sarebbe stata ricoperta da Rosario Genati, medico al pronto soccorso dell’ospedale San Vincenzo di Taormina. L’uomo è accusato di aver contribuito al buon esito delle truffe, fornendo ai componenti del sodalizio i falsi referti medici necessari per ottenere i risarcimenti dalle compagnie assicurative. In cambio, secondo la Procura di Messina, avrebbe ottenuto 200 euro per ogni certificato medico, in altri casi la promessa di somme di denaro.

Il 15 gennaio, infine, si aprirà il dibattimento per gli altri tre imputati: Sebastiano Messina, Rosario Daniele Furnari e Antonino Ruberto.

L’INCHIESTA. Avrebbe garantito introiti milionari il sistema messo in piedi dalla presunta organizzazione criminale guidata da Lucio Parisi e Sebastiano Messina. Entrambi, pur risultando semplici dipendenti di un’azienda agricola di Mascali, avevano accumulato beni di ingente valore. Tre i milioni sequestrati, tra soldi depositati nei conti correnti, strumenti finanziari e immobili, dalle Fiamme Gialle di Taormina. L’inchiesta, avviata nell’aprile del 2013, ha consentito di individuare ben 48 soggetti, tutti indagati, che avrebbero preso parte, ognuno con un ruolo ben preciso, alle truffe commesse ai danni di numerose compagnie di assicurazione. Ogni falso sinistro, stando alle risultanze investigative, avrebbe fruttato in media 10mila euro. Sarebbero quindi centinaia, impossibile però calcolare il numero esatto, le truffe commesse. Medici, avvocati, periti e testimoni figuravano sul libro mastro dell’organizzazione. Tra gli indagati anche Vincenzo Caruso, direttore dell’ufficio postale della frazione giarrese di Altarello. L’uomo avrebbe detenuto alcuni libretti postali intestati ad altri, su cui le compagnie assicurative liquidavano i risarcimenti.


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