Berretta sul "caso " Motta: |"Qualcuno ha favorito Articolo 4?" - Live Sicilia

Berretta sul “caso ” Motta: |”Qualcuno ha favorito Articolo 4?”

Ciclone Berretta: "Il Pd grande assente al Comune, Leanza non è ago della bilancia, Crocetta deve dare risposte e su Motta...".

CATANIA- Dal rapporto tra l’amministrazione comunale guidata da Bianco e il Pd “grande assente a Palazzo degli Elefanti” al “caso” Motta S.Anastasia dove il Pd non ha presentato la lista e due candidati si sono scontrati facendo vincere Articolo 4. Giuseppe Berretta, deputato democratico, è un fiume in piena, rivendica il ruolo del Pd alle europee e ridimensiona il contributo di Articolo 4. Elogia Renzi, ma non si definisce “renziano”, pizzica la direzione provinciale del partito e su Crocetta ha le idee chiare: “Deve dare risposte alla gente”.

Come valuta il risultato delle europee?

Il risultato è stato al di là di ogni rosea aspettativa. Un partito che raccoglie più del 40% è un risultato che segna la fine del berlusconismo. Renzi è riuscito a catalizzare un’area di consenso che chiede alla politica il rinnovamento. Il partito deve farsi carico dei problemi e delle questioni del Paese rompendo con le pratiche clientelari del passato e con l’approccio non asservito alle esistenze della collettività. Il voto alla Chinnici dimostra che il partito resta ancorato alle logiche della legalità, è riformista, e vuole cambiare.

Articolo 4 è stato determinante

Anche senza il supporto di Leanza il risultato sarebbe stato buono. Non è facile capire quanti siano i voti che Articolo 4 ha portato a Michela Giuffrida, persona che gode di un notevole consenso, penso che abbia le qualità per dare un contributo al lavoro parlamentare. Diverso è cosa intende fare Articolo 4. Chiarito che quello che vogliamo è un partito che faccia dei temi della legalità e lotta alla mafia un elemento identitario molto pregnante, bisogna capire se, a partire da questo progetto, c’è una volontà di adesione. Articolo 4 non può essere un secondo Megafono.

Leanza ha detto di essere l’ago della bilancia… Questo io lo contesto, è un valore aggiunto, ma non decisivo, quello di Leanza è un eccesso di arroganza che non aiuta ad instaurare un rapporto sereno con un grande partito che ha accolto qualcuno che diversamente non sarebbe stato eletto. E’ il Pd che ha dato un’opportunità, io non ho mai creduto a Leanza, Sammartino e Sudano come donatori di sangue, è stata un’operazione positiva per tutti.

Sbaglio o sta elogiando più del solito Renzi?
Sono obiettivo. Il coraggio di Renzi e il suo spirito, con questa dose anche di follia, secondo me ha contribuito moltissimo. Ho apprezzato molto la campagna elettorale e anche i primi mesi, l’ho detto anche quando sono stato danneggiato dalle mie scelte che non mi hanno consentito di proseguire con quell’esperienza di governo che mi aveva gratificato.

Cosa resta dei valori della sinistra alla luce di queste europee?
Oggi c’era una simpatica vignetta su Repubblica, che diceva “è andato tutto bene, non ci possiamo lamentare”, quasi che fosse negativo vincere. Non appartiene alla mia concezione della sinistra contestare ad ogni costo il partito in caso di vittoria.

Aci Castello e Motta S.Anastasia. Qual è la sua posizione?
Dobbiamo ringraziare molto chi si è speso, a partire da Danilo Festa, a Motta c’erano due candidati del Pd. Il circolo di Motta era schierato con Festa che ha ottenuto il 15%. Al di là degli sforzi di tutti i candidati i risultati sono obiettivamente deludenti. Ci sono stati una serie di errori che sono stati fatti. Le primarie sono uno strumento necessario per evitare divisioni che possono favorire gli altri. Non vorrei che qualcuno ha lavorato per fare un favore ad Articolo 4. C’è stata un’incapacità a gestire la cosa e c’è stata indisponibilità a gestire le primarie.

Insieme i due democratici hanno fatto il 42% e uniti avrebbero potuto vincere a Motta. Se tornasse indietro come gestirebbe questa vicenda?
Entro settembre dovevano esserci le primarie che avrebbero consentito di scegliere il candidato senza retropensieri. Questo non è avvenuto ed ecco il risultato. C’è una responsabilità che riguarda me ma anche chi dirige a livello provinciale.

Qual è la soluzione?
Il segretario provinciale deve esercitare fino in fondo le sue prerogative e non deve essere un commissario permanente che trova l’equilibrio tra le varie correnti.

Deve avere il coraggio di scegliere?
Sì, deve dare una linea politica? Il segretario deve fare leva sulla sua forza senza farsi condizionare. Da me non si fa condizionare sicuro.

Il Pd che ruolo sta giocando al Comune?
Enzo Bianco sta dimostrando grande capacità amministrativa che sta consentendo alla nostra città di recuperare in termini d’immagine. Il grande assente è il Pd, che non ha un ruolo determinante nell’amministrazione. Il partito è distante dalla gente, mancano le iniziative politiche, c’è solo la presenza dei sergretari di circolo che cercano di supplire alla mancanza dell’azione politica. Il sindaco dovrebbe fare leva sulla forza che ha il Pd a livello nazionale e rafforzare la presenza competitiva nella nostra città. Il partito dovrebbe spingere perché alcune scelte abbiano un determinato pegno. Un’amministrazione di centrosinistra deve privilegiare l’attenzione verso i quartieri periferici, le scuole, gli impianti pubblici.

Tradotto concretamente il Pd dovrebbe avere qualche assessore in più?
No, ci deve essere un raccordo più forte tra i consiglieri comunali, il sindaco, il partito e i circoli per rafforzare la presenza del Pd.

Il ruolo del Megafono?
Basta guardare alcune dinamiche locali, è un progetto fortemente messo in discussione dagli elettori. Crocetta ha aderito al Pd e questo progetto mi sembra superato nei fatti. Se lo si tiene in piedi è un problema che non riesco più a capire.

Il giudizio su Crocetta?
Penso che l’autosufficienza che ha praticato Crocetta non sia compatibile con le condizioni di difficoltà dei siciliani. Il tema della legalità è fondamentale e su questo sono d’accordo con lui. C’è anche l’esigenza di dare risposte e governare. Va avviato un percorso virtuso nella formazione professionale, non si può bloccare tutto. Basta corsi per estetiti o informatici che non sanno accendere il computer: creiamo un raccordo serio tra formazione e mondo del lavoro nel rispetto delle regole.

Cosa deve fare il Pd da domani a Catania?
Io avverto l’esigenza sempre più diffusa di smettere di parlare di noi stessi ma di iniziare a parlare dei problemi della città. Ho registrato che c’è grande attenzione nei nostri confronti. Quello che propongo è di riprendere a fare politica.

Da oggi posso chiamarla “renziano”?
Assolutamente no!


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