Mafia, appalti e quel processo per duplice omicidio da "aggiustare"

Non solo “mafia e appalti”, Natoli e quel vecchio duplice omicidio

La Procura di Caltanissetta riaccende i fari su un caso del 1982

PALERMO – Non solo il dossier mafia e appalti. La Procura di Caltanissetta riaccende i fari anche su un vecchio duplice omicidio.

Nell’invito a comparire notificato all’ex pubblico ministero Gioacchino Natoli si fa riferimento ad una ipotesi di favoreggiamento. Natoli “disponeva d’intesa con il capitano della guardia di finanza Stefano Screpanti, che provvedeva in al senso, che non venissero trascritte conversazioni particolarmente rilevanti da considerarsi vere e proprie autonome notizie di reato”.

Dalle conversazioni “emergeva la messa a disposizione di Di Fresco (l’imprenditore e politico democristiano Ernesto Di Fresco, che fu anche presidente della Provincia di Palermo ndr) in favore di Bonura (Francesco Bonura, boss dell’Uditore e fedelissimo di Bernardo Provenzano, è un altro nome delle vecchia mafia ndr)”.

In ballo ci sarebbe stata anche quella che viene definita dai pm nisseni, “una concreta ipotesi di aggiustamento mediante interessamento del Di Fresco stesso del processo pendente innanzi alla Corte d’Assise di Appello di Palermo sempre a carico del Bonura nonché di Fontana Stefano e Di Maio Vincenzo per il duplice omicidio Chiazzese-Dominici”.

Per delitto è stato condannato il boss Nino Madonia, all’ergastolo anche per l’omicidio di Sebastiano Bosio. Il capomafia di Resuttana ordinò di uccidere il chirurgo, il 6 novembre 1981, che non volle mettersi a disposizione di Cosa Nostra.

La prova principale nel processo era la perizia dei carabinieri del Ris sui proiettili. L’arma che fu usata per uccidere Bosio, una calibro 38, era la stessa con la quale sette mesi dopo, il 5 giugno 1982, furono assassinati due meccanici della borgata palermitana Passo di Rigano, Francesco Chiazzese e Giuseppe Dominici.

Un duplice omicidio per il quale Madonia era già stato stato condannato. Oggi si torna a parlare del delitto nell’ambito dell’inchiesta che vede coinvolto Gioacchino Natoli.


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