Ast, tra agenzie interinali e debiti: un gigante dai piedi di argilla?  - Live Sicilia

Ast, tra agenzie interinali e debiti: un gigante dai piedi di argilla? 

Tutte le criticità della partecipata.

PALERMO – Una rondine non fa primavera. E nemmeno un’inchiesta giudiziaria. Però, al netto di eventuali profili penali, l’inchiesta “gomme lisce” accende i riflettori su una delle più importanti società partecipate regionali: l’Ast. Un gigante dai piedi d’argilla finito più volte sotto la lente d’ingrandimento della politica. Di anno in anno: interrogazioni parlamentari, audizioni e non solo. Un problema che non nasce certo oggi.

I punti critici

C’è più di un “bug” del sistema che mette a repentaglio il corretto funzionamento della macchina burocratica. Il primo riguarda, carte alla mano, il ricorso ad agenzie interinali o soggetti terzi per le procedure di assunzione al posto di procedure concorsuali pubbliche. Un elemento che già in potenza inficia la trasparenza delle procedure di selezione del personale e crea terreno fertile per pratiche di “lottizzazione” da parte della politica. Una pratica, però, necessaria a causa della mannaia calata sulla società che dal 2002 in poi ha determinato il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato.

Le critiche di Fava, Sunseri e Tancredi

Sul punto è intervenuto il presidente della Commissione Antimafia, Claudio Fava che ha chiesto “di abolire definitivamente l’utilizzo criminogeno delle agenzie interinali” per le assunzioni nelle partecipate. Tema sollevato a più riprese, nel corso della legislatura, dall’onorevole Sergio Tancredi di Attiva Sicilia che durante svariate audizioni, in commissione Bilancio e Mobilità, ha puntato il dito contro la pratica di ricorrere alle agenzie interinali e i costi non irrisori a questa collegati, senza però ottenere risposte “esaustive da parte della dirigenza dell’Ast”. Anche l’onorevole pentastellato Luigi Sunseri ha più volte denunciato il metodo di reclutamento del personale Ast e davanti all’obiezione del vincolo del blocco delle assunzioni ha sottolineato, a più riprese, le falle del sistema: la “poca trasparenza e mancata pubblicità delle opportunità di lavoro”. Una seconda nota dolente riguarda l’attività di controllo da parte degli assessorati di riferimento, argomento al centro di diverse interrogazioni parlamentari rimaste spesso senza risposta. Come sanno bene gli onorevoli Luigi Sunseri (M5S) e Claudio Fava (Misto).

Costi e debiti: il caso Ast

Direttamente collegato alla nebulosa delle procedure di assunzione e affidamento degli appalti c’è l’aspetto dei costi. La partecipata costa alla Regione qualcosa come 22 milioni di euro all’anno. Senza contare poi il tallone d’Achille dei debiti che nel 2019 (anno che l’ente chiude con un bilancio in attivo dopo un biennio di segno meno) ammontano a quasi 81 milioni di euro. Una cifra di tutto rispetto: 3,3 milioni di debiti verso le banche, 12 milioni verso i fornitori, 24 milioni di debiti tributari e 9 milioni verso l’Inps e il personale. C’è tanta carne al fuoco, insomma.

La Commissione antimafia

La palla adesso passa alla commissione antimafia, che già da tempo stava monitorando la situazione dopo le segnalazioni di privati, e della presidente della commissione Ambiente Giusi Savarino (che ha trasmesso il verbale della seduta in cui è stato audito l’ex presidente dell’Ast Gaetano Tafuri sul piano industriale della partecipata e sul futuro dell’aeroporto di Lampedusa). Giovedì toccherà all’assessore ai Trasporti, Marco Falcone, essere audito in Commissione Antimafia per chiarire i contorni dei controlli posti in essere sulle manovre dell’Ast.


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