PALERMO – “Se il bilancio è arrivato in ritardo la colpa non è certamente del governo”. Luca Bianchi stringe in mano il testo della legge di stabilità. “Il bilancio è un po’ più corposo”, spiega l’assessore all’Economia, nei corridoi di Palazzo dei Normanni. All’Ars è arrivata la manovra. Ma adesso bisognerà approvarla in meno di venti giorni per evitare il ricorso all’esercizio provvisorio.
Assessore, ci sono i tempi “tecnici” per esitare i documenti prima della fine dell’anno?
“Adesso non dipende più da noi. Dipende dall’Assemblea. Se c’è la volontà, si può certamente approvare”.
Eppure i deputati parlano di testi molto complessi, che necessiteranno di un’analisi approfondita.
“Ricorso che l’anno scorso la nota di variazione al bilancio arrivò il 20 aprile. E il 30 dello stesso mese avevamo approvato i documenti contabili. Si può fare”.
Ma anche il presidente dell’Ars ha parlato di ritardi gravi.
“Ma i ritardi sono frutto di altri ritardi. Penso alle ultime variazioni di bilancio. Avremmo potuto approvarle in due ore, e ci abbiamo messo un mese e mezzo”.
Come mai?
“La responsabilità in questo caso, evidentemente, non è del governo. O non solo del governo”.
E di chi?
“Diciamo che le responsabilità sono un po’ di tutti. Ma certamente le fibrillazione politiche, legate alle richieste continue di rimpasto non hanno facilitato il cammino. Semmai, hanno fatto perdere ulteriore tempo”.
Lei, e la giunta di cui fa parte, non avete invece alcuna responsabilità?
“Io mi prendo la mia parte, ci mancherebbe. E non punto a sentirmi dire ‘che sono bravo’ o che merito il ‘dieci e lode’. Mi basta ottenere il ‘sei’. Mi interessa solo centrare gli obiettivi”.
Finora crede di averli centrati?
“Direi proprio di sì. Per il 2013 senz’altro. Abbiamo risanato la Regione, abbiamo portato avanti un’opera di razionalizzazione, nel rispetto del patto di stabilità”.
Ma la situazione economica rimane difficilissima. E l’Assemblea sembra molto infastidita dal fatto che questi documenti contabili siano giunti a Palazzo dei Normanni solo il 12 dicembre.
“A noi interessava innanzitutto fare un buon lavoro su bilancio e Finanziaria. E credo che abbiamo raggiunto questo obiettivo. Se avessimo fatto in fretta, magari il ricorso all’esercizio provvisorio sarebbe stato scontato. Invece credo che su questo testo si possa trovare un accordo, un consenso complessivo”.
Invece alcuni “pezzi” della maggioranza lamentano uno scarso coinvolgimento. Pensiamo all’Udc.
“Dobbiamo essere chiari. La Finanziaria è un atto del governo. E non sarebbe stato utile concertare ogni passaggio, ogni iniziativa con le forze politiche. Non avrebbe avuto senso trattare sul testo prima ancora di averlo depositato”.
E lei è convinto che il testo finalmente approdato in Aula si possa “accontentare” le forze politiche che dovranno votarlo?
“Partiamo da un dato: questi documenti comportano tagli per oltre 300 milioni di euro. Quindi è chiaro che dovremo chiedere dei sacrifici. Ma la Finanziaria per la prima volta guarda a categorie di persone che non avevano mai ottenuto un euro dai passati bilanci”.
A chi si riferisce?
“Penso al reddito minimo di garanzia e penso al problema della casa e soprattutto alle misure a sostegno dei cittadini morosi incolpevoli. E ancora, diamo risposte alle imprese, attraverso lo strumento del credito agevolato”.
Ma in Sicilia rischia di esplodere la “bomba” precari. I contratti di ventimila lavoratori scadranno il 31 dicembre. Quanto è legata questa questione all’approvazione del bilancio?
“Le due vicende sono legate, ma fino a un certo punto. Una cosa è certa, se non avessimo portato avanti un ampio risanamento nel corso del 2013 non avremmo nemmeno potuto sederci a parlare di proroghe e stabilizzazioni”.
Bene, ma adesso che succede? È possibile approvare il ddl sui precari, che prevede uno stanziamento di circa 300 milioni, senza che esista un bilancio vero e proprio? Per farla breve: si può pensare di prorogare quei contratti ricorrendo al semplice esercizio provvisorio?
“I due disegni di legge viaggiano paralleli, ma ognuno per conto proprio. Certamente non possiamo correre questo rischio. Se da Roma arriveranno buone notizie, e sono al corrente ai alcuni emendamenti depositati alla Camera, allora potremmo avere un maggior agio per risolvere le questioni. Certamente, non è facile far capire al resto d’Italia che in Sicilia esistono quasi ventimila precari”.
E se non arriveranno buone notizie?
“Dobbiamo fare di tutto per approvare bilancio e Finanziaria entro il 31 dicembre”.