PALERMO – “Il tempo è stato galantuomo, questo Paese è una barzelletta ma se sei onesto e dici la verità non c’è smentita possibile. A poco a poco le maschere cadono giù”. Il giorno dopo la retata che ha portato all’arresto di 17 persone e che ha fatto luce sul cosiddetto “Sistema Giacchetto” – che gestiva i Grandi Eventi dell’assessorato regionale al Turismo – Franco Battiato, cantautore ma soprattutto ex assessore al Turismo, torna a parlare della sua esperienza come componente della giunta Crocetta. Un’esperienza che si concluse bruiscamente dopo le sue frasi sulle “troie in Parlamento” pronunciate a Bruxelles.
La retata di ieri ha fatto luce sugli affari che erano stati portati avanti in quelle stesse sale che, fino a pochi mesi fa, il cantautore occupava in qualità di assessore. E proprio Battiato, nel febbraio scorso, lancò l’allarme: “Al Turismo hanno rubato tutto”, disse allora il cantautore catanese. Adesso quel sistema di regalie, soldi, favori ed escort sembra scardinato (“come cammelli in un suk dell’illustre e onorata società”, ironizza), ma l’artista catanese non si aspetta scuse: “E’ una storia chiusa, al potere piace travestire i sudditi da idioti ma gli italiani non sono scemi – dice -. Dopo i trent’anni ognuno ha la faccia che si merita e la farina, come si dice, va in crusca”.
Battiato cerca poi di spiegare il senso della frase incriminata che lo costrinse a lasciare la giunta Crocetta: “Mi hanno accusato di misoginia, ma l’hanno fatto in evidente malafede, io non ce l’ho con le prostitute. Non riconosco proprio il genere come categoria – sentenzia – Il fatto grave e inaccettabile è che le escort vanno in Parlamento, diventano politici e usano i soldi con cui paghiamo le tasse. Ma ripeto le ragazze non hanno colpe, i frustrati che le vendono al mercato invece sì”. L’ex assessore regionale non le manda certo a dire e osserva con parole schiette che “la decisione di farmi fuori era stata decisa ben prima di Bruxelles”. Le parole diventano taglienti quando l’attenzione viene spostata proprio sull’operato del presidente della Regione e sul loro rapporto di amore-odio: “Crocetta non era il rivoluzionario che mi aspettavo e io ero quello che sono sempre stato – conclude il cantautore -. Non volevo fare l’assessore, Crocetta insistette ed è finita come è finita”.