PALERMO – Avrebbero venduto gli immobili di un’azienda fallita, intascando i profitti. Mariano Sposito e Luciano De Lorenzo sono stati condannati rispettivamente a 6 anni e 5 anni e sei mesi. Assolto, invece, l’avvocato Filippo Tortorici.
De Lorenzo e Sposito finirono in manette nel 2007 per il crac della società immobiliare Finasi spa, dichiarata fallita nell’84 e di cui erano rispettivamente socio di maggioranza e amministratore. Da qui l’accusa di bancarotta post-fallimentare per aver venduto il capitale della società – 28 immobili – facendo sparire circa 4 milioni di euro per buona pace dei creditori che non intascarono un centesimo. Nell’inchiesta venne coinvolto anche l’allora curatore fallimentare, l’avvocato Filippo Tortorici, docente universitario ed ex console onorario di Germania a Palermo. Le indagini della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri furono coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Scarpinato e dai pubblici ministeri Carlo Manzella e Gaetano Guardì.
La “Finasi” nel ’97 era stata ammessa al concordato fallimentare che prevedeva la chiusura della società e la cessione del patrimonio ad un’altra immobiliare, la “Risanatrice srl”, riconducibile agli stessi titolari. Solo che invece di pagare i debiti i soldi sarebbero finiti in un buco nero, senza alcuna vigilanza da parte del curatore fallimentare. Un personaggio molto noto. Ricercatore di diritto privato al corso di laurea in Economia e finanza della facoltà di Economia e commercio dell’Università di Palermo, avvocato, e autore di varie pubblicazioni in materia di diritto fallimentare. Tortorici ha sempre respinto le accuse così come gli altri due imputati. Solo per l’ex curatore fallimentare, però, è arrivata l’assoluzione.