Si appella a Voltaire il presidente della provincia regionale di Palermo, Giovanni Avanti: “non condivido le tue idee ma mi batterò sino alla morte affinché tu possa esprimerle”. E riprende il suo “giovane assessore”, Eusebio Dalì, che dopo il concerto del gruppo rock dei Litfiba a Campofelice di Roccella, li ha attaccati duramente sostenendo che “hanno offeso l’intelligenza dei giovani siciliani”.
Dalì aveva, infatti, dichiarato nei giorni scorsi di essere stato presente allo spettacolo e “non mi sembrava di stare ad un concerto – ha detto – bensì a un processo di piazza sommario, a un pubblico linciaggio: è stato sconcertante assistere ai reiterati strali di Pelù (il cantante dei Litfiba, ndr), sconfortante vedere tanti giovani lasciarsi passivamente inglobare in una cultura dell’anti, senza senso e senza costrutto. Invito – ha poi aggiunto – l’incolpevole sindaco Vasta e tutti i primi cittadini della Sicilia a non ospitare più artisti che hanno come unico scopo il pontificare, predicare e fare lotta politica, servendosi di quella potentissima arma che è la musica e la sua capacità di penetrare le giovani sensibilità, di formarle o di plagiarle a seconda dei casi. E invito i Litfiba – conclude Dalì – a chiedere scusa alla Sicilia, ai siciliani che sono per la stragrande maggioranza persone oneste e libere, e fare solo e semplicemente musica, lasciando stare la volgare propaganda, che tocca temi e concetti che di fatto disconoscono”.
Nessuna risposta da parte dei Litfiba, a intervenire è il presidente della Provincia secondo cui il punto non quanto detto dal gruppo rock sul palco, quanto “la libertà che deve essere assicurata a ciascuno di esprimere le proprie opinioni, nel rispetto della legge e della dignità individuale”.
“Per questo sono io a chiedere scusa ai Litifiba, senza entrare nel merito delle loro dichiarazioni, in difesa di un principio di tutela del pensiero. Credo che ciò possa anche soddisfare le tante sensibilità che si sono sentite toccate dalla reazione di Dalì e che hanno rappresentato il loro disagio per via epistolare o telematica”.
Ma Giovanni Avanti tiene a puntualizzare che le dichiarazioni di Dalì “sono quelle di un uomo libero, che ha le sue idee e il suo patrimonio culturale, ma non appartengono all’amministrazione provinciale. E per Dalì vale lo stesso principio dei Litfiba: posso non condividere ciò che dice ma gli riconosco appieno il diritto di esprimere le sue idee”.