Basile: "Bilancio comunale ok| Non parlo del passato" - Live Sicilia

Basile: “Bilancio comunale ok| Non parlo del passato”

Intervenuto al convegno organizzato dal Pdl alle Terrazze di Mondello “Società partecipate pubbliche. Limiti, opportunità e prospettive” l'ex ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile non è voluto tornare sull'addio dello scorso 12 marzo.

L'EX RAGIONIERE GENERALE
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PALERMO – “Oggi il bilancio del Comune di Palermo non è più a rischio dissesto. Non ci sono creditori alle porte, abbiamo sempre rispettato il Patto di stabilità e non abbiamo mai fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria”. C’è tutto l’orgoglio per il lavoro di sette anni nelle parole di Paolo Bohuslav Basile, ragioniere generale di Palazzo delle Aquile fino al 12 marzo, quando è stato sostituito dall’Amministrazione con il dirigente del settore Tributi Carmela Agnello e trasferito alla guida della nascente “Area per le politiche di sviluppo e i fondi strutturali”.

Basile è intervenuto al convegno organizzato dal Pdl alle Terrazze di Mondello, incentrato sulle “Società partecipate pubbliche. Limiti, opportunità e prospettive”. Con lui hanno partecipato anche Alberto Stagno D’Alcontres, ordinario di Diritto commerciale alla Facoltà di Giurisprudenza, e il deputato all’Ars Salvino Caputo.

Un mese fa la creazione di un’area ad hoc per il reperimento dei fondi comunitari era stata motivata da Palazzo delle Aquile con la necessità strategica di separare la ricerca degli stanziamenti dalla loro gestione. Ma ad alcuni era sembrato anche un modo per limitare il raggio di azione dell’ex ragioniere, che non è mai stato tenero nei confronti della Giunta Orlando e, in qualità di revisore e controllore dei conti, ha rilevato di volta in volta le incongruenze finanziarie che a suo parere si andavano configurando nella gestione della macchina amministrativa. Sta di fatto che ad oggi non è ancora stato pubblicato l’atto ufficiale per l’istituzione della nuova area.

A margine del dibattito, tuttavia, Basile ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione né sul suo trasferimento né sul nuovo incarico. E già durante il suo intervento si era limitato a ripercorrere i suoi sette anni all’interno degli uffici di via Roma (“ho iniziato il 20 febbraio 2006”), salutando i suoi vecchi colleghi (“ho avuto splendidi collaboratori, sono felice che siano rimasti a Ragioneria”) e descrivendo la situazione finanziaria delineatasi in questi anni nelle casse di piazza Pretoria.

“Nel 2005 il bilancio del Comune fu chiuso con un avanzo presunto e non reale. A quell’epoca il pericolo del dissesto era reale. In sette anni sono stati eliminati 850 milioni di euro di residui attivi insussistenti e per sanare i conti in rosso l’Amministrazione ha aumentato le tasse e tagliato i servizi. Adesso, invece, il bilancio del Comune di Palermo è sano e fondato sul rispetto della legge. Chi parla di dissesto lo fa senza cognizione di causa: se così fosse, ci sarebbe l’obbligo di dichiararlo. E una dichiarazione di dissesto non è discrezionale né politica: sta tutta nei numeri”.

Poi l’ex ragioniere si è concentrato sul tema del convegno, ovvero lo stato di salute delle municipalizzate: “Dal 2005 ad oggi la capacità del Comune di sovvenzionare le società partecipate è più che raddoppiata: 140 milioni nel 2006, 255 nel 2007, 315 nel 2008, 334 nel 2009, 309 nel 2010, 297 nel 2011, 317 nel 2012. Ma va chiarita una cosa: un’Amministrazione non è tenuta a intervenire in modo diretto per salvare una partecipata in liquidazione, anche quando ne è socio unico. Non ha alcun obbligo di legge in tal senso. Il bilancio del capoluogo – ha concluso Basile – è in ordine non soltanto di per sé, ma anche in relazione alla difficile situazione finanziaria delle partecipate”.

Quando si parla di municipalizzate il discorso non può riferirsi alla sola Palermo ma va allargato al contesto dell’intera isola. Non a caso Caputo ha annunciato che lunedì, in qualità di vicepresidente della commissione regionale Attività Produttive, formalizzerà al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone “la richiesta di una commissione parlamentare d’indagine sulle partecipate regionali. A Riscossione Sicilia abbiamo scoperto uno spreco gigantesco. Bisogna tagliare i fiumi di soldi che finanziano consulenze e prebende. Tuttavia, il punto di vista del governatore Crocetta, che ne vuole abolire 13, è apprezzabile ma non condivisibile perché eccessivo. Basterebbe assegnare i dipartimenti regionali alcune funzioni delegate alle partecipate. E smetterla con le nomine d’effetto, come quella di Ingroia: è stato sbagliato assegnare Riscossione Sicilia a un magistrato che non aveva i titoli per farlo ma è solo un personaggio, come lo erano Battiato e Zichichi. Questo governo regionale – ha concluso il parlamentare del Pdl – individua i soggetti non per le loro capacità ma per la loro immagine o personalità”.

Per il professore D’Alcontres “esiste una galassia di partecipate che non produce ricchezza ma la consuma. Una galassia troppo estesa, con troppe mansioni, gestioni poco chiare, statuti contorti che non consentono di produrre utili ma costi ingiustificati. Al contrario ritengo che l’imprenditore privato potrebbe introdurre una cultura d’impresa in questo mondo. Senza contare – ha sottolineato – che la disciplina giuridico-amministrativa in materia è troppo ampia e contraddittoria, a partire dalle normative europee fino alle legislazioni regionali e alle sentenze dei tribunali fallimentari”.


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