Associazione pubblicità esterna |La "verità" sugli impianti in città

Associazione pubblicità esterna |La “verità” sugli impianti in città

I vertici dell'associazione scrivono una lunga lettera all'amministrazione comunale replicando a quanto scritto e detto nei giorni scorsi in materia di affissioni.

CATANIA – Potrebbe essere definito l’”affissioni gate” la vicenda che, da mesi, tiene banco in città. Dopo la denuncia del consigliere comunale del Pd, Niccolò Notarbartolo, secondo cui il Cga, di fatto, avrebbe definito illegittimo, oltre che quanto avviato dall’amministrazione Stancanelli in materia di affissioni pubblicitarie, anche il protocollo voluto dall’amministrazione Bianco, e dopo il sopralluogo dello stesso Notarbartolo con i responsabili di una delle ditte – la Job Creation Srl, durante il quale sono state segnalate ancora presunte anomalie – interviene l’associazione pubblicità esterna, che contesta quanto dichiarato nei giorni scorsi e rilancia, in una lunga nota, la propria posizione. Ecco la nota integrale:

“Formuliamo la presente con riferimento all’azione di copertura di diverse centinaia d’impianti, di proprietà di nostre associate, collocati sul suolo pubblico della città di Catania, iniziata lo scorso 4 giugno da parte di codesta amministrazione. Da notizie di stampa apprendiamo che tali sanzioni sono applicate in relazione alla sentenza in oggetto depositata il giorno 8/5/2015 con la quale sono stati annullati dei provvedimenti di codesto Comune, giudicati illegittimi. Innanzi tutto e senza tema di retorica, non possiamo non apprezzare che l’azione comunale è tempestiva. Contrariamente a quanto fatto dalla precedente amministrazione, che dal 2005 al 2012 non ha eseguito la sentenza del C.G.A. (n.336/2005) che annullava i provvedimenti autorizzativi di impianti appartenenti alla Job Creation S.r.l.. Di tale cambio di gestione siamo ben lieti e ciò fa ben sperare per il futuro.

Tuttavia, ci troviamo a non condividere la lettura data dal Comune alla pronuncia del massimo organo di giustizia amministrativa dell’Isola. Infatti, riteniamo che l’amministrazione, sull’onda di dichiarazioni di esponenti della Job Creation S.r.l. e di una inusuale pressione mediatica, stia commettendo un grave errore che comporterà gravissimi danni alle aziende colpite da questo provvedimento. Danni che sicuramente si ribalteranno sull’amministrazione stessa. Con tale azione codesta amministrazione, sicuramente ignara dei gravi accadimenti che si sono verificati nel comparto della pubblicità esterna catanese negli ultimi dieci anni, sta sanzionando due tra le più corrette imprese pubblicitarie presenti in Sicilia, colpevoli solo di aver subito dei provvedimenti illegittimi, posti in essere dalla precedente amministrazione, che sull’accaduto ha gravi responsabilità.

Su tale responsabilità del Comune non pare possano esserci dubbi in quanto sono stati giudicati illegittimi atti autorizzativi emanati dall’amministrazione ai quali le imprese si sono solamente adeguate, tra l’altro, impugnandoli. Oggi il Comune sanziona le aziende per un fatto commesso dal Comune stesso, negli anni 2012/2013. I provvedimenti autorizzativi annullati dal C.G.A. sono stati emessi tra il 2012 ed i primi mesi del 2013 e sono stati adottati dall’amministrazione per sostituire, immotivatamente, con nuovi provvedimenti autorizzativi illegittimi ed impugnabili da parte di terzi, le tante autorizzazioni legittime ed inoppugnabili in disponibilità delle nostre associate.

Tali provvedimenti che, apparentemente, avevano lo scopo di regolarizzare ai sensi del codice della strada l’impiantistica presente nel territorio comunale paradossalmente riautorizzavano solo gli impianti conformi a dette norme. Alla luce di ciò l’unico effetto che tali provvedimenti annullati hanno sortito è stato quello di rendere contestabili delle installazioni che erano regolari ai sensi del predetto codice, dotate di autorizzazioni inoppugnabili. Infatti, i provvedimenti sono stati successivamente impugnati dalla Job Creation S.r.l. e sono stati annullati, determinando un vuoto autorizzativo al quale può rimediare solo il Comune (peraltro autore di quei provvedimenti inutili ed illegittimi).

La lettura dei fatti oggetto della presente vicenda evidenzia una sequenza di atti interni assunti dalla precedente amministrazione che incomprensibilmente hanno condotto alla eliminazione del mercato della pubblicità esterna catanese di due delle principali imprese che operano in Sicilia. La conseguenza “tragica” di quanto sta accadendo è che l’attuale amministrazione comunale – certamente in buona fede – nell’intento di adempiere tempestivamente – ma, a nostro avviso, parzialmente – a quanto disposto dal Giudice non ha considerato che i provvedimenti (illegittimi ed impugnabili rilasciati immotivatamente dall’amministrazione comunale catanese nel 2012/2013 in sostituzione di precedenti provvedimenti legittimi ed impugnabili) non riguardano solo le società oggi colpite, ma quasi la totalità delle società di pubblicità esterna che operano nella città di Catania.

Tale circostanza porterà l’amministrazione – per coerenza e per par condicio – a revocare anche gli analoghi provvedimenti rilasciati a tutte le principali società di affissione che operano sul suolo pubblico catanese. In tale denegata ipotesi, si determinerà l’estinzione del comparto, la perdita del lavoro di circa cento persone, danni all’erario comunale per circa due milioni di euro annui, l’eliminazione del primo mezzo di comunicazione cittadino, l’avvio di cause risarcitorie milionarie e principalmente la perdita di quell’avviamento commerciale che l’amministrazione comunale avrebbe potuto capitalizzare in occasione delle prossime gare.

Gare che codesta amministrazione avrebbe potuto indire entro l’anno prossimo, se i fatti in esame non avessero bloccato l’attuazione di quel protocollo d’intesa sottoscritto in data 22/5/2014 con quasi tutte le imprese di pubblicità esterna che operano a Catania (tra cui quelle oscurate). Accordo che nulla ha che fare con la presente vicenda e che ha permesso all’attuale amministrazione di debellare, in poco tempo, gran parte dell’abusivismo e dell’evasione presente nel comparto cittadino e realizzare quel riordino del settore che avrebbe reso possibile, entro i primi del prossimo anno, la realizzazione di un piano generale degli impianti (reale! Non come quello approvato nel 1997 che, in quanto privo di norme di attuazione e quindi mai attuato, è completamente difforme alla realtà) i cui siti si sarebbero potuti assegnare a mezzo gare.

Gare che fino al marzo del 2013 in Sicilia sono state impugnate da diverse imprese che, utilizzando una controversa giurisprudenza, sono riuscite ad ottenerne l’annullamento. Tra le aziende che hanno chiesto l’annullamento delle gare di Misterbianco e Gravina e Paternò ricordiamo anche la società Job Creation. Convinta che le gare sono garanzia del libero mercato, la nostra associazione ha sostenuto l’azione di una delle nostre associate (oggi oscurata) che si è costituita, al fianco delle amministrazioni di Messina, Gravina, Misterbianco e Paternò, in difesa delle stesse ed a seguito di una complessa strategia giudiziaria, impugnando una gara, è riuscita ad ottenere che il C.G.A.R. Sicilia rinviasse l’esame della controversa materia al Consiglio di Stato che in Adunanza Plenaria, con la sentenza n. 5/2013, ha confermato che le gare sono l’unico strumento per assegnare pubbliche concessioni.

Con tali azioni, detta società, rinunciando ai privilegi che le derivavano dal possesso di decine di migliaia di autorizzazioni valide fino a revoca, consapevole delle devianze che in Sicilia si celavano dietro al sistema autorizzatorio, ha preferito mettere in discussione la propria posizione per far sì che in Sicilia le concessioni pubblicitarie – comprese le proprie – venissero assegnate con le garanzie di trasparenza e legalità che offrono le gare.

In questo contesto altre imprese, tra cui la Job Creation, utilizzando una giurisprudenza – oggi definitivamente abbandonata – che riteneva di tutelare l’attività d’impresa piuttosto che l’interesse generale, ottenevano dai Giudici delle autorizzazioni commissariali mediante ordinanze, dette “propositive”. Tali provvedimenti hanno riguardato principalmente la città di Catania.

Circostanza che determinò, da parte delle aziende che utilizzarono tale strumento, l’illegittima occupazione di gran parte dei siti individuati nel Piano generale degli impianti di Catania che, per tale ragione, non sono stati assegnati alle imprese titolari di legittime autorizzazioni, che richiedevano l’adeguamento dei loro impianti. A difesa del mercato, ancora una volta, ci siamo impegnati con le nostre associate – tra cui quelle oggi oscurate – ottenendo, con sentenza 336/2005 del C.G.A.R. Sicilia, il definitivo annullamento di questa procedura illegittima e con essa delle autorizzazioni rilasciate. Ricordiamo, ancora, che, negli anni in cui la città di Catania era devastata dal dilagante abusivismo, la nostra associazione – anche con il supporto delle due imprese oggi oscurate – è stata quella che più di ogni altro ha cercato di arginare il degrado del settore denunciando molteplici illeciti.

Queste stesse imprese, impegnandosi con codesta amministrazione mediante il protocollo d’intesa sottoscritto il 22/5/2014, gratuitamente hanno messo a disposizione dell’amministrazione comunale le proprie maestranze per rimuovere – sotto scorta dei vigili urbani – centinaia d’impianti abusivi ed avrebbero realizzato, sempre gratuitamente, un data base pubblicato sul web relativo al nuovo catasto degli impianti autorizzati collocati sul suolo pubblico. Con queste società oggi chiediamo a codesta amministrazione solamente di non farsi influenzare da interviste giornalistiche e propaganda, di chi in passato ha avversato le procedure di gara per perseguire procedure autorizzatorie oggi dichiarate illegittime. Chiediamo, piuttosto, di perseguire il superiore interesse della città, facendo sì che – una volta e per tutte – si arrivi a quella condizione di legalità necessaria per poter procedere ad una liberalizzazione del settore.

In tale contesto chiediamo:

Che l’amministrazione catanese si assuma la responsabilità su quanto avvenuto e chiarire: che il Piano Generale degli Impianti del 1997, in quanto privo delle norme di attuazione, non è mai stato applicato e risulta palesemente difforme e superato rispetto alla realtà;

che i siti di tale piano sono ancora in parte occupati dalle aziende che hanno ottenuto autorizzazioni con lo strumento delle ordinanze propositive;

che l’attuale amministrazione stava cercando di realizzare il piano grazie a quel protocollo d’intesa che ha permesso al Comune di ottenere la fornitura del servizio di rimozione di centinaia d’impianti abusivi ed il riordino degli impianti delle imprese autorizzate. Questo perché sarebbe inutile l’indizione di procedure di gara, senza prima aver realizzato un reale riordino del settore e l’eliminazione dell’abusivismo, in quanto si esporrebbe l’amministrazione a pesanti azioni da parte delle società che dovessero aggiudicarsi le nuove procedure indette dall’amministrazione.

Di inserire tempestivamente nel rispetto dell’attuale regolamento, con apposita delibera di Giunta, nel Piano Generale degli Impianti i siti che l’amministrazione ha da tempo indicato alle imprese di pubblicità come ubicazioni in cui spostare gli impianti. Ubicazioni che, ci pare di comprendere, ancora non erano state inserite nel Piano.

Di rispettare la parte del dispositivo della sentenza del C.G.A.R. Sicilia che restituisce all’amministrazione la potestà di rilasciare nuovi provvedimenti autorizzativi, emettendo, per tutte le imprese pubblicitarie che disponevano di autorizzazioni sostituite da quelle dichiarate illegittime dal C.G.A., dei provvedimenti autorizzativi validi fino all’aggiudicazione delle prossime gare. Tali aziende, peraltro, corrispondono all’Erario comunale circa due milioni di euro di imposte e danno lavoro a circa cento persone.

Di attuare il protocollo d’intesa nella parte in cui le imprese si obbligavano a spostare e/o mantenere gli impianti nei siti inseriti nel Piano Generale modificato dall’amministrazione ed a continuare a garantire il servizio di rimozione degli impianti abusivi presenti nel territorio nonché di definire l’anagrafe informatica degli impianti autorizzati sul suolo pubblico cittadino. Di completare il riordino entro la fine del corrente anno. Di procedere all’indizione di gare per l’assegnazione dei siti gestiti dalle attuali imprese e dei nuovi che si andranno ad individuare.

Nell’attesa che l’amministrazione assuma in tempi brevi un indirizzo chiaro e determinato, dobbiamo esprimere la nostra solidarietà a quelle imprese, oggi oscurate, che, a nostro avviso, sono state ingiustamente mortificate ed estromesse dal mercato catanese della pubblicità esterna a causa di provvedimenti illegittimi rilasciati dall’amministrazione. Imprese che negli anni, non solo si sono sempre segnalate per correttezza, ma si sono battute affinché si affermasse la legalità nel settore della pubblicità esterna.

Distinti saluti.

AS.P.ES.

 

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