AUGUSTA (SR) – Resta alta la tensione nelle carceri della Sicilia. In particolare nella Casa di Reclusione di Augusta dove, ancora una volta, agenti di Polizia Penitenziaria sono rimasti contusi. “E’ uno stillicidio continuo il ripetersi di eventi critici contro il personale di Polizia Penitenziaria della Sicilia in servizio”, denuncia Calogero Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
Il sindacalista spiega che “ieri si è registrata l’ennesima aggressione nel carcere di Augusta, dove due poliziotti sono finiti in ospedale dopo la vile e proditoria aggressione di un detenuto catanese. Il ristretto, di 25 anni, ha cercato di aggredire più volte l’Ispettore dentro l’ufficio di Sorveglianza per motivi futili, lanciandogli sulla faccia una spillatrice e poi tirandogli un calcio al piede di assurda violenza da procurargli una frattura”.
Non solo. “Un altro poliziotto, intervenuto per fermare l’uomo, è stato colpito più volte con dei pugni, pur non riuscendoci, ed un terzo Agente è rimasto contuso nell’opera di frapposizione tra il ristretto e gli altri colleghi”, continua Navarra.
Quindi l’augurio. “Il Sappe augura una pronta guarigione ai poliziotti feriti e auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno. Io credo che la Polizia Penitenziaria di Augusta e della Sicilia tutta, che ha pure dimostrato grande professionalità e senso del dovere, non debba essere messa nelle condizioni di vivere situazioni di alta tensione sotto il profilo della sicurezza e dell’ordine per i ricatti di alcuni ristretti violenti che evidentemente pensano di stare in un albergo e non in un carcere”.
Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime vicinanza e solidarietà ai poliziotti rimasti contuso ad Augusta e torna a denunciare la realtà delle carceri siciliane e italiane: “La situazione è sempre più critica a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto”.
“Chiediamo – conclude Capece – l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.