Quando diamo gli auguri, dimentichiamo, senza averne colpa, che in realtà augurare vuol dire fare uno sforzo di previsione sul destino della persona cui li diamo. L’Augure, infatti, presso gli antichi Italici e i Romani, era un interprete del volere degli dei, rivelato per mezzo delle traiettorie degli uccelli o da altri fenomeni naturali. Il futuro, se proprio volessimo averne un accenno, può essere intravisto dopo una campagna archeologica sul passato svolta nel presente. Una cosa che ormai non facciamo più, perché per noi il passato ormai è acqua, per l’appunto, e non pietra.
Il futuro di quest’anno è determinato soprattutto dagli esiti della Democrazia in almeno tre momenti importanti, di cui solo uno scontato. Le elezioni Europee, quelle Nord Americane e quelle Russe (scontate) determineranno una buona parte dei prossimi anni. La Democrazia, tra i suoi punti deboli, ha proprio il momento del voto, in cui ciò che esso stabilisce, pur essendo sacro dal punto di vista civile, non è mai razionale ma emotivo. Facciamo un po’ di archeologia, per capirci meglio.
Nel 406 Avanti Cristo i Greci sconfissero gli Spartani, in una battaglia navale della Guerra del Peloponneso. Il merito, oltre al coraggio degli equipaggi, fu degli Strateghi, i responsabili militari, democraticamente eletti dall’assemblea della città di Atene. Successe, però, che alla fine dello scontro, non fu possibile salvare una buona parte degli equipaggi ateniesi naufragati, per via del sopraggiungere di una tempesta. Morirono circa duemila giovani ateniesi. Gli ateniesi erano più sconvolti da quest’ultima notizia, che euforici della vittoria, e dopo un aspro dibattito in assemblea, processarono e giudicarono, come la Legge prevedeva, gli otto Strateghi, mandandone a morte sei su otto.
Non è una storiella, ma un momento cruciale, per chi si occupa di politica in maniera epistemologica e non intestinale, in cui emerge un problema delle Democrazie: l’influenza degli stati emotivi nelle decisioni razionali di massa. Anche Socrate aveva sottovalutato quest’aspetto ma fu il solo a prendere la parola provando a sostenere una tesi evidente: non si potevano punire delle persone che avevano salvato la città. Non era possibile far diventare più rilevanti i singoli dolori familiari rispetto al bene collettivo. Ancora oggi si può dire che egli fu il primo a individuare, il nodo irrisolto di un sistema democratico, e cioè l’inadeguatezza umana nel sostenerla con scelte a misura della città e della storia e non dei singoli interessi biografici.
Un cittadino vota sotto l’influenza di stati emotivi e interessi derivanti dalla sua situazione, anche quando essa è ideale e non materiale. A maggior ragione quando le elezioni politiche si svolgono in un momento storico non convenzionale, dopo e durante una serie di eventi eccezionali, in cui la loro spiegazione razionale, confligge con lo stato d’animo e la situazione reale che gli elettori vivono. Quello che conta, anche in questo caso, è la reazione che i cittadini svuoteranno nell’urna. La maggioranza cospicua di chi voterà vorrà semplicemente punire, chi ha avuto la responsabilità di alcune decisioni che a vario titolo hanno inciso sulla loro vita. Nelle Democrazie Liberali, il principale aiuto alla vittoria elettorale, è dato da chi e da come ha governato nel mandato precedente, soprattutto quando l’ha fatto in maniera illogica, scriteriata e senza nemmeno risultati.
La Destra Politica vincerà, sia in Europa e sia negli Stati Uniti, non in base ad un programma, ma per via di una vendetta che una maggioranza di cittadini consumerà nell’urna, per i presunti torti, subiti prima, durante, dopo, l’emergenza sanitaria, e per le scelte controproducenti fatte sulla questione ucraina ed ecologica. Presunti, perché se osservati con razionalità, alcuni di questi torti, esattamente come la morte dei duemila giovani ateniesi nelle acque dell’Egeo, non lo sono, se si pensa alla scala della Polis e non a quella personale. Rispetto a questo problema della Democrazia e della Politica, non esistono al momento differenze tra la Sinistra Politica e la Destra Politica: semplicemente non sono attrezzate, culturalmente e umanamente, a gestire questo problema.
Una politica che con faciloneria, stupidità, ignoranza e mediocrità, non agisce tenendo conto di ciò che ho ricordato ha ragione d’essere sconfitta. Non sarà giusto, forse, sul piano delle idee, ma è ragionevole sul piano politico, con tutti i rischi del caso. Capitò anche a Churchill dopo aver guidato gli Inglesi alla vittoria della Seconda Guerra Mondiale, immaginate se non possa capitare a un gruppo di mediocri, come quelli che hanno governato l’Europa e gli Stati Uniti in questi, anni, compresi i tecnici, i migliori e gli scienziati d’ogni tipo.
Tutto il resto, come sempre, invece dipende da noi.
Dipende da noi, sia quando pensiamo, d’essere soli dentro quest’Universo, sia quando immaginiamo di non esserlo; sia quando crediamo di poter fare tutto ciò che ci viene in mente o sentiamo, sia quando siamo convinti d’avere solo dei compiti da eseguire; sia quando crediamo alla fine come a una conclusione, sia quando crediamo alla fine come a un nuovo e diverso inizio.
Dipende da noi, burocrati macchine, da noi professori che ignoriamo il senso di quello che insegniamo, da noi politici senza il timore della responsabilità, da noi diplomatici senza diplomazia, da noi che professiamo antichi mestieri intellettuali come se fossero stati inventati appena ieri.
Dipende da noi che non vediamo, dietro una lavatrice, l’acqua dei torrenti e le mani al freddo che lavano i panni; che non vediamo, dietro una lampadina, le ombre e le corte serate vissute dopo il calar del sole; che non vediamo, dietro una mail, la fatica dei cavalli e dei cavalieri al galoppo da un punto della Terra all’altro solo per trasmettere un messaggio.
Dipende da noi, che non vediamo dietro ai nostri anni tutti quelli di prima e crediamo che il Mondo sia nato solo nei pressi della nostra data di nascita.
Dipende da noi, che non amiamo le contraddizioni feconde e che non sappiamo che il tempo che vale la pena di vivere, quello che conta davvero e ha il peso di un’esistenza sicuramente spesa bene, è sempre un tempo da Grillo Parlante o da Formica, ma che quello che però la storia non dimentica mai, in bene e in male, è sempre un tempo da Cicala o da Lucignolo.
Dipende da noi, quindi, se dopo quest’anno avremo la capacità di costruirne altri, più ambiziosi, maggiormente gratificanti, con maggiore entusiasmo e ritmo.
Auguri alle mie Terre Federiciane di Puglia, Calabria e Sicilia. Auguri al nostro Paese. Auguri a ogni suo più piccolo lembo, Tellurico e Marino. Auguri, perché chissà quanto tempo noi attendiamo, prima di vivere per una volta sola. Una sola e unica, però così utile e fondamentale per l’eternità da impegnarci a non scherzare con la libertà, con le convenzioni; a non ripararci, in modo vile, dietro principi e preconcetti, d’ogni genere e tipo, senza affrontare da umani, invece, i dubbi delle contraddizioni. “La vita è qualche cosa che prende, porta e spedisce”. Auguri, e Viva a tutti noi, che siamo qui, con il nostro Giavellotto di Giada, a bagnarci sotto questa pioggia di giorni, ai piedi di queste mura geografiche del Mediterraneo, costruite da una storia vasta.