Bando per l'esodo incentivato| Le istanze toccano quota 100 - Live Sicilia

Bando per l’esodo incentivato| Le istanze toccano quota 100

A tre settimane dalla chiusura dei termini, sono già state 100 le registrazioni al sito per la presentazione delle domande sulle 200 finanziabili per lasciare il posto di lavoro. (foto Ponente)

comune di palermo
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PALERMO – E’ partita la grande fuga dalle aziende partecipate del comune di Palermo. E a dirlo sono i numeri, piuttosto sorprendenti, del bando per l‘esodo incentivato di Italia Lavoro che permette, a quasi diecimila lavoratori, di poter scegliere di andare via dalle società di proprietà di Palazzo delle Aquile. Basti pensare che in poco meno di dieci giorni sono già 100 le domande di partecipazione, o quantomeno le registrazioni al sito del Comune che sono il primo passo per la presentazione dell’istanza.

Si tratta, in poche parole, della possibilità per i lavoratori di abbandonare il proprio posto in cambio di 26mila euro lordi (20mila netti), di un anno di Aspi (per gli over 50) e del tfr sin qui maturato: una possibilità che deve aver fatto gola a molti. Palazzo delle Aquile ha stanziato poco più di 5 milioni di euro che basteranno, in totale, per 200 domande. L’avviso scade il 14 maggio e a quel punto si terrà conto dell’ordine cronologico di presentazione delle istanze.

Andando al dettaglio, ben 74 lavoratori che hanno deciso di lasciare appartengono alla Gesip srl, 4 alla controllata Gesip servizi, 1 all’Amap, 9 all’Amat, 4 ad Amg Energia e 7 alla Rap. Ma la nota del Comune punta velatamente il dito contro chi, a dire di piazza Pretoria, starebbe cercando di “condizionare” i lavoratori. “I primi risultati – si legge nel comunicato stampa – mostrano che tra i lavoratori sta prevalendo la consapevolezza della complessità e difficoltà della soluzione dei problemi e della necessità di utilizzare tutte le possibilità fornite dalla attuale normativa secondo la valutazione di interessi e diritti. Ogni singolo lavoratore e’ infatti chiamato ad una valutazione libera da condizionamenti e rappresentazioni interessate e fantasiose di scenari futuri,che rischiano di fuorviare quella che deve essere una realistica e libera scelta”.

Un riferimento, neanche troppo nascosto, ad alcune organizzazioni sindacali ma anche l’ammissione, da parte del Comune, “della complessità e difficoltà della soluzione dei problemi”. Insomma, per dirla in parole povere, il futuro delle aziende non è roseo, Gesip in primis, anche perché il piano del sindaco Orlando per salvare le società si basava sulla Cig in deroga che, nelle intenzioni del governo Renzi, dovrebbe essere abolita. Un duro colpo per l’amministrazione comunale, che da luglio dovrà fare i conti con 1800 dipendenti senza sussidio, a meno che non arrivino altri rinnovi. Insomma, si salvi chi può.

LA NOTA DELL’UGL
“Rimaniamo veramente sbalorditi dal terrorismo messo in atto da una amministrazione che non vuole affrontare la vertenza delle partecipate nella sua reale complessità, facendo riferimento a finte soluzioni, come l’incentivo all’esodo ed altro messo in campo – scrive Salvo Barone, segretario provinciale dell’Ugl terziario – il nostro sindacato, e non solo, non firmerà più per cassa integrazione e invogliare i lavoratori all’esodo incentivato. Questo ci appare come l’unico strumento che questa amministrazione vuole usare per rendere credibile per lo Stato un percorso che consenta una ulteriore richiesta di ammortizzatori in deroga per tirare a campare fino a fine consiliatura. Chi non ha soluzioni per i dipendenti delle partecipate, farebbe bene ad andare a casa o in Germania piuttosto che a fare altro. Basta addossare la responsabilità sempre a terzi, Orlando è il sindaco politico di questa città, e non si è mai visto un sindaco licenziare 2000 cittadini e dipendenti delle sue aziende. Se non i in grado di affrontare la vertenza, che si dimetta. Altro che soluzioni fantasiose avanzate dal sindacato, piuttosto ci spieghi quali siano le reali difficoltà ed esca allo scoperto, noi continueremo a batterci affinché tutti i lavoratori riacquisteranno la dignità tolta, ad esempio attraverso la costituzione delle società consortili. Il sindaco ci spieghi se con 200, piuttosto che con 100, dipendenti che aderiscono all’esodo incentivato, si risolve la vertenza. Forse è lui che vive di fantasie”.

 

 


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