PALERMO – Rapporti politici in campagna elettorale, valori socialisti e prospettive future per la città di Palermo e la Sicilia, questi i contenuti affrontati e discussi dal senatore Carlo Vizzini, membro della segreteria nazionale del Partito Socialista Italiano, durante il suo intervento all’Hotel delle Palme.
“La coalizione guidata da Bersani ha un serio progetto per il risanamento e lo sviluppo ed ha la forza di ricevere il consenso necessario per governare il Paese. I socialisti, legati da un’intesa ed un patto di consultazione col Pd, lavorano per questo successo e le ventilate ipotesi di alleanze al di fuori della coalizione, sono allo stato, un inutile segno di debolezza. Adesso è il tempo di correre per la vittoria senza esitazioni e senza subordinate. Abbiamo sostenuto il Governo Monti per salvare l’Italia. Oggi, tra noi e Monti, scelgano gli italiani. Dispiace che le forze della sinistra arrivino divise alle elezioni e questo dato è ancora più evidente a Palermo, città nella quale il ballottaggio tra due esponenti della sinistra per l’elezione del Sindaco dello scorso anno, ha provocato divisioni non più superate”.
“Qui, più ancora che altrove, occorre confrontarsi positivamente nell’interesse dei cittadini e di fronte ai gravi problemi di Palermo. L’immagine di un Sindaco che lotta da solo non ci giova e dopo il ballottaggio sembriamo essere solo spettatori silenziosi. Lotta alla mafia, Legalità ed Etica sono presupposti di governabilità in una terra difficile con una Regione che, direttamente od indirettamente, paga 160.000 stipendi, compresi i precari, ed una disoccupazione che tra il settembre 2011 e quello 2012 è salita del 29%, toccando quota 541.000. Su questo tema va aperto un tavolo nazionale di confronto con lo Stato per capire come si possa passare dalla fase dello stipendificio pubblico ad una fase che crei sviluppo ed occupazione, perché il lavoro è il primo punto per qualunque politica e senza il lavoro non c’è libertà”.
“Dunque Lavoro e Libertà! Ma i socialisti sono impegnati su questo come sulla laicità dello Stato, stanchi di vedere un Parlamento che si rifiuta di legiferare contro l’omofobia, il femminicidio e che non si apre alle vere parità tra generi, culture, religioni ed etnie e che si rifiuta di impedire a chi ha sbagliato, e sta pagando le proprie colpe, di vivere peggio di un animale allo zoo. Sulle carceri ci piacerebbe che il Presidente della Repubblica, la cui sensibilità ci è nota, prima della fine del suo settennato, inviasse un messaggio alle Camere”.