CATANIA – Alla fine lo ha detto. Dopo settimane, mesi di annunci e di costituzione di comitati, il senatore Bianco ha parlato. “Mi candido” – ha affermato stamattina, a Librino, davanti alla stampa, ai fedelissimi e ai curiosi. Attorniato dai membri dei numerosi comitati sorti a sostegno della sua candidatura, quasi fossero loro a chiedergli il sacrificio, il fondatore dei Liberal Pd scioglie dunque la riserva, e lo fa nel luogo simbolo della sua ultima sindacatura: quella Piazza dell’Elefante di Librino che fu realizzata nel 1997, prima che Bianco fosse chiamato al Ministero degli Interni dall’allora premier Massimo D’Alema. “Non ho mai abbandonato Catania – ha affermato, in risposta a quanti, negli anni, lo hanno accusato di avere consegnato la città al centrodestra. Sono stati i catanesi a eleggere Scapagnini – ha evidenziato – mentre io andavo a ricoprire una carica importantissima anche per la città”.
Mette i puntini sulle i il senatore anche per quanto riguarda la scelta di non correre alle elezioni politiche del prossimo febbraio, e relativamente alle primarie, sulle quali hanno insistito i colleghi del Pd cittadino, a cominciare dal deputato nazionale Giuseppe Berretta. “Bersani mi ha chiesto di fare parte della lista dei nomi di spicco del Pd – ha spiegato – ma io, ringraziando, ho declinato l’invito e ho scelto, senza paracadute, di impegnarmi solo per la mia città, che amo”. Una frecciatina, nemmeno tanto velata, proprio a Berretta che, invece, correrà per la Camera dei Deputati, per poi, come lo stesso ha dichiarato, concorrere per conquistare Palazzo degli Elefanti”.
Riguardo alle primarie, inoltre, ha insistito: “Ho detto che mi candido per vincere e per guidare Catania – ha aggiunto. Il Pd, alle ultime elezioni regionali ha preso appena il 9 per cento, mentre la coalizione di centrosinistra il 19%. Se partecipassi alle primarie con il Pd chiamerei a raccolta solo un decimo dei catanesi, mentre io voglio coinvolgere tutti: chi non ha votato e chi ha votato altro. D’altronde – ha proseguito – le firme che abbiamo raccolto fino a oggi, oltre seimila, sono molte di più di quelle dei cittadini che hanno votato per le primarie del Pd.”. Niente confronto interno al partito, dunque, ma, al massimo, primarie “allargate” a tutto il centro sinistra, a tutti quei moderati cui Bianco si è appellato per cambiare la città. Questo, però, non significa rottura.
“Con la mia candidatura mi rivolgo a tutti i catanesi – ha affermato: innanzitutto agli amici del mio partito, il Partito democratico, con cui ho condiviso, condivido e condividerò sempre il mio impegno politico. Questa è la mia casa e chiedo al Pd di essermi a fianco in questa battaglia. Mi rivolgo agli altri partiti del centrosinistra, con cui abbiamo una visione comune per molti aspetti della vita del nostro Paese e della nostra città, e che spesso ho avuto alleati. Mi rivolgo ai partiti del centro moderato, una risorsa preziosa, ma mi rivolgo con altrettanta forza al 55 per cento dei catanesi che alle ultime elezioni non è andato a votare perché non ha fiducia nella politica, a chi ha votato il Movimento 5 stelle, a chi ha voluto dare un grido di protesta e di voglia di riscatto. Mi rivolgo ai tantissimi elettori di centrodestra a Catania che hanno fatto un errrore e lo hanno reiterato ma che ora sono stanchi di dodici anni di governo di destra”.
Periferie, società civile, cultura e sviluppo tra i punti fondamentali del programma di Bianco che, per riuscire, si appella ai moderati di tutta la città per un grande progetto civico: “Serve una svolta – ha concluso – e bisogna aggregare tutte le forze sane della città per una vera rinascita”.