PALERMO- Mattinata di fuoco al Centro Pio La Torre, durante il forum sulla situazione economica della regione promosso a Palermo dal Centro che ha visto la partecipazione di Cgil, Cisl e Uil e di Confindustria Sicilia. “I dati della crisi in Sicilia sono tali e quali allo scorso anno – denuncia Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi Pio La Torre –, per cui vogliamo un crono-programma di ciò che si vuole fare per soddisfare i bisogni sociali di questa regione, altrimenti si prenda atto del totale fallimento dell’azione politica di questa classe dirigente e si vada alle urne”.
Non meno tenera l’analisi di Michele Pagliaro, segretario regionale della Cgil, sull’operato del Governo e del Parlamento siciliano: “Siamo di fronte – afferma Pagliaro – ad una crisi che ha cancellato 160mila posti di lavoro in Sicilia, che ha reso povere molte famiglie, che ha messo in ginocchio i pensionati, che ha distrutto interi settori dell’economia isolana come quello edile e quello della manifattura. Nel frattempo, le riforme tanto annunciate vivono sui titoli dei giornali e non nella realtà, lasciando sempre più impotenti i lavoratori in crisi. Non c’è – prosegue il segretario Cgil – soltanto il tema del pubblico impiego, che impegna comunque una grossa fetta dei lavoratori dell’Isola, ma ci sono anche tanti che non vengono aiutati a riprendersi, ma solamente a tirare avanti con l’aiuto, comunque prezioso, degli ammortizzatori sociali. Vogliamo una politica con un’idea di risanamento ed un progetto di sviluppo, mentre la Regione va avanti grazie ai mutui con il solo intento di vivacchiare e chiudere le emorragie che si aprono di volta in volta. Chiediamo che la Regione avvii un progetto compiuto su società in liquidazione, enti inutili e tutti i buchi di questo colabrodo da cui sprechiamo troppe preziose risorse. L’opportunità ci viene dai Fondi europei, che devono però essere utilizzati bene e non soltanto per lanciare ulteriori slogan. Infine – conclude Pagliaro – serve una seria lotta all’evasione, piaga da 20 miliardi di euro nell’Isola, poiché basterebbe recuperare una parte di questi soldi per avere capitali freschi da investire”.
Claudio Barone, segretario regionale della Uil, sottolinea la totale immobilità del governo regionale: “Ieri, a Roma, c’era un incontro con l’Eni al Ministero dello Sviluppo Economico per l’assegnazione di 700 milioni di euro in opere pubbliche per investimenti produttivi: il governo siciliano non si è presentato all’incontro, buttando dalla finestra un mare di soldi vitali per l’economia dell’Isola. Anche Lukoil, a Priolo, ha 1,7 miliardi di euro pronti da investire ma bloccati perché la Regione non ha in mente alcun piano attuativo su come investire questo denaro. Resta – aggiunge Barone – la sensazione che il governo Crocetta privilegi vivere barricato contro la crisi a parole, senza preoccuparsi di trovare in concreto i fondi utili a creare lavoro”.
Anche la Cisl Sicilia, per bocca del proprio segretario regionale Maurizio Bernava, va giù pesantemente contro le responsabilità dell’intera classe politica siciliana. “Per la nostra regione – denuncia Bernava – i dati parlano chiaro: anche il 2014 sarà un anno di recessione, mentre non si imbocca la strada giusta a livello governativo, preferendo politiche d’attesa identiche a quelle che sono state portate avanti in questi anni e che ci hanno portato alla situazione attuale. Serve una programmazione ed un monitoraggio dei bilanci di ogni ente; serve inoltre una programmazione unica per i fondi europei, che non getti i soldi in decine di capitoli ed in rigagnoli che hanno il solo risultato di sciuparli. Per di più – conclude il segretario Cisl –, la politica litiga e gioca a spararla più grossa. Siamo di fronte alla violazione dello stato di diritto per inseguire lo ‘stato mediatico’, con un imbecille come Ferrandelli, totalmente ignorante in materia di lavoro, che accusa soggetti importanti come i sindacati di sfruttare la pelle dei lavoratori per difendere la propria poltrona e la casta”.
La replica di Ferrandelli
“Bernava mi insulta, lo faccia pure. Domani però il leader della Cisl siciliana non insulti l’intelligenza di tanti giovani disoccupati e precari siciliani. Metta la firma del suo sindacato, in occasione dell’incontro con l’ufficio di presidenza dell’Ars, nel documento che stabilisce un tetto agli stipendi dei burocrati di Palazzo dei Normanni. Perché emolumenti da mezzo milione di euro l’anno offendono i siciliani molto di più di certe sue cadute di stile. Se dirà sì al tetto di 140 mila euro, come annunciato, mi terrò l’insulto e risponderò con un sorriso. Se alle sue parole non seguiranno i fatti, e verrà smentito dai suoi stessi rappresentanti sindacali all’Ars, da dopodomani anche nel sindacato, per il bene dei siciliani, forse ci sarà bisogno di una sana e consapevole rottamazione”. Lo scrive su facebook il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli, in merito alla polemica sul tetto agli stipendi dei burocrati dell’Ars. “Il segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava – si legge in un comunicato stampa – ha definito il parlamentare dem “imbecille” e “cretino””.